COME CAMBIA LA SCUOLA
Data: Mercoledì, 02 luglio 2008 ore 20:39:22 CEST
Argomento: Rassegna stampa


Sembra, sibila una importate rivista della scuola, che gli errori nelle due prove scritte agli esami di stato non siano semplici sviste ma occasioni per dirottare l’interesse dai reali malanni che si stanno abbattendo sulla scuola: il taglio di oltre 75 mila (-10%) cattedre e di 43 mila posti Ata (-17%) entro il 2012, così come recita il D.L. 25 giugno 2008, n. 112, già in gazzetta ufficiale.

Il ministero del tesoro ha imposto a Gelmini di stringere le spese dell’istruzione e l’unico punto debole è proprio il personale i cui stipendi portano via oltre il 95% dell’intero budget. Il problema è capire come fare visto che per ogni docente corrisponde una disciplina e 18 ore settimanali di lezione.

Sembra di capire che il primo provvedimento dovrebbe essere quello dell’accorpamento tra scuole viciniori, sfoltendo Ata e dirigenti, e poi il taglio di materie soprattutto nei tecnici e nei professionali: ma quali? Il ministero ha anche in mente di ridurre le classi di concorso con il conseguente loro allargamento, consentendo più insegnamenti per singolo docente.

E si ventila pure della possibilità di diminuire l’ora di lezione a 50 minuti ma con recupero dei 10 minuti mancanti in un’altra classe o perfino in un altro plesso per arrivare a 18 ore effettive a settimana. Le classi, a loro volta, verrebbero per quanto è possibile accorpate, violentando perfino gli indirizzi di studio che verrebbero compressi, mentre per i corsi serali c’è la possibilità di autorizzarli solo con congruità di iscritti.

E si parla pure di togliere nelle elementari (che finora è stata all’avanguardia) il modulo di tre docenti, ritornando al maestro unico, con conseguente potatura del tempo prolungato anche alla media inferiore e del sostegno ai disabili. E se si tagliano posti come sarà possibile assumere gli oltre 300 mila precari in attesa? Altro problema, benché 32.000 unità tra docenti (25.000) e Ata (7.000) dovrebbero entrare in ruolo in ottemperanza alla vituperata finanziaria di Prodi. E per dare speranze alle nuove leve? Si vedrà. L’imperativo è ridurre, promettendo però premi ai soli meritevoli: come? lo dirà il tempo.

A Gelmini però resta un anno di tempo per eseguire gli ordini di Tremonti, mentre i docenti "normali", che credevano nel rinnovo della parte salariale del contratto, possono continuare a firmare cambiali.

PASQUALE ALMIRANTE (da www.lasicilia.it)







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