Insultano, inveiscono, urlano e aggrediscono verbalmente: e la chiamano contestazione democratica
Data: Giovedì, 11 settembre 2008 ore 16:29:05 CEST
Argomento: Ministero Istruzione e Università


da Repubblica.it 

 

Polemica per l'eccesso di zelo delle forze di polizia: chiedono i documenti a chi, nel corso di un incontro pubblico, ha gridato slogan contro il ministro 

 

Roma, contestano la Gelmini E la polizia li identifica 
Picierno, ministro ombra del Pd: "Gesto intimidatorio, Maroni chiarisca"
E Fioroni: "Nel mondo della scuola la protesta è il sale del confronto" 

 

 

ROMA - Acque ancora molto agitate, nel mondo della scuola. I provvedimenti varati dal ministro Mariastella Gelmini, a partire da quello che prevede il ritorno del "maestro unico", stanno scaldando gli animi. Ed polemica anche su ciò che alcuni ritengono un eccesso di zelo, da parte delle forze di polizia presenti: l'identificazione di chi - questa mattina, nel liceo romano Newton - ha contestato la responsabile dell'Istruzione.
E' qui che l'intervento del ministro (durante la presentazione dell'ultimo libro di Giovanni Floris) è stato interrotto dalle contestazioni di alcuni insegnanti precari presenti in sala. "Distruttori", "state portando allo sfascio la cultura" hanno gridato. Solerti agenti in borghese hanno zittito chi protestava e chiesto loro i documenti: sembra che siano state identificate sette-otto persone.
"Quando è arrivata la Gelmini ero con altri colleghi, le ho detto 'vergogna', 'fateci lavorare'. Subito dopo due agenti in borghese, gentili, ci hanno chiesto i documenti e glieli abbiamo dati" racconta E.W., insegnante precario a Bracciano, aderente ai Cobas. "Colleghi che conosco mi hanno raccontato che, in sala, anche a loro - prosegue E.W. - sono stati chiesti i documenti dopo che avevano interrotto l'intervento del ministro per esprimere la propria opinione. Mi pare un'esagerazione".
L'episodio ha suscitato sdegno nelle fila dell'opposizione. "Quanto avvenuto è inquietante. Ma in che Paese ci troviamo se ai fischi di qualche contestatore al ministro Gelmini si risponde con l'intervento delle forze di polizia? Pochi fischi e addirittura scatta l'identificazione, siamo all'assurdo" ha denunciato il ministro delle Politiche giovanili del governo ombra del Pd, Pina Picierno. "Si tratta di un gesto intimidatorio di cui chiediamo conto allo stesso ministro degli Interni. Di cosa si ha paura, di chi esprime idee diverse? Oggi dà noia chi fischia, domani magari chi scrive o chi la pensa diversamente. Un brutto spettacolo, indegno di un paese democratico". 

 

Sul filo dell'ironia il commento dell'ex ministro Fioroni. "Per chi fa il ministro della scuola la contestazione è il sale del confronto. Io non identificavo chi mi fischiava ma una volta offrii la camomilla al leader dei Cobas Bernocchi quando venne a manifestare il primo giorno che ero al ministero". E per Maria Coscia, responsabile scuola del Pd "al di là della sproporzione della reazione viene spontaneo interrogarsi sul significato di un atto che ha tutti gli aspetti dell'intimidazione". Al di là delle polemiche, quel che è certo è che l'autunno nel mondo della scuola si preannuncia caldo.
A Napoli, ieri, un corteo di maestre precarie è sfilato per le vie della città, i Cobas hanno già indetto uno sciopero per il 17 ottobre, i confederali stanno avviando una campagna di mobilitazione. E quaranta istituti della capitale (ma altri potrebbero seguire l'esempio nel resto d'Italia), per lo più scuole elementari, lunedì stenderanno drappi neri all'entrata (e le maestre indosseranno fasce nere al braccio) per protestare contro le riforme Gelmini. Infine, la Gilda ha proclamato per il 16 ottobre una manifestazione davanti a Montecitorio.

 







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