CATANIA, PASTICCIO SUPPLENZE: PARLA UNA PRECARIA…
Data: Martedě, 09 settembre 2008 ore 17:23:35 CEST
Argomento: Comunicati


CATANIA, PASTICCIO SUPPLENZE: PARLA UNA PRECARIA…


E’ di ieri la notizia che il ministro dell’Istruzione vorrebbe impiegare i precari della scuola nel turismo. Ma i precari della scuola di essere itineranti ne hanno già le tasche piene. Sentite un po’ cosa ha da raccontare una precaria al nostro direttore…


D: Allora ci racconti un po’ la sua esperienza odierna. Lei è una precaria che insegna lettere alla scuola media e giorno 29 agosto ha avuto una bella nomina. Era felice, immagino, si sentiva ormai sicura del fatto suo, almeno per quest’anno e invece…

R: E invece precari siamo e precari restiamo anche dopo l’incarico annuale. Stamattina infatti, dopo giorni e gioni di riunioni nelle mie nuove scuole, dopo l’iniziale fatica, quella di ogni anno per noi supplenti, di ambientarsi con presidi nuovi, colleghi nuovi, nuova organizzazione, mi giunge la telefonata di una collega, che mi avverte che c’è stato un errore.

D: Un errore? Di che tipo?

R: Un errorino da nulla. In pratica la cattedra scelta da questa collega che mi precedeva in graduatoria…non esiste. Quando è arrivata nella scuola nella quale era stata nominata…le hanno detto che lei era un fantasma. E le hanno anche detto di arrangiarsi.

D: Accidenti. A nessuno importa dei precari della scuola, dal ministro in giù. E allora cosa ha fatto questa collega?

R: Naturalmente è corsa in provveditorato, dove a pasticcio avvenuto e non essendoci altro da fare, le hanno comunicato che per lettere alla scuola media, classe A043, ci sarà una nuova convocazione. Bisogna rifare tutto daccapo. E io..

D: Lei? Che fine farà?

R: La collega mi diceva che sceglierà proprio la mia cattedra. E’ nel suo diritto. Nessuno può negarglielo. Gentilmente mi ha avvisato.

D: Di chi è la responsabilità? Della scuola, del provveditorato?

R: Sinceramente non lo capisco. Qualcuno ha sbagliato, non so chi. Ma un errore del genere crea grossissimi problemi a tutti noi supplenti, costretti a scegliere nuovamente. E io mi sento preoccupata per la mia sorte…Dove finirò?

Sentito? I supplenti sono sempre in viaggio, caro ministro: ed è un viaggio che si chiama precarietà. Altro che turismo…

Silvana La Porta






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