LA SCUOLA...E LA LOGICA DELLA RACCOMANDAZIONE
Data: Venerd́, 01 agosto 2008 ore 17:47:14 CEST
Argomento: Opinioni


Quali sono, da che mondo è mondo, le principali agenzie educative? La famiglia, rispondiamo tutti bel belli in coro, e la scuola. Per prima la famiglia, poi la scuola. Anzi, per essere equi, tutt’e due in perfetta sinergia per formare gli uomini e i cittadini di domani. E gli insegnanti, quando operano dalla loro piccola cattedra, ci credono ancora un po’ a questa antica certezza, e spesso cominciano a fare, tra una spiegazione e l’altra, anche qualche piccola predica. Capita a me, capita a tutti.
E cominciano. Ragazzi – esordiscono - la vita è dura, molto dura. Ci vuole stomaco e capacità di lottare con tutte le proprie forze. Dunque, carattere, ambizione e fatica per costruire quello che, state sicuri, vi renderà liberi. Ma liberi davvero. Cioè una salda formazione culturale.
Nel frattempo, nel bel mezzo di queste potenti e solenni parole, c’è qualcuno che vi guarda annoiato, chi  tende un orecchio alle vostre ciance, e chi vi comincia a guardare strano. Ma voi non ci badate e, da buon insegnante, continuate lo stesso, imperterriti.
Ragazzi – riprendete - studiate. E’ l’unico modo, credetemi, di fornirvi di uno strumento indispensabile, che vi consentirà di capire il mondo e di distinguervi dagli altri, alla ricerca di un buono e soddisfacente lavoro.
Certo, un po’ retorici vi sentite. Ma in fondo ci credete, almeno voi avete fatto così, e siete certi che tutti dicono così ai vostri alunni. E se no, che educatori si è?
Però c’è sempre quel ragazzo che vi guarda strano. Ma che avrà da guardarmi come se fossi un marziano? Ma che cosa sto dicendo? Una cosa ovvia, naturale, lapalissiana.
Infine l’intervento, a bruciapelo, tagliente ma in fondo innocente, spontaneo, senza malizia di sorta, un’interrogazione sincera, quasi accorata: “ Prof., ma a casa mia mio padre mi dice che basta avere una bella raccomandazione, basta leccare un po’ i piedi a qualche potente,  per fare lunga strada nella vita. A chi devo credere? A lei…o a lui?”
Fine del discorso. La domanda resta senza risposta. E vorresti che a quel punto, come nel Dialogo della natura e di un islandese di Leopardi, sbucassero due leoni famelici e divorassero te, le tue parole e la scuola pure. Che contro questa società così non ce la fa davvero più.

Silvana La Porta







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