L'OCSE DA' TORTO O RAGIONE ALLA GELMINI?
Data: Giovedì, 11 settembre 2008 ore 12:52:32 CEST
Argomento: Comunicati


Manifesto: La ministra Gelmini: «L'Ocse mi dà ragione»
10-09-2008

 Andrea Gangemi
 ROMA
«Per la scuola spendiamo molto, circa 43 miliardi di euro, perfettamente in linea con la media europea. La scuola non migliora con più soldi, ma spendendo meglio e valorizzando gli insegnanti». Il ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini coglie la palla al balzo e commenta i dati del rapporto Ocse sull'istruzione rilanciando il suo «grande progetto educativo». Che però non è suffragato dai dati europei quando ipotizza una riforma degli ordinamenti che preveda «un minor numero di ore di lezione ma con un maggiore peso specifico». Come nota anche la Rete degli studenti: «Ha ragione Gelmini quando dice che i docenti italiani sono mal pagati - si legge in un comunicato - ma prende una cantonata sulle ricette: le ore di scuola in Italia sono inferiori al resto d'Europa ma il governo per tagliare i fondi, le diminuirà ancora». A completare il piano programmatico per la scuola che il ministro presenterà ai sindacati nei prossimi giorni, c'è la meritocrazia alla Gelmini, «per ridare autorevolezza agli insegnanti»: «Il parlamento dovrà modificare le modalità per il reclutamento, prevedere per loro una valutazione e una carriera - spiega il ministro ai microfoni di Radio due -, mentre ora i docenti avanzano solo per l'anzianità e non per i risultati conseguiti, e - conclude - trovare anche le risorse per pagarli meglio, adeguandone gli stipendi». La ministra Gelmini annuncia quindi che presto presenterà anche le linee-guida sull'università che, secondo l'Ocse è il settore più in sofferenza del sistema scolastico italiano. E a proposito dell'incontro coi sindacati, dal palco del convegno della Uil scuola, a Fiuggi, il segretario generale Luigi Angeletti invita la ministra a «discutere le politiche scolastiche con spirito costruttivo», mentre la Cisl scuola chiama gli insegnanti a «un'intensa campagna di mobilitazione - come annuncia il segretario Francesco Scrima - per opporsi a una manovra di inaudita pesantezza». «Se non cambieranno le intenzioni del governo su tagli e riforma - dice invece il segretario generale Flc-Cgil, Enrico Panini -, dopo la manifestazione nazionale andremo verso lo sciopero generale». 
 

L’OCSE non assolve la Gelmini, anzi…

La pubblicazione dell’annuale relazione dell’OCSE sull’educazione ha messo in luce lo stato preoccupante della nostra scuola. La relazione del presidente Andreas Schleicher, che ha sottolineato l’alto numero di insegnanti della scuola italiana e i loro bassi livelli stipendiali, in particolare è sembrata una conferma delle cose che il governo e il Ministro Gelmini vanno dicendo in questi giorni per giustificare lo sfoltimento delle fila del nostro corpo docente, a partire dal ritorno al maestro unico nella scuola elementare.

La scuola elementare costa ma è buona.
In proposito c’è però da dire che Schleicher, (il quale non ottenne la stessa attenzione alcuni anni fa, ai tempi della Moratti, quando dall’inchiesta PISA, trasse le conclusioni che la scuola che boccia e che separa i percorsi di studio non è una buona scuola) ha elogiato la nostra scuola elementare per i suoi buoni risultati. L’ha elogiata pur indicando che i suoi costi e il suo organico sono alti e l’orario dei suoi insegnanti inferiore a quelli europei. La sua attenzione si è semmai appuntata sulla secondaria per l’alto numero di docenti e di discipline.
Ma intervenire sulla secondaria, si sa, è più complicato che intervenire sulla primaria: più indirizzi, più discipline, classi di concorso ecc. ecc. E poi lì si vorrebbe la botte piena e la moglie ubriaca, cioè al tempo stesso diplomati più specializzati (cosa che richiede più materie specifiche) e meno professori (cosa che si addice ad un insegnamento più generalista). Inoltre richiede più tempo: nuovi indirizzi diversi da quelli attuali e magari più raggruppati richiedono una mappa scolastica diversa da quella esistente e quindi un apposito lavoro delle amministrazioni regionali, provinciali, comunali da cui dipende la localizzazione delle scuole. Ecco allora perché il Ministro Gelmini, in linea con la demagogia del “tutto e presto” dei suoi colleghi di governo (e ripetendo l’errore della Moratti) ha pensato bene di volgere la sua attenzione alla scuola elementare, che è il pezzo di scuola che va meglio, che molti nel mondo ci invidiano e che proprio non andrebbe toccato.

La percentuale spesa in stipendi non è molto diversa dagli altri paesi.
In realtà poi i dati OCSE smentiscono la Gelmini proprio su uno dei suoi cavalli di battaglia: quello della spesa per gli stipendi degli insegnanti e del personale della scuola. Nei giorni scorsi, a partire dalla famigerata intervista a “Radio Anch’io” il ministro Gelmini ha sostenuto che il 97% della spesa del Ministero va in stipendi per gli insegnanti e per gli altri lavoratori della scuola. Da ciò ne ha dedotto la necessità di ridurre il numero degli insegnanti sia per ridurre la spesa in ubbidienza a Tremonti, sia, sperando con ciò di sollecitare qualche cannibalismo in categoria, per consentire che una parte di questa riduzione (al massimo un terzo!) venga riconvertita in stipendi più alti (magari secondo il cosiddetto merito).
Secondo l’OCSE invece a coprire il 93,7% (non il 97%) della spesa non sono gli stipendi, ma la cosiddetta spesa corrente. Di quest’ultima gli stipendi coprono l’80,4% (cioè il 75,33% della spesa complessiva), quelli per i soli insegnanti il 64%. E il dato non è così straordinario perché è in linea con la media OCSE e con la percentuale di spesa degli altri paesi, in particolare di quelli dell’Unione Europea, visto che fanno eccezione solo Svezia, Finlandia, Slovacchia, Polonia e Repubblica Ceca.
Insomma se il Ministero non investe in strutture e altri strumenti non è perché la spesa per gli stipendi è alta rispetto al resto, ma perché il resto proprio non c’è!

Ecco di seguito alcuni dati che tutti possono verificare e approfondire sul sito della OCSE.

 

Roma, 11 settembre 2008















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