GITE SCOLASTICHE: NELLA CITTA’ DELLO SBALLO CI SIAMO STATI ANCHE NOI
Data: Domenica, 13 luglio 2008 ore 09:11:52 CEST
Argomento: Opinioni


GITE SCOLASTICHE: NELLA CITTA’ DELLO SBALLO CI SIAMO STATI ANCHE NOI


Ho guardato la televisione con una certa ansia in questi giorni. Quella rare volte in cui mi capita di vederla è sempre a pranzo. E il cibo mi è rimasto a mezz’aria nella forchetta. Perché al telegiornale passavano quelle immagini, di quella cittadina. Quelle vie, quella piazze, quel lungomare, quei locali, quelle maledette insegne superluminose e scintillanti, alla Las Vegas. E io le riconoscevo bene, perché io, in quel posto maledetto, c’ero stata. Da insegnante, in una gita scolastica, ad aprile, con venti ragazzi di quinto anno dietro. E adesso passava quella foto, di quella ragazza padovana, Federica. Uccisa da un amico impasticcato e ubriaco. Mentre era a Lloret de Mar, la capitale dello sballo della Costa brava, in vacanza. E una sera ha conosciuto questo tizio, hanno fatto amicizia, poi sono andati via insieme. Poi lui ha tentato di violentarla e l’ha strangolata, gettando il cadavere in un parco, dove è stato trovato in avanzato stato di decomposizione. Povera ragazza. Incauta, superficiale, anch’ella vittima del divertimento artificiale di quei luoghi. E noi, e molte altre scuole d’Italia, in quel posto ci siamo stati. I ragazzi naturalmente erano entusiasti, ma a me non è piaciuto fin dal primo momento. Mi sono messa in allarme e ho trascorso la gita a fare giri di ricognizione per le varie discoteche del luogo. Professora – mi dicevano – entri, professora. E come ci riverivano, ai professori. Loro incassano portando lì questa gioventù in fondo inesperta, attratta dal gusto del proibito. E noi a controllare gli alunni. Ho visto docenti di mille scuole italiane, sfiniti, sonnecchiare sulle poltrone della discoteca, poverini, non avevano più l’età per una gita come questa. Noi e gli alunni, vittime inconsapevoli di proposte turistiche che ignorano quanta responsabilità abbiamo noi insegnanti. A Lloret de Mar con la scuola mai più. Non è una meta consigliabile. Poteva essere una nostra alunna, quella Federica. Scomparsa così, in una notte da sballo, nella città del finto divertimento, tra balli e alcol,  per provare un’emozione da poco, da nulla. Rischiarata da un’insegna al neon, da quella luce fredda che sa di morte.


Silvana La Porta






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