17.06.2008. Aria nuova, pare, agli esami di Stato di
cui ieri mattina sono iniziate le riunioni
preliminari. Aria distesa generalmente
dei docenti - le eventuali magagne salteranno
fuori in seguito -; qualche apprensione
degli alunni - che nella generale
tendenza alla restaurazione della serietà
temono qualche brutta sorpresa.
Sostanzialmente è sempre stato così,
ma quest’anno si respira aria nuova. Già
l’anno scorso ce ne erano state le avvisaglie:
il centismo esasperato sta tramontando.
I voti massimi che un tempo fioccavano
sembrano avviati a diventare una
rarità, come statisticamente è giusto che
sia. Non avremmo più i 105-centesimi di
voto che è un controsenso e neanche i
voti con la lode che erano stati inventati
per soddisfare le scolastiche ambizioni
dei primi delle classe. L’anno scorso ci
furono casi di ricorsi da parte di studenti
maturati con il punteggio massimo
ma senza laude.
Da dove si capisce che il vento è cambiato?
Dai sermoni sempre più ripetuti
contro le votazioni sovrabbondanti. A
forza di promuovere e premiare chi non
lo merita, la nostra scuola è precipitata
agli ultimi posti in Europa.
Ma soprattutto molti pensano di applicare
le disposizioni vigenti. La tesina o
percorso concettuale sarà solo una introduzione
espositiva, seguita da una vera
interrogazione anche fuori dagli argomenti
a piacere. La terza prova sarà a
sorteggio e non concordata benevolmente
come generalmente si faceva. Anche
i banchi per gli scritti saranno assegnati
con criterio prefissato, e non con la
corsa furiosa ai posti dove è facile copiare.
Sarà più difficile snidare la strumentazione
microelettronica: ma è ovvio
che solo chi non voleva vedere non si accorgeva
dei messaggi e delle ruberie da
Internet.
Insomma: pare che ci sia aria di serietà:
e questa è una buona notizia. Non
abbiamo bisogno di applausi agli esami,
ma di uno strumento che distingua chi
lavora sul serio da quelli che fanno finta.
SERGIO SCIACCA (da www.lasicilia.it)