Fresco di stampa l'ultimo rapporto OCSE impietoso sulla scuola italiana. Poco cambia rispetto al 2007 e agli anni precedenti.
Data: Martedì, 09 settembre 2008 ore 17:14:04 CEST
Argomento: Normativa Utile


I governi dei paesi dell’OCSE hanno grandi ambizioni per i loro sistemi d'i struzione, sia sul piano dell’offerta che della qualità, ma sono costretti a fare i conti con bilanci sempre più ristretti. Poiché l’istruzione rimane soprattutto una questione pubblica, è lecito chiedersi se gli attuali sistemi di finanziamento dell’istruzione siano in grado di far fronte al l'i ncremento della domanda e se lo saranno in futuro.
L’ i ncremento registrato negli ultimi decenni nella partecipazione e nei risultati prosegue ad un ritmo che supera gran parte delle previsioni fatte nel passato. Con l’aumentare, in gran parte dei paesi dell’OCSE, del numero di studenti che completano gli studi di istruzione secondaria superiore, l’incremento più alto si è avuto nell'istruzione terziaria (Indicatore A3). Mentre nel 1995 solo il 37% degli studenti proseguiva gli studi a livello universitario, oggi la percentuale ha raggiunto nei paesi OCSE una media del 57% (Indicatore A2). Non è facile fare previsioni per il futuro in base alle tendenze passate. È difficile dire se la partecipazione all’istruzione terziaria continuerà ad espandersi a questo ritmo, guidata da una domanda crescente di personale altamente qualificato, oppure se si stabilizzerà ed i redditi corrispondenti subiranno un calo. Agli inizi del XX secolo, pochi avrebbero predetto che, nell’area OCSE, l’istruzione secondaria superiore si sarebbe generalizzata entro la fine del secolo (Indicatore C2). Perciò, è ugualmente difficile prevedere quale sarà l’evoluzione dell’istruzione terziaria entro la fine del XX I secolo.
Ma è chiaro che per adesso le motivazioni per il raggi ungi mento di un titolo di studio universitario restano molto forti, sia in termini di stipendi più alti sia di migliori prospettive di lavoro (Indicatori A8, A9 e A10). Inoltre, la domanda di lavoratori altamente qualificati è significativamente aumentata (Indicatore A1).
Ma per soddisfare la domanda senza sacrificare la qualità bisognerà mantenere o incrementare gli attuali livelli di spesa per l’istruzione e migliorarne l'efficacia. Negli ultimi anni, i livelli di spesa per l'i struzione sono notevolmente aumentati, sia in termini assoluti che di percentuale di bilancio. Negli ultimi dieci anni, l’importo totale dei fondi assegnati alle istituzioni scolastiche di ogni grado è aumentato in tutti i paesi e, tra il 2000 e il 2005, questa crescita ha raggiunto il 19% (Indicatore 113). Nel 2005, i paesi dell’OCSE spendevano per l’istruzione il 6,1 % del loro PI L, di cui l’ 86% proveniente da fi nanzi amenti pubblici e 21 dei 28 paesi dell’OCSE ne spendevano per l’istruzione almeno il 5%(Indicatore 112). Un’altra chiara indicazione degli sforzi compiuti dai governi è data dal fatto che dal 1995 al 2005 la quota della spesa per l'istruzione rispetto all’ammontare totale della spesa pubblica è aumentata di oltre un punto percentuale, ovvero dall’ 11.9% al 13.2% nel 2005. La spesa per l’istruzione è cresciuta allostesso ritmo della spesa in altri settori, in tutti i paesi eccetto Canada, Francia, Ungheria, Portogallo e Svizzera (Indicatore B4).
