dal sito "La Sicilia"
«Meno soldi per gli armamenti, di più per la ricerca
scientifica»
Rino Giacalone
Erice. Dai seminari del Majorana sulle emergenze planetarie gli
scienziati e gli studiosi tornano a ribadire che nessuno può dire con certezza
in che senso stia cambiando il clima. «Chi dice di essere sicuro sui calcoli
fatti non può dirlo – esordisce il prof. Nino Zichichi – i calcoli debbono
essere fatti con una matematica complessa che noi fisici ben conosciamo e che
presenta tante difficoltà e allora come si fa a dire di essere sicuri, sul
riscaldamento del pianeta, se chi sostiene ciò ha usato una matematica meno
raffinata della nostra?».
E ribaltando le convinzioni che molti si sono fatti sul riscaldamento del
pianeta, solo vedendo e sentendo parlare di ghiacciai che si sciolgono, ad Erice
è giunto un responso del «Meteorological Office» di Londra, secondo cui «il
pianeta sarebbe più freddo. La media mondiale è scesa di 0,1°C al di sotto dei
valori minimi dal 2000 ad oggi». Una smentita per gli scenari proposti dall'IPCC
(ente per gli studi climatici patrocinato dall'Onu) che prevedevano una curva in
salita esponenziale e costante, verso il riscaldamento. «L'IPCC – ripete il
fisico Zichichi – ha fatto credere che la scienza abbia capito tutto del clima.
E invece non è così. La scienza è ben lungi dall'avere risolto l'equazione del
clima».
Cosa è l'Ipcc?
«Per imporre il rigore scientifico nello studio dei problemi meteoclimatologici
ad Erice, nella metà degli anni Ottanta, fu proposta l'istituzione di un
comitato di studio, il gruppo era composto da 50 membri, tra cui Tsung Dao Lee,
allievo di Fermi e Nobel per la fisica, negli anni il comitato si è ampliato,
trasformandosi in un organismo dell'Onu, l'attuale Ipcc, di cui fanno parte 2500
membri, senza dare ascolto ai fisici ora l'Ipcc ha indotto il grande pubblico a
credere che la scienza abbia capito tutto del clima. Ed invece non è vero».
Ma c'è chi lancia allarmi sullo scioglimento delle calotte e ne attribuisce
responsabilità all'uomo. È così?
«Parlare di colpa delle attività umane è infondato, sulla Terra ne sono successe
di tutti i colori, le calotte polari per ben 4 volte negli ultimi 500 milioni di
anni si sono sciolte e si sono ricreate e l'uomo non c'era, serve invece una
elevata attenzione quando si parla di questi temi, nessuno può stabilire con
certezza se andiamo verso il riscaldamento o il raffreddamento, cosmologicamente
andiamo verso il raffreddamento ma in tempi molto ma molto lunghi».
In questa sessione si è parlato di una missione condotta nel Polo Nord, quella
del russo Chilingarov.
«Una testimonianza importante, sotto quella calotta c'è petrolio e questo
significa che lì prima dei ghiacci ci sono state foreste».
Cosa fare allora per capirne di più sul futuro del clima e sui destini del
Pianeta?
«Semplicemente si permetta agli studi di andare avanti, si spendano soldi non
per il riarmo ma per capire cosa sta avvenendo. Intanto oggi nessuno può dire di
avere capito, servono misure più accurate. Ancora oggi non sono sicure neppure
le previsioni meteo a 48 ore. Figuriamoci cosa accade a lunga scadenza».
Intanto da ieri ha chiuso i battenti sulla 40esima sessione del Majorana
dedicata alle Emergenze Planetarie.
Cosa è emerso?
«Il nemico numero uno della pace nel mondo è il segreto tecnico-scientifico –
risponde il prof. Zichichi – Fintantocché esisteranno laboratori i cui risultati
sono tenuti in gran segreto, la corsa agli armamenti non sarà bloccata. Si
firmano tanti trattati sullo smantellamento degli arsenali militari, sulla non
proliferazione, ma di fatto nessuno poi fa nulla».