Dai molti tagli effettuati nella scuola siciliana
si avranno conseguenze davvero
preoccupanti che pregiudicano irreparabilmente
la qualità del servizio scolastico
non garantendo gli stessi livelli occupazionali.
In Sicilia infatti oltre 10.000 lavoratori
della scuola, tra personale docente
ed Ata, continueranno ad essere
precari, destinati a tappare i buchi che di
solito restano liberi in scuole situate in
località disagiate e distanti dal capoluogo.
Ovviamente, dall’esame dei tagli, si
deduce che una lunghissima schiera di
persone che ha lavorato con molta professionalità
per la formazione culturale e
sociale dei giovani avrà quale ricompensa
la condizione permanente di precario.
Malgrado sia giunta all’età pensionabile.
C’è da dire altresì che i tagli pregiudicano
la qualità del servizio pubblico siciliano,
dell’offerta formativa, fra l’altro
molto compromessi dalla difficoltosa
fruizione dei servizi minimi, in assenza
di una legge organica sul diritto allo studio.
Tutto questo significa che le condizioni
del sistema scolastico in Sicilia continueranno
a peggiorare con effetti deleteri
sul servizio che i cittadini siciliani attendono
dalle istituzioni.
A tal proposito è stato apprezzato l’intervento
del presidente della Regione
Siciliana Raffaele Lombardo, condiviso
da tutte le organizzazioni sindacali della
scuola, che ha rivolto una forte protesta
al governo chiedendo urgentemente
la riduzione degli eccessivi tagli nella
scuola siciliana. Oltretutto, la distanza
tra la Sicilia e le altre Regioni d’Italia è già
notevole in termini di servizi ed infrastrutture
per cui la prospettiva di ulteriori
tagli nella scuola dell’Isola non può
che aggravare tale situazione condizionando
negativamente lo sviluppo socioculturale
dei nostri alunni. Inoltre, la situazione
dell’edilizia scolastica è abbastanza
carente, si prevedono classi sovraffollate,
preoccupante il rapporto
alunni-classe, scuole funzionanti con oltre
2000 alunni che dovrebbero essere
dimensionate.
Insomma, giustamente rileva Lombardo,
i tagli di circa 10.000 docenti e
personale Ata costituisce una «manovra
senza criterio». Secondo il governatore,
«le esigenze di razionalizzazione della
spesa pubblica hanno determinato un
eccessivo taglio di cattedre nell’ultimo
biennio con conseguenze sicuramente
svantaggiose per la scuola siciliana».
Lombardo rende noto che «la violenza
con la quale la scure del ministero si sta
abbattendo sulla Sicilia non sarebbe giustificata
dalla diminuzione della popolazione
scolastica». Senza dubbio, assegnare
alla Sicilia solo 1.819 immissioni
nei ruoli di personale docente e 576 di
personale ata significa paralizzare, come
si è detto, l’offerta formativa, il funzionamento
dei laboratori, non garantire il diritto
allo studio agli alunni disabili.
Dicevamo, tutti hanno apprezzato la
presa di posizione di Lombardo, persino
ala Flc-Cgil che per la prima volta nella
storia condivide l’operato di un governo
di centrodestra. A tal proposito il prof.
Lillo Fascina, che fa parte del direttivo di
detto sindacato a livello regionale ha
espresso «apprezzamento nei confronti
del governatore Lombardo in ordine alla
volontà espressa alle organizzazioni sindacali
di impugnare i provvedimenti del
ministero sui tagli nella scuola siciliana».
MARIO CASTRO (da
www.lasicilia.it)