L’incremento della spesa pubblica per l’istruzione è stato accompagnato dalla ricerca di nuove fonti di finanziamento per rispondere alla rapida crescita del numero di studenti (in particolare nell’istruzione terziaria) e accrescere le risorse disponibili per gli istituti scolastici (Indicatore B3). Sebbene l’86% della spesa per l’istruzione provenga ancora da fonti pubbliche, tra il 1995 e il 2005 la spesa privata è cresciuta più rapidamente di quella pubblica nei tre quarti dei paesi presi in esame. In alcuni di essi, la proporzione dei finanziamenti privati per le università è abbastanza alta da sfidare l’opinione diffusa per cui l’istruzione è competenza dello Stato. Alla luce dei benefici pubblici e privati generati dall’istruzione, si fa sempre più strada l’idea che i costi e le responsabilità debbano essere divisi tra i diretti beneficiari e la società nel suo insieme (famiglie, aziende e governi), almeno per quanto riguarda l’istruzione terziaria (Indicatore B3).
Sebbene gli indicatori di quest’anno mostrino che i governi hanno compiuto notevoli sforzi per incrementare gli investimenti nell’istruzione, non è ancora chiaro se le risorse abbiano tenuto il passo dei cambiamenti demografici e strutturali intervenuti negli ultimi dieci anni. Gli indicatori B1 and B2 mostrano che, tra il 1995 e il 2005, la spesa per l’istruzione primaria e secondaria è cresciuta a un ritmo più sostenuto del numero di studenti in tutti i paesi, e persino più rapidamente del PI L pro capite in oltre i due terzi. Sebbene nella scuola primaria e secondaria la spesa per studente sia cresciuta meno rapidamente tra il 2000 e il 2005 che tra il 1995 e il 2000, nell’ultimo periodo si è registrato un incremento del 30% e oltre in ben otto paesi membri e paesi partner (Indicatori B1 e B2). Negli ultimi dieci anni si è quindi assistito ad un aumento delle risorse disponibili per studente nella scuola primaria e secondaria. Inoltre, in 23 dei 30 paesi OCSE, si prevede nei prossimi dieci anni una diminuzione del numero di studenti di età compresa tra i 5 e i 14 anni, (Indicatore A11 in Uno sguardo D0DdTHGXFD 2006). Questo dato suggerisce che le risorse per studente nella scuola primaria e secondaria continueranno a crescere se gli stanziamenti di bilancio rimarranno stabili garantendo le risorse necessarie per attuare le misure volte a migliorare la qualità dei programmi scolastici e le prestazioni degli studenti.
Molto diverso è invece il quadro offerto dall’istruzione terziaria. Tra il 1995 e il 2005, la crescita della spesa per studente nel l - ’istruzione terziaria è stata inferiore all’espansione della popolazione universitaria. Considerato il continuo aumento del numero di studenti e la maggiore pressione finanziaria imposta dalla mobilità degli studenti nell’area OCSE, in quei paesi dove gli studenti stranieri non pagano la totalità delle spese d’istruzione , è chiaro che la mancanza di nuovi investimenti comporterà un'accelerazione della tendenza alla riduzione della spesa per unità (Indicatore C3). Il proseguire delle tendenze
attuali potrebbe accentuare le differenze nei livelli di finanziamento tra i paesi. Nel 2005, la spesa per studente nell’istruzione terziaria variava di un fattore 7, da 3.421 USD nella Federazione Russa a oltre 20.000 USD in Svizzera e negli Stati Uniti (Indicatore B1).
Le sfide da affrontare per rispondere alle crescenti esigenze finanziarie sono perciò chiare, almeno per l'istruzione terziaria. Ma è ugualmente chiaro che aumentare soltanto le risorse finanziarie non è sufficiente. È indispensabile che gli investimenti per l’istruzione diventino anche più efficaci. Gli approfondimenti svolti in merito dal Dipartimento Economico dell’OCSE hanno portato alla conclusione che nei paesi membri esiste un potenziale per migliorare i risultati dell’apprendimento mediamente del 22%, mantenendo gli attuali livelli
di risorse (Indicatore B7 in 8QRU VJX RUJ~R~ V~J~~RQ~ 2007).
