I tagli di posti penalizzano i precari inclusi nelle graduatorie ad esaurimento
nella nostra provincia.
Addirittura, i posti disponibili sono 997 per il personale docente e 1728
per il personale Ata, mentre il contingente assegnato a Catania per le immissioni
nei ruoli è di 497 per il personale docente e addirittura 145 per
il personale Ata. Il totale è pari a 642 posti, il che significa che il precariato
anziché diminuire aumenterà.
Una situazione, quindi, particolarmente difficile per i precari che
malgrado abbiano quasi raggiunto l’età pensionabile (almeno, questo vale
per molti di loro) continuano ad essere inclusi nel triste elenco di docenti
precari, impossibilitati a programmare la loro vita futura, in particolare
a formarsi una famiglia. Facendo un raffronto tra i posti vacanti
e le immissioni nei ruoli tra il personale docente ad Ata, si hanno ben
2472 posti vacanti, così distribuiti: Scuola dell’infanzia 182 (immissione
nei ruoli 93), scuola primaria 84 (immissioni nei ruoli 41, scuola secondaria
di primo grado (posti vacanti 309, posti
assegnati 108), scuola secondaria di secondo grado
189 (immissioni nei ruoli 76). C’è da dire che
per quanto concerne la scuola secondaria di primo
e di secondo grado, i posti assegnati dovranno
essere distribuiti nelle varie classi di concorso.
Ad essere più penalizzata, come abbiamo
rilevato in altre occasioni , è la scuola secondaria
di secondo grado che ha ben 123 classi, per cui i
posti dati dal ministero non sono sufficienti per
assegnarne uno per ogni classe concorsuale.
Si tratta di un segmento scolastico in cui si prevedono
aule sovraffollate con oltre 25 alunni,
basti pensare che, come si è detto, il rapporto
alunno-classe è 22,6. Vi sono istituti con oltre
2000 alunni e che non sono stati dimensionati,
con notevoli conseguenze sulla sicurezza. Insomma,
da questa distribuzione di posti risulta
che la scuola catanese viene indotta ogni anno a
subire tagli elevati: non si è tenuto conto del notevole
tasso di disoccupazione, dei laureati e diplomati
che hanno da anni conseguito il titolo di
studio e non hanno avuto la possibilità di immettersi
nel mondo del lavoro, di docenti che hanno
girato le scuole di tutto il catanese e non sono stati
ancora immessi nei ruoli.
Per non parlare del personale Ata, dei collaboratori
scolastici (ex bidelli) che si avvicinano alla
sessantina ed ancora sono supplenti annuali,
mentre il ministero ha assegnato solo 145 posti,
distribuiti in tutte le categorie. I posti vacanti sono
ben 1728. Ogni commento a questo punto ci
sembra superfluo. Non soddisfatti di detta distribuzione
i segretari provinciali della Flc-Cgil prof.
Lillo Fascina e dello Snals prof. Giovanni Tempera.
Per Fascina «le immissioni nei ruoli non soddisfano
le esigenze della scuola di Stato. Sono una
goccia d’acqua in un immenso mare, di fronte ai
2482 posti vacanti, il ministero ha immesso nei
ruoli solo 676 precari. Il Ministro a questo punto
deve cambiare rotta, occorre colmare le carenze di organico immettendo
nei ruoli tutti i precari ponendo fine alla scellerata politica dei tagli».
Tempera disapprova la politica del Governo volta a non dare risposte
adeguate alla volontà di migliorare il sistema formativo nel nostro Paese.
Infatti, «il contingente di copertura di posti vacanti in organico così
ridotto non fa altro che confermare la tendenza di riforme basate sui tagli,
anziché sulla necessità di coprire tutte le vacanze di organico per rendere
stabile il personale della scuola che attende da decenni un posto di
ruolo. A Catania a fronte di circa 3000 posti di organico vacanti ne vengono
coperti col contingente appena 642. Lo Snals chiede con forza al
Governo una inversione di tendenza, prevedendo nella prossima Finanziaria
una scelta forte per dare risposte da tanto tempo attese dagli operatori
scolastici catanesi , con l’eliminazione del triste fenomeno del precariato».
MARIO CASTRO
(da www.lasicilia.it)
I nuovi posti
A Catania toccano 497
posti del contingente di
25mila nomine di
personale docente
previste in tutta Italia
per l’anno scolastico
2008-2009 (in Sicilia
sono 1.819). Il dettaglio
è questo.
Contingente su posto
normale: scuola infanzia
93, scuola primaria 41,
scuola secondaria di
primo grado 108, scuola
secondaria di secondo
grado 76, sostegno 179.
Per il personale
amministrativo, tecnico
e ausiliario (Ata) sono
previste in tutta Italia
6.468 nomine, di cui
576 in Sicilia. A Catania
sono 145, così distinte:
29 assistenti
amministrativim, 14
assistenti tecnici, 91
collaboratori scolastici
(ex bidelli), 11 dirigenti
di segreteria; nessun
posto è da coprire per le
altre qualifiche di
questo profilo
professionale (cuoco,
guardarobiera,
infermiere).
TAGLI INEVITABILI?
Ha fatto bene il governatore della Sicilia, Raffaele Lombardo, a
porre la questione dei tagli delle cattedre dei docenti e del personale
Ata nelle scuole dell’Isola (La Sicilia dell’ 11/7), ma il problema
sembra più complesso e la sua protesta, sebbene autorevole,
potrà produrre poco se non si interviene nel cuore stesso
della strategia complessiva del Governo. Né d’altra parte la
politica dei tagli era del tutto disattesa anche perché non è del
ministro della istruzione, Gelmini, ma del tesoro, Tremonti, ed
era già nel programma elettorale della Cdl.
Era stato infatti ampiamente annunciato che sarebbe stata
riproposta la riforma della scuola della Moratti che prevede riduzioni
sensibili di ore negli Istituti tecnici e professionali anche
perché il 97% della spesa complessiva dell’istruzione è impiegata
per i salari, per cui l’unico risparmio possibile è appunto
riducendo personale. La stessa Valentina Aprea, presidente
della commissione cultura della Camera, lo ha sempre detto
con chiarezza: “Per quel che riguarda la riduzione del personale
della scuola, si tratta ormai di una necessità, in quanto le risorse
sono ormai scarsissime.”
Il punto focale della manovra
economica di Tremonti è esplicitato nell’art. 64 che vuole innalza
il rapporto alunni/docenti (già documentato dal Quaderno
bianco del governo Prodi), portandolo da 11,5 docenti per
100 alunni alla media europea di circa 8,5/100 con un risparmio
di spesa di 7,8 miliardi di euro, il 30% del quale dovrebbe
essere reinvestito per la valorizzazione e la carriera professionale
del personale.
Le modalità dei tagli è noto: revisione degli organici Ata; razionalizzazione
e accorpamento della classi di concorso; ridefinizione
dei curricoli e dei quadri orari (istituti tecnici e professionali);
revisione dei criteri di formazione delle classi; rimodulazione
dell’organizzazione della scuola elementare;
revisione dell’assetto organizzativo e didattico dei centri di
istruzione degli adulti, compresi i corsi serali. Benché importante
la presa di posizione del presidente Lombardo, crediamo
tuttavia che la linea del contenimento di spesa intrapresa dal
Governo centrale sulla scuola possa subire poche modifiche,
mentre le speranze dei precari di entrare in ruolo si affievoliscono
sebbene abbiano progetti di proteste anche clamorose.
PASQUALE ALMIRANTE (da www.lasicilia.it)