''MINISTRO GELMINI, MI ABBASSI IL VOTO DI MATURITA'''
Data: Giovedì, 17 luglio 2008 ore 00:17:59 CEST
Argomento: Opinioni


Ministro Gelmini mi abbassi il voto di maturità ( La Rebubblica Ven 11 Luglio 2008 )

On. Gelmini,
premetto che sono politicamente avverso alla linea di Governo che da anni impostate ma spero di poterVi essere utile attraverso la mia critica.
L’unica cosa che mi accomuna a Lei è forse la cittadinanza. Sono nato e cresciuto a Desenzano del Garda e questo anno ho concluso il mio percorso al Liceo Bagatta della mia città con buoni risultati.
Sul mio diploma adesso ci sarà scritto “Alessandro Sahebi è uscito con 70” ma questo voto non mi appartiene. In 5 anni ho avuto 10 debiti (e considerando l’ultimo anno in tutto ho collezionato 12 insufficienze,qualcuna grave) e ho in mano un foglio di carta che premia in modo ingiusto il mio andamento. Questa non è onestà,è pura e semplice constatazione. Sono uscito con un premio maggiore di molti miei compagni, gente che non ha mai avuto un debito, gente che ha studiato per cinque anni in modo diligente senza mai rischiare e gente che per una semplice ma sfortunata serie di eventi risulterà immeritatamente inferiore a me. L’economia può farLe capire meglio il mio discorso: esistono periodi più o meno produttivi nel corso di un ciclo economico,è normale. Ma è risaputo che qualsiasi economia, se ben studiata alle basi può uscire da periodi difficili quasi indenne. Il mio esame di Stato ha dimostrato il contrario. L’investitore Sahebi, uno scarso economista,un pigro furbo si è arricchito più dell’investitore X, uomo diligente,esperto e soprattutto gran lavoratore. Un uomo con il salvagente come me ha superato chi da anni si sta costruendo la sua barca.

Nel mio dizionario personale questa non è meritocrazia. Il messaggio mi appare questo :“Fai tutto alla Carlona, non importa, al momento giusto solo i più furbi saranno degni di lode.”. Una frase durissima per chi guarda al futuro della società. Non si può pretendere di insegnare ai giovani di cogliere l’attimo favorevole, quando e se capita, senza aver impostato un duro e continuato lavoro alle proprie spalle. Non posso oggi guardare il mio Diploma, è falso, contro ogni principio meritocratico, troppo fortunato e indegno. Non posso sentirmi felice. Poco importa se non vedrò mai più una funzione in vita mia, o se il prossimo Sahebi a tradurre una versione di Latino non sarò io, non sono felice, diplomato ma infelice.
Questo ultimo anno un mio caro amico è stato bocciato. Non lo meritava.
Sarò un po’ di parte, va bene, ma nel momento dell’ultima salita, quella prima del traguardo il caro G. è partito con 3 crediti in meno di me. Nel triennio non aveva mai avuto un solo debito (contro i miei 7, anche io come Lei mi sto chiedendo come posso essere stato promosso). Le prove, per quanto generali sono un terno al lotto, che io ho fatto. Lui no. Ora lui ripeterà la quinta, io andrò a Padova. Io coltiverò il mio sogno, lui per ora deve aspettare. Io sono l’economista pigro, Lui il gran lavoratore che come tutti nel corso della vita ha affrontato un periodo meno produttivo. Italia paese meritocratico? Non lo so. Ma se il Liceo è veramente lo specchio del mio futuro la risposta è secca cruda e negativa. Non mi intrometto nel suo lavoro ma forse sarebbe meglio ripensare un modo più giusto per distribuire i crediti. Le scrivo qui sotto cosa avevo pensato io: crediti distribuiti nel corso degli anni per meriti scolastici 40 (contro i 25 previsti) con meriti per chi non deve saldare debiti, per chi svolge attività utili e per chi si dimostra corretto nei confronti di insegnanti e compagni di classe. (conti alla mano chi ha sempre avuto 8, anche se in prova risulta un po’ in difficoltà sarà premiato); crediti massimi in sede di esame 60 (15 per prova, orale compreso)
Commissione esterna ma con Presidente interno (in caso di dubbio sarà lui, conoscendo l’alunno, a giudicare il risultato finale.).


Spero cha abbia accolto se non con approvazione almeno con interesse la mia piccola critica e colgo l’occasione per porle i più sentiti Saluti e per augurarle un buon lavoro (sempre che questo sia fatto in modo continuativo e diligente per tutto l’arco dei Suoi 5 anni, e non solo alla fine.).
Alessandro Sahebi







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