«Rimandato» il voto di condotta. Divide l’ipotesi della Gelmini. I presidi: ripensamento opportuno. Gli studenti: soluzione mediatica.
Data: Mercoledì, 16 luglio 2008 ore 19:01:51 CEST
Argomento: Rassegna stampa


ROMA. Dalle colonne di un quotidiano il ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini lancia l’ipotesi di reintrodurre il voto di condotta ai fini della promozione. Il ministro sta, infatti, pensando di rispolverare alcuni strumenti del "vecchio" sistema per ridare disciplina e sobrietà alla scuola. In merito agli studenti, nell’intervista, dice di trovare «incomprensibile che non si valuti in alcun modo il comportamento dei ragazzi», poiché «anche la condotta ha la sua valenza ed il rispetto delle regole deve avere la giusta considerazione. Stiamo ragionando sull’ipotesi di legare la promozione anche alla valutazione della condotta».

Dopo le polemiche sollevate dalla proposta di mettere tutti in divisa per azzerare le differenze, ora la proposta di reintrodurre il "sette" in pagella riaccende vivaci dibattiti.

La proposta trova d’accordo i presidi ma non gli studenti. Il presidente dell’Anp (Associazione nazionale presidi) Giorgio Rembado si è detto favorevole all’idea di un ritorno del voto in condotta. Rembado ritiene «opportuno» un ripensamento generale sul tema rispetto agli ultimi anni.

«La svalutazione del comportamento degli studenti ha portato risultati negativi sia nella crescita della disciplina degli alunni che nella loro educazione ». Ma, osserva, «ritornare semplicemente al passato è difficile, occorre quindi una riflessione e una discussione seria sulla questione, che porti a individuare le modalità più adeguate per ridare peso a questa valutazione aggiuntiva».

Nel mondo scolastico la proposta incontra le critiche di alcune rappresentanze studentesche. Per l’Unione studenti (Uds) il ministro Gelmini «ha commesso una leggerezza che dimostra la sua poca conoscenza del mondo della scuola e dei diritti degli studenti ». L’Uds ricorda che il voto di condotta ai fini della bocciatura «è stato abolito con l’istituzione dello statuto dei diritti degli studenti, una grande conquista del movimento studentesco e della democrazia nelle scuole».

Tuonano gli "Studenti di Sinistra", che, attraverso la portavoce Ferrari, esprimono la loro netta contrarietà, sostenendo che il governo «tenta di demolire l’intero impianto costituzionale della scuola italiana con soluzioni mediatiche ». «Noi siamo contrari a questi atteggiamenti del governo - sottolinea la portavoce del movimento studentesco - che vedono nella scuola soltanto una fonte di sprechi, su cui tagliare e risparmiare, e gli studenti come una generazione di bulli da criminalizzare».

Un’idea «vecchia e sbagliata» dice la Rete degli studenti, che in una nota afferma: «Ciò che ci sorprende di più è sapere dai giornali che su questa proposta ci sarebbe un confronto con i forum dei genitori e degli studenti, di cui facciamo parte. Smentiamo assolutamente di essere stati consultati». Per il Coordinamento dei genitori democratici il ritorno del 7 in condotta «è improponibile» perché «non è con gli schemi sanzionatori che si risolvono i problemi della scuola». Il movimento dei genitori giudica la proposta «abbastanza retrò» e inefficace. Non la pensa così il Moige (un’altra rappresentanza dei genitori) che, invece, concorda con la Gelmini ed esprime «apprezzamento» per il ripristino di quegli strumenti e di quelle norme «che mirano a restituire alla scuola l’autorità che merita attraverso l’ordine, la legalità e il rigore».

Nel mondo politico arriva un’apertura sul fronte del Pd. Il ministro ombra della Istruzione Maria Pia Garavaglia si dice disponibile al confronto: l’idea della Gelmini «può essere un utile terreno di confronto e discussione», ma il punto fondamentale - fa notare Garavaglia - è che nella scuola «bisogna agire al più presto sul piano finanziario». Numerose le prese di posizione dei parlamentari della maggioranza che fanno quadrato attorno alla proposta del ministro, ritenendola un buon antidoto contro il bullismo.

Mentre l’opposizione, ad eccezione dell’Udc che giudica «ottima» la proposta, boccia l’ipotesi invitando il ministro dell’Istruzione ad occuparsi dei veri problemi della scuola, a partire dalle poche risorse finanziarie.

LAURA CAPUTO (da www.lasicilia.it)







Questo Articolo proviene da AetnaNet
http://www.aetnanet.org

L'URL per questa storia è:
http://www.aetnanet.org/scuola-news-11401.html