24.08.2008. Tensione tra vecchi supplenti e nuovi aspiranti
In un’aula caldissima migliaia di docenti
precari di sostegno hanno atteso ore
per avere una nomina nelle scuole secondarie
di primo grado. In questi casi
basta poco per fare scoppiare la scintilla,
così come è avvenuto venerdì scorso
nell’aula delle convocazioni. La tensione
è derivata dal fatto che i vecchi supplenti
annuali speravano di conservare
il posto di lavoro, mentre i nuovi inclusi
nella graduatoria auspicavano
di ottenere quanto
meno delle ore di insegnamento
per avere il punteggio
ed il rimborso per le
spese di viaggio, in caso di
nomine in scuole distanti
dal paese di residenza.
Malgrado le condizioni climatiche
davvero proibitive,
le operazioni sono state
ultimate in tarda serata.
Per la prima volta, dati i
tagli di posti, sono state
occupate cattedre in organico in istituti
molto distanti. A Catania quest’anno
gli aspiranti al sostegno sono stati più
numerosi rispetto al passato considerato
il fatto che molti docenti hanno conseguito
il titolo nei mesi scorsi, per cui
entro il 30 giugno scorso hanno presentato
la documentazione per essere
inclusi nell’elenco, facendo aumentare
la concorrenza.
In totale, i docenti precari inclusi negli
elenchi della scuola secondaria di
primo grado sono ben 1306, le nomine
fatte sono state 318; hanno maturato il
diritto alla nomina i precari inclusi nell’elenco
fino al 481 posto. Molti docenti
quindi non hanno avuto la nomina e
alcuni hanno perso il posto di lavoro. Le
uniche speranze per un eventuale recupero
restano le supplenze inferiori a sei
ore, le cui nomine sono di competenza
dei dirigenti scolastici, che recluteranno
i nominativi dalle loro graduatorie di
istituto. Prima di procedere alla assegnazione
di queste supplenze, i capi di
istituto dovranno interpellare
i docenti di ruolo in
organico nella stessa scuola,
che potrebbero accettare
le ore residue.
L’ufficio scolastico provinciale
di Catania resta tra
i più affollati d’Italia: molti
docenti precari qualche
anno addietro scelsero uffici
scolastici del nord per
essere inclusi nelle graduatorie
ad esaurimento;
numerosi precari sono stati
immessi nei ruoli e quest’anno hanno
avuto l’assegnazione provvisoria in istituti
della provincia, in attesa del trasferimento
definitivo in una scuola del Catanese,
evitando così la "terribile code
estive" per avere una supplenza annuale.
Intanto, ieri è iniziato il conferimento
dei contratti a tempo determinato per il
sostegno nelle scuole secondarie di secondo
grado. Stesso caldo, stesso affollamento,
stessa disperazione. Nella media
superiore, contrariamente alla scuola
secondaria di primo grado, dove vi è
un’unica graduatoria. Gli elenchi sono
quattro: area tecnica, area scientifica,
umanistica e psicomotoria. Fino a tarda
serata si è proceduto alle nomine dell’area
tecnica ed umanistica, in totale circa
100 nomine. Anche nella media superiore
vi sono meno posti rispetto allo
scorso anno.
Il segretario provinciale dello Snals
prof. Giovanni Tempera, ha dichiarato: «I
tagli previsti sugli organici per il prossimo
anno produrranno alla scuola catanese
la conseguenza disastrosa che parecchi
istituti scolastici avranno classi
numerose, in alcuni casi fino a 30 alunni.
Tali tagli hanno impedito l’apertura
dei corsi serali, con conseguenze gravissime
per l’immagine della scuola catanese.
Nel sostegno nel prossimo anno
scolastico si perdono 413 posti in deroga
richiesti e certificati dalle scuole e rispetto
al decorso anno scolastico 241.
E’
necessario - continua Tempera - una
mobilitazione degli operatori scolastici
e dei cittadini che non possono permettere
che sulla scuola si abbatta la scure
dei tagli, vanificando e mortificando il
ruolo sociale e fondamentale che la
scuola deve avere in una società in continua
evoluzione. La scuola catanese -
conclude il segretario dello Snals - come
ha fatto egregiamente fino adesso è
chiamata a svolgere un ruolo insostituibile
di inserimento degli alunni diversamente
abili nel circuito dell’apprendimento,
onde consentire il raggiungimento
dei percorsi formativi, capaci
di alleviare il loro disagio sociale e
quello delle famiglie».
MARIO CASTRO (da www.lasicilia.it)