Il taglio di risorse penalizza la Sicilia. Il gap si aggrava. Oltre diecimila lavoratori resteranno precari. Lombardo: «Manovra senza criterio»
Data: Mercoledì, 16 luglio 2008 ore 19:03:16 CEST
Argomento: Rassegna stampa


Dai molti tagli effettuati nella scuola siciliana si avranno conseguenze davvero preoccupanti che pregiudicano irreparabilmente la qualità del servizio scolastico non garantendo gli stessi livelli occupazionali.

In Sicilia infatti oltre 10.000 lavoratori della scuola, tra personale docente ed Ata, continueranno ad essere precari, destinati a tappare i buchi che di solito restano liberi in scuole situate in località disagiate e distanti dal capoluogo. Ovviamente, dall’esame dei tagli, si deduce che una lunghissima schiera di persone che ha lavorato con molta professionalità per la formazione culturale e sociale dei giovani avrà quale ricompensa la condizione permanente di precario.

Malgrado sia giunta all’età pensionabile. C’è da dire altresì che i tagli pregiudicano la qualità del servizio pubblico siciliano, dell’offerta formativa, fra l’altro molto compromessi dalla difficoltosa fruizione dei servizi minimi, in assenza di una legge organica sul diritto allo studio. Tutto questo significa che le condizioni del sistema scolastico in Sicilia continueranno a peggiorare con effetti deleteri sul servizio che i cittadini siciliani attendono dalle istituzioni.

A tal proposito è stato apprezzato l’intervento del presidente della Regione Siciliana Raffaele Lombardo, condiviso da tutte le organizzazioni sindacali della scuola, che ha rivolto una forte protesta al governo chiedendo urgentemente la riduzione degli eccessivi tagli nella scuola siciliana. Oltretutto, la distanza tra la Sicilia e le altre Regioni d’Italia è già notevole in termini di servizi ed infrastrutture per cui la prospettiva di ulteriori tagli nella scuola dell’Isola non può che aggravare tale situazione condizionando negativamente lo sviluppo socioculturale dei nostri alunni. Inoltre, la situazione dell’edilizia scolastica è abbastanza carente, si prevedono classi sovraffollate, preoccupante il rapporto alunni-classe, scuole funzionanti con oltre 2000 alunni che dovrebbero essere dimensionate.

Insomma, giustamente rileva Lombardo, i tagli di circa 10.000 docenti e personale Ata costituisce una «manovra senza criterio». Secondo il governatore, «le esigenze di razionalizzazione della spesa pubblica hanno determinato un eccessivo taglio di cattedre nell’ultimo biennio con conseguenze sicuramente svantaggiose per la scuola siciliana».

Lombardo rende noto che «la violenza con la quale la scure del ministero si sta abbattendo sulla Sicilia non sarebbe giustificata dalla diminuzione della popolazione scolastica». Senza dubbio, assegnare alla Sicilia solo 1.819 immissioni nei ruoli di personale docente e 576 di personale ata significa paralizzare, come si è detto, l’offerta formativa, il funzionamento dei laboratori, non garantire il diritto allo studio agli alunni disabili.

Dicevamo, tutti hanno apprezzato la presa di posizione di Lombardo, persino ala Flc-Cgil che per la prima volta nella storia condivide l’operato di un governo di centrodestra. A tal proposito il prof. Lillo Fascina, che fa parte del direttivo di detto sindacato a livello regionale ha espresso «apprezzamento nei confronti del governatore Lombardo in ordine alla volontà espressa alle organizzazioni sindacali di impugnare i provvedimenti del ministero sui tagli nella scuola siciliana».

MARIO CASTRO (da www.lasicilia.it)







Questo Articolo proviene da AetnaNet
http://www.aetnanet.org

L'URL per questa storia è:
http://www.aetnanet.org/scuola-news-11402.html