Clamoroso: gli insegnanti di sostegno, a fine operazioni, risultano aumentati in Italia di duemila unità! C’è stata solo ridistribuzione territoriale.
Data: Sabato, 06 settembre 2008 ore 09:45:29 CEST
Argomento: Associazioni


ROMA - L'applicazione del piano di riequilibrio degli organici degli insegnanti di sostegno sta creando problemi in molte province italiane. Si creano veri e propri paradossi locali perché da una parte - a livello nazionale - aumenta il numero complessivo degli insegnanti di sostegno, ma dall'altra vengono "tagliati" posti di insegnanti di sostegno dove il rapporto tra insegnanti e alunni disabili e più alto di quello previsto dalla finanziaria del governo Prodi (il tetto fissato è un insegnante per due alunni disabili) e nello stesso tempo vengono ridotti i servizi comunali agli alunni disabili a causa del taglio dell'Ici che ha provocato una fortissima riduzione dei budget finanziari in tutte le città.
A livello nazionale il numero degli insegnanti di sostegno dovrebbe quindi crescere e arrivare per l'anno scolastico che sta per cominciare (2008-2009) a 93 mila su un totale di circa 180 mila alunni (si tratta ancora di proiezioni perché i dati definitivi si avranno verso la metà di ottobre).
Ma se in alcune zone il numero di insegnanti di sostegno sarà confermato e perfino incrementato, in altre (vedi gli altri lanci di Redattore Sociale sulle regioni del sud) ci sarà una drastica riduzione che è stata già fonte di molte proteste locali.
Giancarlo Onger, vicepresidente del Cnis, un'organizzazione non sindacale degli insegnanti di sostegno ed ex consulente del ministro Fioroni al tempo del governo Prodi, spiega l'apparente contraddizione tra l'aumento nazionale del numero degli insegnanti di sostegno e una percezione di tagli pesanti in alcune regioni italiane facendo riferimento da una parte a una erronea interpretazione del ruolo dell'insegnante di sostegno e dall'altra dal mix nefasto che si è creato tra le disposizioni della legge finanziaria dal governo Prodi e gli effetti della decisione di abolire l'Ici da parte del governo Berlusconi, decisione politica che ovviamente non poteva essere prevista dal governo di centrosinistra, né tantomeno dagli amministratori che siglarono nello scorso mese di marzo l'intesa sugli insegnanti di sostegno nell'ambito della Conferenza unificata Stato-Regioni .
La legge finanziaria di Prodi - spiega Onger - mirava a riequilibrare una situazione che era diventata incontrollabile.
In alcune zone d'Italia il rapporto tra insegnanti di sostegno e alunni disabili era buono o molto buono, mentre in altre zone agli insegnanti di sostegno venivano affidati troppi alunni disabili.
Lo schema della finanziaria e delle disposizioni relative alla disabilità nella scuola si erano dunque concentrare su un rapporto ottimale (uno a due appunto) e sulla necessità di sviluppare i servizi comunali.
Una cosa infatti è attribuire un giusto ruolo all'insegnante di sostegno nell'ambito di tutto l'organico docente della scuola, altra cosa è scaricare tutti i compiti di assistenza sugli stessi insegnanti di sostegno.
Molte associazioni che si occupano di disabili criticano dunque un approccio "ragionieristico" al problema.
Non si tratta infatti - spiega ancora Onger - di aumentare all'infinito il numero degli insegnanti di sostegno, ma di creare le condizioni per una crescita armoniosa degli alunni disabili, utilizzando tutti gli strumenti a disposizione (gli insegnanti di sostegno, gli altri insegnanti, gli educatori e gli assistenti comunali specializzati).
Il fatto che i Comuni non abbiano ora più i soldi necessari per finanziari gli assistenti e gli educatori (ci sono casi di bambini con problemi di linguaggio che verranno abbandonati a se stessi) crea ovviamente uno scompenso molto pesante sul riequilibrio che era stato pensato con tutt'altro spirito e all'interno di una logica ben diversa da quella dei tagli indiscriminati per fare cassa. (5 settembre 2008)





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