Sembra, sibila una importate rivista della scuola, che gli errori
nelle due prove scritte agli esami di stato non siano semplici
sviste ma occasioni per dirottare l’interesse dai reali malanni
che si stanno abbattendo sulla scuola: il taglio di oltre 75 mila
(-10%) cattedre e di 43 mila posti Ata (-17%) entro il 2012, così
come recita il D.L. 25 giugno 2008, n. 112, già in gazzetta ufficiale.
Il ministero del tesoro ha imposto a Gelmini di stringere
le spese dell’istruzione e l’unico punto debole è proprio il
personale i cui stipendi portano via oltre il 95% dell’intero budget.
Il problema è capire come fare visto che per ogni docente
corrisponde una disciplina e 18 ore settimanali di lezione.
Sembra di capire che il primo provvedimento dovrebbe essere
quello dell’accorpamento tra scuole viciniori, sfoltendo Ata e dirigenti, e poi il taglio di materie soprattutto nei tecnici
e nei professionali: ma quali? Il ministero ha anche in mente
di ridurre le classi di concorso con il conseguente loro allargamento,
consentendo più insegnamenti per singolo docente.
E si ventila pure della possibilità di diminuire l’ora di lezione
a 50 minuti ma con recupero dei 10 minuti mancanti in un’altra
classe o perfino in un altro plesso per arrivare a 18 ore effettive
a settimana. Le classi, a loro volta, verrebbero per quanto
è possibile accorpate, violentando perfino gli indirizzi di studio
che verrebbero compressi, mentre per i corsi serali c’è la
possibilità di autorizzarli solo con congruità di iscritti.
E si parla pure di togliere nelle elementari (che finora è stata
all’avanguardia) il modulo di tre docenti, ritornando al
maestro unico, con conseguente potatura del tempo prolungato
anche alla media inferiore e del sostegno ai disabili. E se si
tagliano posti come sarà possibile assumere gli oltre 300 mila
precari in attesa? Altro problema, benché 32.000 unità tra
docenti (25.000) e Ata (7.000) dovrebbero entrare in ruolo in
ottemperanza alla vituperata finanziaria di Prodi. E per dare
speranze alle nuove leve? Si vedrà. L’imperativo è ridurre, promettendo
però premi ai soli meritevoli: come? lo dirà il tempo.
A Gelmini però resta un anno di tempo per eseguire gli ordini
di Tremonti, mentre i docenti "normali", che credevano nel
rinnovo della parte salariale del contratto, possono continuare
a firmare cambiali.
PASQUALE ALMIRANTE (da www.lasicilia.it)