Insegnanti, stipendi fermi a 27.285 euro. Potere d’acquisto -21%. Uno studio della UIL rivela le sperequazioni anche nel panorama europeo.
Data: Mercoledì, 10 settembre 2008 ore 17:30:05 CEST
Argomento: Rassegna stampa


ROMA. Buste-paga leggerissime quelle degli insegnanti italiani. Non soltanto rispetto alle medie Ocse e Ue, ma anche in confronto agli altri pubblici dipendenti. È quanto emerge da un’indagine presentata dalla Uil scuola in occasione della Conferenza organizzativa nazionale. Se la magistratura conquista il top della classifica con 114.646 euro lordi annui, la scuola si piazza terz’ultima con 27.285 lordi preceduta dai corpi di polizia, 34.342, e seguita soltanto da dipendenti delle Regioni (27.285) e dai ministeriali (26.528).

Considerando il Pil pro capite, per tenore di vita gli insegnanti italiani in una graduatoria di 28 nazioni si piazzano al 20mo posto (1,14 a fronte del 2,33 della Corea e del 1,66 della Germania, per fare qualche esempio) al di sotto delle medie Ocse (1,30) e Ue (1,25). E anche considerando un altro tipo di indice, la misurazione delle retribuzioni in dollari Usa corretti con gli indici di parità di potere d’acquisto, L’Italia si piazza agli ultimi posti: se un insegnante di scuola secondaria di primo grado con 15 anni di anzianità in Germania guadagna 51.240 dollari e in Spagna 41.588 in Italia arriva soltanto a 31.917. Peggio dei nostri stanno i docenti della Repubblica ceca (24.423) e dell’Ungheria (15.622).

Le retribuzioni degli insegnanti dal ’95 a oggi hanno perso il 21% del loro potere di acquisto e dal gennaio 2008, senza rinnovo del contratto scaduto dal dicembre 2007, con gli stipendi fermi e l’inflazione in crescita di circa il 4% la situazione peggiora e si ha un ulteriore calo delle retribuzioni reali di oltre il 4%. Un docente laureato di scuola secondaria di primo grado (ex medie), ma il trend è identico per tutte le tipologie di docenti, ha una retribuzione che in termini reali è regredita rispetto al potere d’acquisto al 2002 se è all’inizio della carriera, il livello è quello del 1999 se ha 15 anni di anzianità, si riduce al livello del 2003 se sta per andare in pensione.

Il confronto dei livelli di retribuzioni, nominale e reali, mostra una forbice tra anzianità iniziale e anzianità massima che permane praticamente inalterata negli anni. In altri termini, la crescita delle retribuzioni, per i meccanismi di aumenti percentualmente uguali per tutte le anzianità, penalizza quelle più elevate, anche se l’introduzione della differenziazione per fasce d’età lavorativa della retribuzione professionale docente ha lievemente attenuato il fenomeno. Per l’istruzione in Italia si spende poco.

Se nel 1990 la spesa per l’istruzione in rapporto al Pil era del 5,80% in Italia a fronte di una spesa Ocse del 5,20% nel 2004, nel ’97 le rispettive percentuali si attestano a 4,90 e 6,10 e nel 2004 si arriva a 4,90 contro 5,50.

TIZIANA CAROSELLI (da www.lasicilia.it)







Questo Articolo proviene da AetnaNet
http://www.aetnanet.org

L'URL per questa storia è:
http://www.aetnanet.org/scuola-news-11986.html