nessuno può dire con certezza in che senso stia cambiando il clima
Data: Lunedì, 25 agosto 2008 ore 20:27:09 CEST
Argomento: Opinioni


dal sito "La Sicilia"

«Meno soldi per gli armamenti, di più per la ricerca scientifica»   

Rino Giacalone
Erice.  Dai seminari del Majorana sulle emergenze planetarie gli scienziati e gli studiosi tornano a ribadire che nessuno può dire con certezza in che senso stia cambiando il clima. «Chi dice di essere sicuro sui calcoli fatti non può dirlo – esordisce il prof. Nino Zichichi – i calcoli debbono essere fatti con una matematica complessa che noi fisici ben conosciamo e che presenta tante difficoltà e allora come si fa a dire di essere sicuri, sul riscaldamento del pianeta, se chi sostiene ciò ha usato una matematica meno raffinata della nostra?».
E ribaltando le convinzioni che molti si sono fatti sul riscaldamento del pianeta, solo vedendo e sentendo parlare di ghiacciai che si sciolgono, ad Erice è giunto un responso del «Meteorological Office» di Londra, secondo cui «il pianeta sarebbe più freddo. La media mondiale è scesa di 0,1°C al di sotto dei valori minimi dal 2000 ad oggi». Una smentita per gli scenari proposti dall'IPCC (ente per gli studi climatici patrocinato dall'Onu) che prevedevano una curva in salita esponenziale e costante, verso il riscaldamento. «L'IPCC – ripete il fisico Zichichi – ha fatto credere che la scienza abbia capito tutto del clima. E invece non è così. La scienza è ben lungi dall'avere risolto l'equazione del clima».
Cosa è l'Ipcc?
«Per imporre il rigore scientifico nello studio dei problemi meteoclimatologici ad Erice, nella metà degli anni Ottanta, fu proposta l'istituzione di un comitato di studio, il gruppo era composto da 50 membri, tra cui Tsung Dao Lee, allievo di Fermi e Nobel per la fisica, negli anni il comitato si è ampliato, trasformandosi in un organismo dell'Onu, l'attuale Ipcc, di cui fanno parte 2500 membri, senza dare ascolto ai fisici ora l'Ipcc ha indotto il grande pubblico a credere che la scienza abbia capito tutto del clima. Ed invece non è vero».
Ma c'è chi lancia allarmi sullo scioglimento delle calotte e ne attribuisce responsabilità all'uomo. È così?
«Parlare di colpa delle attività umane è infondato, sulla Terra ne sono successe di tutti i colori, le calotte polari per ben 4 volte negli ultimi 500 milioni di anni si sono sciolte e si sono ricreate e l'uomo non c'era, serve invece una elevata attenzione quando si parla di questi temi, nessuno può stabilire con certezza se andiamo verso il riscaldamento o il raffreddamento, cosmologicamente andiamo verso il raffreddamento ma in tempi molto ma molto lunghi».
In questa sessione si è parlato di una missione condotta nel Polo Nord, quella del russo Chilingarov.
«Una testimonianza importante, sotto quella calotta c'è petrolio e questo significa che lì prima dei ghiacci ci sono state foreste».
Cosa fare allora per capirne di più sul futuro del clima e sui destini del Pianeta?
«Semplicemente si permetta agli studi di andare avanti, si spendano soldi non per il riarmo ma per capire cosa sta avvenendo. Intanto oggi nessuno può dire di avere capito, servono misure più accurate. Ancora oggi non sono sicure neppure le previsioni meteo a 48 ore. Figuriamoci cosa accade a lunga scadenza».
Intanto da ieri ha chiuso i battenti sulla 40esima sessione del Majorana dedicata alle Emergenze Planetarie.
Cosa è emerso?
«Il nemico numero uno della pace nel mondo è il segreto tecnico-scientifico – risponde il prof. Zichichi – Fintantocché esisteranno laboratori i cui risultati sono tenuti in gran segreto, la corsa agli armamenti non sarà bloccata. Si firmano tanti trattati sullo smantellamento degli arsenali militari, sulla non proliferazione, ma di fatto nessuno poi fa nulla».

 







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