Quanto indicato fin qui rivela qual è la rotta da intraprendere per riformare l’istruzione, così come è già stato fatto in altri settori, e offrire una qualità migliore. I risultati dell’indagine PISA hanno anche rivelato che non esiste necessariamente un rapporto direttamente proporzionale tra risorse investite nell’istruzione e risultati dell’apprendimento, dimostrando che i soldi sono un prerequisito necessario ma non sufficiente per garantire un'alta qualità del l'apprendi mento.
La presente edizione di Uno sguardo all’educazione approfondisce quest’ambito (Indicatore B7) esaminando le scelte politiche compiute dai diversi paesi nell’investimento delle risorse, nonché il rapporto di compl ementari età esistente tra ore trascorse in classe, numero di anni trascorsi a scuola, numero di ore lavorative degli insegnanti, numero di studenti per classe (indicatore indiretto) e stipendi degli insegnanti (Indicatori C4, D1, D2, D3 e D4). I confronti effettuati tra paesi a livello di istruzione secondaria superiore mostrano che a livelli simili di spesa possono corrispondere scelte politiche diverse. Ciò spiega in qualche modo perché non esiste una semplice relazione tra la spesa complessiva per l'istruzione e il livello di prestazioni degli studenti. Ad esempio, in Corea e in Lussemburgo, i costi per studente (in termini di percentuale del PIL pro-capite per appianare differenze significative tra i redditi nazionali di questi paesi) sono ben superiori alla media OCSE (rispettivamente il 15.5% e il 15.2%, contro il 10.9% in media). Tuttavia, mentre la Corea investe le risorse pagando stipendi piuttosto alti agli insegnanti ma al prezzo di un numero piuttosto elevato di studenti per classe, in Lussemburgo l’alto livello dei costi per studente è quasi interamente ascrivi bi le alle dimensioni ridotte delle classi (Indicatore B7). I governi devono quindi valutare accuratamente queste scelte ed acquisire una maggiore comprensione di come tali scelte influiscano sul rapporto tra qualità e costi, se desiderano aumentare l'efficienza dei servizi scolastici.

L'anal isi rivela anche molte altre tendenze. In alcuni paesi con il più basso costo per studente nella scuola secondaria superiore (in termini di percentuale del PIL pro capite), gli stipendi sono
generalmente bassi rispetto al PIL pro-capite. Questo è particolarmente vero in Islanda, Irlanda, Norvegia, Polonia, Repubblica Sl ovacca e Svezia. Fa eccezione il Messico, dove i costi retri butivi degli insegnanti rispetto al PIL pro-capite sono nettamente superiori alla media OCSE, ma sono compensati dal numero elevato di studenti per classe (Indicatore B7).
Sottolineiamo nuovamente che i paesi in cui si sta verificando un aumento della spesa per studente devono valutare attentamente come questa spesa verrà utilizzata.
A livello dell’ istruzione terziaria, i modelli di finanziamento emersi differiscono da quelli dell’istruzione primaria e secondaria. Innanzitutto, l’uso di fondi privati è molto più diffuso rispetto alla scuola primaria e secondaria. I fi nanzi amenti privati rappresentano in media il 27% della spesa complessiva, e superano la soglia del 50% in Australia, Giappone, Stati Uniti e in Israele (paese partner), raggiungendo oltre il 75% in Corea e in Cile (paese partner), (Indicatore B3). L’equilibrio tra finanziamenti pubblici e privati da un lato e la capacità dei governi di fornire diverse forme di aiuti pubblici per le istituzioni terziarie dall’altro lato, sono i due fattori che hanno contribuito a spiegare le differenze osservate nei modi di finanziamento del l'i struzione terziaria. Alcuni paesi hanno trovato nuove fonti private, altri hanno aumentato i finanziamenti pubblici, mentre per quelli che non fanno né l’uno né l’altro è sempre più difficile conciliare incremento della partecipazione e qualità.
