Se da un lato mancano tanti laureati in chimica, dall’altro la
scuola scoppia di precari, docenti e Ata, mentre il rapporto Svimez
segnala che il capitale umano italiano e la sua ricerca
scientifica continuano ad allontanarsi dall’Europa, sia dalle eccellenze
dei vecchi partner e sia dalle arrampicate dei nuovi,
esclusa la Romania. Tutto questo mentre si discute di grembiule
e di voto di condotta per punire i bulli ma se si volesse punire,
con l’espulsione, chi ha portato la scuola in queste condizioni
non si troverebbe un solo responsabile.
Tuttavia dal suo scranno, il ministro della Istruzione, Gelmini,
assicura nuove regole per il reclutamento e legame stretto
tra merito dei docenti con retribuzione senza però dire quale
sistema adotterà, anche se giura di volere operare in stretta sinergia
con gli addetti. E similare dialogo conclude Valentina
Aprea: deciderà il parlamento, ma senza specificare se a maggioranza
o all’unanimità. La decisione da votare riguarda il suo
ddl che ci trova d’accordo sulla soppressione delle Rsu e sulla
progressione di carriera nei tre livelli: docente iniziale, ordinario,
esperto raggiungibili con corsi-concorsi, compresa la vicepresidenza
che oggi viene assegnata dal dirigente sulla base di
affinità elettive o di protezione.
Discutibile appare invece l’albo
professionale regionale dal quale ogni scuola attingerebbe
il personale, anche se si parla di concederne solo una quota del
20%, così come avverrebbe per la quota dei piani di studio decisi
da ogni singola istituzione. In ogni caso a dettare le condizioni
complessive sul futuro della scuola, più che il titolare del
dicastero, Gelmini, appare Aprea, presidente della commissione
cultura, insieme con Tremonti, che tiene la borsa e che impone
pure i criteri per la definizione degli organici stabiliti non
più sul numero delle classi ma su quello complessivo degli
alunni; diktat che spunta indolore in un liceo ma in un Istituto
con più indirizzi è praticamente devastante.
Da qui la necessità
per il Ministro di ridurre i percorsi e le ore di lezione nei
tecnici e nei professionali, esattamente in linea con la riforma Moratti. Se dunque non ci saranno imprevisti nel volgere di un
anno o due la nuova disciplina scolastica dell’Aprea dovrebbe
fare capolino; per l’altra disciplina, della condotta e del grembiule,
se ne occuperà Gelmini.
PASQUALE ALMIRANTE (da www.lasicilia.it)