TAGLI ALLA SCUOLA: RIDURRE GLI INSEGNANTI DI RELIGIONE CATTOLICA?
Data: Luned́, 08 settembre 2008 ore 09:23:08 CEST
Argomento: Opinioni



Gentili colleghi,

in questi giorni stiamo assistendo alla “scure” del ministro all’istruzione sul personale della scuola; il termine che va per la maggiore è quello di “razionalizzare” il sistema evitando gli sprechi come ad esempio far fare ad uno il lavoro che prima facevano in tre (mi riferisco al maestro unico), accorpare le classi di concorso (in modo tale che anche un odontoiatra possa insegnare ad esempio chimica) e tanti altri “colpi di genio” che in questi giorni vengono fuori dalla mente della nostra Minestra (mi riferisco alla Gelmini che a me più che un Ministro sembra una Minestra in quanto sta buttando dentro il calderone della scuola tutto quello che le passa per la testa sperando che alla fine ne ricavi qualcosa di buono).
La Gelmini vuole riportare la meritocrazia nell’avanzamento di carriera degli insegnanti abbandonando la logica dell’avanzamento di carriera per anzianità a favore dei meriti e tutto questo è molto corretto ma sarebbe una proposta più credibile se provenisse da una persona che non si ritrova a fare il Ministro solo per avere militato qualche anno in un partito politico. Voglio porre l’attenzione sul fatto che nella scure che si sta per abbattere nel personale della scuola non sono stati affatto menzionati gli insegnanti di religione cattolica; l’Italia è uno stato laico e non capisco il perché lo Stato italiano debba pagare circa 30000 insegnanti di religione cattolica con contratto a tempo indeterminato; sappiamo tutti che per accedere alle professioni pubbliche è necessario superare un concorso ministeriale mentre gli insegnanti di religione cattolica, dopo il loro onesto percorso di studi, per essere assunti dallo Stato italiano necessitano solamente di essere “segnalati” da un’autorità religiosa; non dimentichiamo, inoltre, che l’Italia ha un rapporto alunni – docenti diverso dal resto dell’Europa perché nei conteggi che ci vengono sbandierati sono compresi pure gli insegnanti di religione cattolica, mentre nel resto dell’Europa i vari Stati non prevedono un docente di religione qualunque essa sia.
Sappiamo tutti che negli ultimi anni non tutti gli alunni scelgono di avvalersi dell’insegnamento di religione cattolica e non è difficile che capiti che in classe rimangano a fare lezione di religione cattolica il docente e un numero esiguo di alunni e sinceramente a me questo sembra uno spreco. Quindi, cari colleghi, riflettiamo profondamente su quello che i nostri amministratori ci vogliono far “ingoiare” e cerchiamo di portare alla ribalta certe situazioni che hanno dell’inverosimile perché qua “nessuno è fesso” cara Ministro.

 

Prof. Carmelo Di Vincenzo






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