«Salva: niente maturità, non sono in commissione. Guido piano, mi gusto
le curve di questa collina inizio-estiva, fortuna di una scuola fuori
città, paesino di cintura: finestrino giù, venticello fra i capelli lato sinistro.
Salva. Non mi hanno beccata. E penso a un Becco Cosmico che per
mia buona sorte in quel momento, credo, era voltato, non m’ha vista,
ha beccato altri, mi spiace».
Questo l’incipit de "La gallina volante" (Guanda, pagg.216, euro
13.00), romanzo d’esordio (e sicuramente uno fra quelli di maggiore
successo) di Paola Mastrocola, classe 1956, insegnante di lettere in un
liceo scientifico di Torino. Un libro intelligente e avvincente che getta
uno sguardo tenero e ironico sul mondo della scuola a cavallo fra le
riforme.
«I miei amici insegnanti fanno tutti la maturità. Tutti nominati commissari,
un po’ in giro dovunque. ’Vi hanno beccato, eh?’ dico gradassa.
’Possono beccare anche te, hai poco da fare la furba’. ’E’ vero,
c’è ancora il pericolo delle nomine sostitutive, ma io mando il
certificato medico’. ’Se tutti facessero così, Carla...’. Se
tutti facessero così la scuola andrebbe a catafascio.
Questo vogliono dirmi gli amici: che non si fa così. Con
aria pacifica, per non infierire mi dicono: ’Sai a noi ci
prende il senso del dovere’. ’A me no - rispondo - non so
cosa farci’. Ma sento che non è una risposta. Oggi il giornale
intitola: "Parte la maturità: gli insegnanti si ammalano".
Il titolo mi guarda dal sedile di destra. Vado a casa
con la coda fra le gambe, e il vento, insopportabilmente
più caldo, sui capelli a sinistra».
Carla, la protagonista del romanzo, proprio come Paola Mastrocola, è insegnante di lettere in un liceo di Torino.
E a parte le meditazioni sugli esami di maturità
racconta le vicende di un intero anno scolastico. Un anno
scandito dai problemi quotidiani che ogni insegnante
deve affrontare, dalla compilazione dei registri,
alla stesura della programmazione, dagli scrutini ai consigli coi genitori,
dalle meditazioni sulla forza di cui la categoria-insegnanti disporrebbe
se solo ne avesse il coraggio, al rapporto profondo che instaura
con una sua allieva particolarmente sensibile e intelligente. Un libro divertente,
delicato e sottile. Una storia che fra sogni nel cassetto (quello
di far volare una gallina, sia realmente sia come metafora per indicare
gli studenti) e quotidianità lavorativa giunge, inevitabilmente a
conclusione.
L’estate è di nuovo alle porte e la gallina Corvetta ha vinto il premio dell’Associazione
internazionale allevamento polli e affini: «Vedo Barba
entrare trafelato in segreteria, avvicinarsi e porgermi un foglio, con le
mani al cielo come a dire ’mi-dispiace-tanto-ma-io-non-c’entro’. Leggo
in fretta, è una sola riga: "Nomina commissario italiano e storia Esami
di Maturità. Presentarsi il 21 giugno ore 8,30" (...)».
«Mi spiace, professoressa, stavolta l’hanno proprio beccata».
C.C. (da www.lasicilia.it)