Si attendono ormai i regolamenti attuativi del decreto n°112, convertito
in legge lo scorso 5 agosto, per accorpare più classi di concorso,
togliere alcuni insegnamenti, irrigidire la formazione delle
classi, introdurre un solo maestro, ridurre gli organici, ridimensionare
le scuole. Le promesse del governo sulla istruzione vengono
dunque tutte mantenute e se i presidi non applicheranno
le norme pagheranno di persona. Con ogni probabilità pagherà
pure la qualità della istruzione e la salute mentale dei docenti i
quali attendono, oltre di sapere il loro destino, anche il rinnovo
della parte salariale del contratto, scaduto lo scorso 31 dicembre.
Sembra inoltre che gli aumenti a pioggia previsti siano alquanto
pochi (si parla di pochi ero netti al mese) mentre qualcosa in
più sarebbe previsto per premiare, anche questo in ottemperanza
alle promesse, i docenti meritevoli. Difficile capire quali parametri
saranno adottati, sta di fatto che la ricerca del "migliore" rischia
di provocare ulteriore stress presso i professori che saranno
costretti a competere con i colleghi, nascondere le proprie iniziative,
abbandonare i lavori di equipe, operare nel sospetto di essere
scavalcati o peggio cattivarsi simpatie e ruffianerie per appesantire
le già magre rimesse dello Stato.
Uguale discorso se il premio venisse assegnato all’intera scuola.
Nel momento in cui non l’ottenesse, scatterebbe la caccia ai
colpevoli con ostracismi e clima di sospetto, mentre le già poche
collaborazioni fra scuole crollerebbero e si otterrebbe con ogni
probabilità solo competizione subdola e non l’eccellenza. E non
solo, ma le scuole periferiche e a rischio rimarrebbero comunque
sempre tali con l’aggravio che i pochi docenti missionari sarebbero
incentivati ad andarsene.
La questione del merito è dunque
assai delicata e pochi, crediamo, ne possono parlare con cognizione
mentre fondamentale ci appare un aspetto assai tralasciato:
quello delle ispezioni. In questo versante lo Stato dovrebbe intervenire
in maniera rigorosa e massiccia, sia contro i fannulloni
e sia per la didattica, compresi gli abusi o le ignoranze di insegnanti
ma anche di segretari e presidi. Ispezioni non solo di controllo,
ma anche di consiglio, di indirizzo, di aggiornamento. Ma
per farlo occorrono risorse e occorre pure avere a cuore la scuola
pubblica che ha bisogno di queste attenzioni per gratificare e
per censurare, condizioni che finora sono mancate.
PASQUALE ALMIRANTE (da www.lasicilia.it)