MA CHE COSA DEVE FARE LA GELMINI PER CAMBIARE LA SCUOLA ITALIANA?
Data: Luned́, 08 settembre 2008 ore 09:14:18 CEST
Argomento: Opinioni


MA CHE COSA DEVE FARE LA GELMINI PER CAMBIARE LA SCUOLA  ITALIANA?

Io, lo confesso, non ho una particolare simpatia per questo ministro dell’istruzione. E non ne ho avuta in particolare nemmeno per i precedenti. Al Dicastero dell’Istruzione sono sempre finite persone che con la scuola non c’entravano niente…Sono stati ministri dell’istruzione, per ricordare i più recenti, Rosa Russo Iervolino, Francesco D’Onofrio, Luigi Berlinguer e, per ultimi,  Letizia Moratti e  Giuseppe Fioroni. Il professore Tullio De Mauro, invece che era appunto un professore e conosceva bene la scuola, fu quello che si accordò al tavolo delle trattative per l’aumento di 30000 lire agli insegnanti… Gente che con la scuola non aveva mai avuto niente a che fare e che ha combinato solo danni…
Insomma tanti, negli anni, sono stati i provvedimenti insulsi, farraginosi e contraddittori, più di apparenza che di sostanza. Perciò la  scuola italiana non ha arrestato la sua deriva, il suo vertiginoso precipitare verso l’abisso del nulla. Anzi. Alcune decisioni hanno accelerato questo processo di deterioramento: basti pensare alla cretinata dei debiti scolastici, preludio a quella promozione generalizzata che ha interessato la scuola superiore e l’ha resa una sorta di farsa istituzionalizzata.
Ora, ditemi, che si deve fare? Un’inversione di rotta ci vuole. Prima o poi, sono anni che aspettiamo, qualcuno deve provare a cambiare sostanzialmente, non superficialmente la scuola. E non è con le cririche sterili e indiscriminate a tutti i ministri, e noto in particolare a quelli del centro destra, che ci riusciremo. La scuola non ha bisogno di faziosità, della lotta a un colore politico. La scuola ha bisogno di superamento dei particolarismi e dell’ accoglimento di una visione più globale.
Dunque, visto che in questi giorni è tanto criticata, visto che non va bene né il grembiule, né il voto di condotta, né il maestro unico, né la razionalizzazione degli organici, visto che a criticare siamo tutti tanto bravi, ma a proporre un po’ meno, diciamoglielo a MariaStella che cosa deve fare per cambiare la scuola italiana. Quali sono le nostre proposte, possibilmente fattibili? Magari il ritorno degli esami di riparazione? O un’immediata riforma della secondaria superiore con una revisione totale degli insegnamenti? O l’assunzione di tutti i precari, senza creazione di altro precariato? Perché qua tutti dicono che non va bene, ma nessuno dice cosa bisogna fare. Perché è impresa sovrumana cambiare la scuola italiana dopo decenni di sfascio. Ci vogliono le dodici fatiche di Ercole.
A meno che non vogliamo sognare che si possa magari raddoppiare il numero degli insegnanti e pagarli tutti 3000 euro al mese, in una nazione con le pezze nel sedere, dove per cinquant’anni la classe politica si è mangiata tutto, anche il nostro futuro.
Non mi fa particolare simpatia MariaStella Gelmini. E non me la rende più simpatica il fatto che sia di centrodestra. Magari sarà il solito ministro che getta fumo negli occhi dei docenti con provvedimenti di parata, senza reali mutamenti. E che alla fine manco gli stipendi ci aumenta. Ma per adesso c’è lei. E non è giusto ad ogni passo bloccarla o criticarla. Teniamola d’occhio, invece. Ma facciamola operare.
Io voglio che qualcuno faccia qualcosa per la scuola. Chiunque egli sia. A qualunque partito appartenga. Che la scuola torni ad essere una cosa importante in Italia. A meno che non ci tocchi affermare, come fece un nostro amato odiato connazionale, che governare l’Italia non è difficile, ma  semplicemente inutile.

SILVANA LA PORTA






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