Finora, i paesi scandinavi sono riusciti a favorire l’espansione della partecipazione all’istruzione terziaria tramite importanti finanziamenti pubblici, con aiuti sia agli istituti sia agli studenti e alle famiglie, un investimento che ripaga altamente i singoli e la società. Altri paesi come Australia, Canada, Giappone, Corea, Nuova Zelanda, Regno Unito e Stati Uniti sono riusciti ad aumentare la partecipazione all’istruzione terziaria trasferendo parte dell’onere finanziario agli studenti e alle famiglie. In molti paesi, le tasse d’iscrizione sono fissate dagli istituti (spesso con un tetto) e possono variare in base alle prospettive degli studenti sul mercato del lavoro e ai redditi previsti dopo il conseguimento del titolo di studio (Indicatore B5). Queste misure sono spesso accompagnate da aiuti finanziari agli studenti meno abbienti, sotto forma di prestiti o di borse di studio, o prestiti vantaggiosi accessibili a tutti gli studenti. L’A ustral ia e la Nuova Zelanda, ad esempio, integrano i prestiti per le tasse condizionati al reddito futuro Al contrario, molti paesi europei pur non avendo aumentato gli investimenti pubblici in modo da consentire il mantenimento dei livelli passati di spesa per studente, continuano a vietare alle università di far pagare agli studenti le spese d’istruzione. Di conseguenza, soffrono di penuria di fondi e questo potrebbe inficiare la qualità dei programmi offerti. Il risvolto sorprendente di questa situazione è costituito dal fatto che, nella maggioranza dei paesi europei, la spesa media per studente nell’istruzione terziaria è oggi inferiore di oltre la metà di quella degli Stati Uniti. Se da un lato è difficile scegliere tra incremento degli investimenti pubblici e maggiori fondi privati, non fare né l’uno né l’altro a fronte di una domanda crescente per un'istruzione terziaria migliore e accessibile a tutti non è di certo un'alternativa.
Nel riformare i loro sistemi scolastici, i governi devono prendere in considerazione diversi aspetti affinché l’istruzione sia adeguatamente finanziata. Oltre ad assegnare la priorità all'istruzione nell’allocazione della spesa pubblica, essi devono anche valutare come incrementare i finanziamenti privati nell’istruzione terziaria, identificare le aree prioritarie per il miglioramento della qualità e i modi più efficienti di utilizzare le risorse. In questo contesto, la sfida è rappresentata dal raggiungimento di questi obiettivi senza compromettere le pari opportunità nei sistemi d'istruzione. Gli indicatori mostrano che in molti paesi gli studenti hanno molte più opportunità di accedere agli studi universitari se i loro genitori sono laureati. Questo dato sottolinea la necessità di misure che promuovano l'evoluzione i ntergenerazional e in termini di titoli di studio. Potenziare i sussidi pubblici e raggiungere un buon equilibrio tra aiuto finanziario sotto forma di prestiti o borse di studio può essere un modo di migliorare le pari opportunità di accesso all’istruzione terziaria. Secondo alcune analisi, per gli studenti provenienti da ambienti socio-economici meno favoriti, le borse di studio rappresentano un incentivo più efficace a continuare gli studi rispetto ai prestiti, mentre questi ultimi funzionano meglio per altre categorie socio-economiche (Indicatori A7 e B5).
A parte la questione dell’allocazione delle risorse, per aumentare i tassi di conseguimento dei diplomi di laurea e mitigare la pressione sulla spesa pubblica sarebbe opportuno ottimizzare gli strumenti di orientamento, al fine di permettere agli studenti di scegliere con consapevolezza il giusto indirizzo alla svolta tra gli studi secondari e quelli terziari. Risulta in effetti che in 19 paesi dell’OCSE con dati disponibili, il 31 % degli studenti non completa gli studi terziari ai quali si è iscritto (Indicatori A3 e A4).
