Scuola, la settimana cortissima. In Francia mercoledì e sabato a casa i bambini di asilo ed elementari
Data: Martedì, 26 agosto 2008 ore 13:42:37 CEST
Argomento: Redazione


da Repubblica.it

In Francia mercoledì e sabato a casa i bambini di asilo ed elementari
E anche da noi si comincia a discutere del "tempo libero" dei piccoli alunni

Scuola, la settimana cortissima Se si studia solo 4 giorni
di ANAIS GINORI


PARIGI - Un giorno in più. Per giocare, stare con i genitori, andare a trovare la nonna, o semplicemente per dormire senza sveglia. A leggerla così, fila tutto liscio, o almeno dovrebbe. La scuola, in Francia, si restringe ancora un po', prende meno spazio e tempo alla vita familiare, sposa la filosofia del "studiare meno per imparare meglio".

La settimana diventa cortissima, soltanto quattro giorni sui banchi per i bambini da tre a dieci anni. È una rentrée particolare quella che attende lunedì prossimo sei milioni di alunni. Dopo il mercoledì, tradizionale giorno libero da oltre un secolo, adesso arriva anche il sabato. "Per far respirare la mente e liberare la creatività", ha detto con molta enfasi il ministro dell'Istruzione, Xavier Darcos.

In casa della piccola Hélene la cartella è già pronta, i nuovi quaderni pure. Tra pochi giorni comincerà le elementari all'istituto pubblico della rue Blanche, nel nono arrondissement. "Con quel maledetto sabato abbiamo combattuto per tre anni. Non saremo certo noi a lamentarci - racconta Jean-Pierre Lepetit, il padre, che fa lo sceneggiatore televisivo. - Il mercoledì non sono mai riuscito a stare a casa, adesso finalmente potrò vedere mia figlia nel weekend, senza limitazioni".

È dall'inizio degli anni Settanta che si parla di ridurre l'anno scolastico. Allora era lo spirito del tempo, una eredità libertaria del Sessantotto. Adesso si tratta invece di una prosaica presa d'atto. Il concetto di famiglia, e il tempo a sua disposizione, è cambiato. In Francia, la creazione di un giorno libero infrasettimanale risale nel 1882, con la legge voluta da Jules Ferry, padre dell'insegnamento pubblico e laico. Il giovedì, poi il mercoledì, veniva destinato al catechismo. In realtà, gran parte dei genitori francesi lo ha sempre utilizzato per altre attività, dal nuoto alla musica. Ma è rimasto sempre l'accordo con la Chiesa, che nessun governo ha mai voluto toccare. Secondo il ministero dell'Istruzione, l'80% dei genitori sono favorevoli alla nuova settimana cortissima.

Da settembre, le ore di lezione scendono a 24 settimanali (prima erano 26) e si concentrano tra il lunedì, il martedì, il giovedì e il venerdì. Sei ore al giorno, con mezzora per la ricreazione. Un ritmo più naturale, contando che, statistiche alla mano, gli alunni francesi rimangono, insieme agli italiani, tra quelli che studiano di più in Europa. "No, è un'eresia pedagogica», ribatte Jack Lang. L'ex ministro socialista ha appena dato alle stampe un suo pamphlet contro la riforma Darcos. «Tenere la scuola chiusa un giorno è soltanto un modo di risparmiare soldi" dice Lang, che interpreta il progetto del governo come un indebolimento della scuola pubblica rispetto a quella privata. "Si tratta infatti di allinearsi agli standard degli istituti religiosi, che già prevedono questo orario" osserva Lang.

Insieme alla politica è destinato a dividersi anche il fronte dei genitori. Anouk, che fa la ristoratrice nell'undicesimo arrondissement, vive l'arrivo della riforma come una disgrazia. "Bene, e adesso a chi lascerò mio figlio?". Reduce da un divorzio, il sabato mattina era il giorno del passaggio di consegne con l'ex marito. "Lui andava a prendere Nicolas alla materna». Lei andava a fare la spesa per il suo locale. «Adesso dovremo trovare una soluzione con qualche struttura privata» aggiunge. Il primo problema della nuova scuola è infatti nella mancanza di alternative. Il ministero ha lasciato ai comuni la responsabilità di organizzare attività per i bambini il sabato ma senza stanziare fondi. "Quando era sindaco di Périgueux, Xavier Darcos si era battuto contro la riforma allora voluta dai socialisti, proprio perché non c'erano sufficienti soldi per affrontare i bisogni delle famiglie" racconta Faride Hamana, presidente di una delle principali associazioni di genitori. "Ora che è ministro, invece, scarica tutto sugli enti locali e su noi genitori". E così, mentre nella capitale alcuni genitori saranno contenti di poter partire fuori nel weekend, nelle banlieues un giorno senza scuola significherà soltanto un bivacco in strada, davanti ai videogiochi o nel centro commerciale.

"È un modo di scavare ancora di più il solco tra famiglie ricche e quelle povere" dice Hubert Montagner, ex direttore dell'istituto Inserm. "Una riforma puramente classista, per far contenti i proprietari di seconde case, scontenti di dover rimanere in città il weekend". Sulla carta, l'abolizione del sabato a scuola potrebbe però portare alcuni vantaggi per le famiglie. Per esempio, una riduzione dei costi di trasporto. In tempi di caro-petrolio, sostengono avere un giorno in meno di spola con la scuola può essere un sollievo per il portafoglio, soprattutto in zone di campagna, dove le distanze sono maggiori. Il governo, poi, ha promesso di destinare le due ore decurtate dal vecchio orario a dei corsi di recupero e sostegno per quegli alunni che faticano a seguire il programma. Oltre un quinto degli scolari francesi arrivano alla fine delle elementari con gravi difficoltà in francese e matematica.

Il più convinto promotore della settimana di 4 giorni è stato Nicolas Sarkozy, che ha invece combattuto le 35 ore dei lavoratori con lo slogan "lavorare di più, per guadagnare di più". Il capo di Stato ha anche voluto un ritorno all'antico della scuola, con le tabelline, le poesie a memoria e la grammatica pura. Ma la nuova materia che farà più discutere è l'istruzione "civica e morale". Già dalla prima elementare, i bambini dovranno imparare alcune massime come "La libertà individuale si ferma dove comincia quella altrui" o "Nessuno è tenuto ad ignorare la legge". Il governo vuole che i bambini ricomincino a dare del "lei" ai maestri, che sappiano cantare la Marsigliese e che si alzino in piedi davanti al Tricolore e al busto di Marianna.

"Invece che migliorare la qualità della vita, aumenterà il fallimento scolastico". François Testu è categorico. Da anni questo ricercatore dell'università di Tours lavora sull'organizzazione del tempo, quello scolastico e quello biologico. Si definisce "cronobiologista". "Gli alunni faticano già a riprendere lo studio con un'interruzione in piena settimana, figuriamoci adesso con due giorni interi nel weekend". Secondo Testu, questa riforma provocherà "più stanchezza, mancanza di attenzione, sbalzi di umore". Il sonno sarà disturbato, perché l'organismo non è fatto per cambiare ripetutamente orario di risveglio durante una settimana. "Credo che ci sia molta demagogia in questa iniziativa — spiega Testu — perché dare più libertà ai giovani non significa per forza spingerli verso nuove forme di espressione o creatività". È una riforma che nasce da un'esigenza di insegnanti e genitori. E quello che è bene per gli adulti, conclude Testu, non sempre è il bene dei bambini.







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