L’Indicatore A1 suggerisce inoltre la necessità di adeguare i corsi che offrono scarse possibilità occupazionali ai bisogni crescenti di risorse umane in determinati settori. Nei paesi dell’OCSE, la proporzione di professioni qualificate è in genere più alta dell’offerta potenziale di risorse umane in possesso dei titoli di studio adeguati e della formazione necessaria per esercitare tali professioni.
Gestire la crescita e lo sviluppo dei sistemi scolastici in modo da migliorare l’accesso, la qualità e rendere più efficaci i finanziamenti, è una sfida difficile cui i governi dovranno rispondere. La società del sapere ha bisogno di cittadini innovativi, dotati di competenze e in possesso di alte qualifiche e la crescente partecipazione all’istruzione indica che i giovani e le famiglie ne sono già consapevoli. Sebbene sia impossibile prevedere fino a dove arriverà l’espansione dell’istruzione terziaria, è necessario creare sistemi finanziari sostenibili per rispondere alla crescita del numero di studenti. Fare diversamente, significherebbe polarizzare la società della conoscenza tra persone che possono permettersi di proseguire gli studi e persone che non possono.
È necessario fare scelte difficili. Un obiettivo prioritario dell’edizione 2008 di Uno sguardo all’educazione è di esporre il modo in cui i diversi paesi applicano alcune delle scelte sopraindicate. Bisogna fare molto di più per capire come associare in modo efficace scelte e politiche per promuovere l’apprendimento scolastico nei diversi contesti nazionali. I confronti internazionali possono rappresentare uno strumento atto a facilitare questa comprensione. ermettono ai diversi paesi di valutare i loro sistemi d’istruzione alla luce delle politiche programmate, implementate e attuate in altri paesi. Mostrano inoltre cosa è possibile fare in termini di qualità, di pari opportunità ed efficienza dei servizi scolastici, e possono favorire una migliore comprensione di come i diversi sistemi d’istruzione affrontano problemi simili.
L’edizione 2008 di Uno sguardo all’educazione risponde anche alla seguenti domande: come migliorare l’apprendimento delle scienze per gli studenti quindicenni (Indicatore A5), cosa pensano i genitori della scuola e dell’apprendimento delle scienze (Indicatore A6), l’estrazione socio-economica dei genitori condiziona la partecipazione degli studenti agli studi superiori (Indicatore A7), a che tipo di risorse e servizi vengono destinati i soldi per l’istruzione (Indicatore B6), i corsi professionali sono abbastanza diffusi (Indicatore C1), gli adulti partecipano alla formazione e all’apprendimento al lavoro (Indicatore C5), come sono usati le valutazioni e i giudizi nei sistemi d’istruzione (Indicatore D5) e, per finire, quale è il livello decisionale nei sistemi d’istruzione (Indicatore D6).
L’OCSE intende perfezionare gli utili confronti internazionali, non solo nei settori in cui è attualmente possi ble, ma anche in aree per le quali non è stato ancora effettuato un vero e proprio lavoro concettuale. Il lancio dell’Indagine Internazionale sull’Insegnamento e l’Apprendimento (TALIS) - che rappresenta un importante progresso in termini concettuali e metodologici e un ulteriore sviluppo del Programma di Valutazione Internazionale degli Studenti (PISA) e del Programma di Valutazione Internazionale delle Competenze degli Adulti (PIAAC) – e il lavoro avviato sulla valutazione dei risultati dell’apprendimento nella scuola superiore (AHELO), rappresentano un importante passo avanti per il raggiungimento di questo obiettivo.

Il rapporto completo può essere consulato alla pagina www.oecd.org/edu/eag2008 /span>







Questo Articolo proviene da AetnaNet
http://www.aetnanet.org

L'URL per questa storia è:
http://www.aetnanet.org/scuola-news-11950.html