FINORA SOLO PROCLAMI
Data: Lunedì, 16 giugno 2008 ore 19:49:32 CEST
Argomento: Rassegna stampa


Non si capisce perché invece di fare proclami non si passi ai fatti. E allora, il ministro Brunetta vuole impiccare i fannulloni, ma molti dei suoi colleghi parlamentari sono fuoriclasse in questa disciplina; Tremonti ha preso a modello Robin Hood, ma si dimentica dello sceriffo di Nottingham, e Gelmini, il ministro della istruzione, indossa i panni della Fata Turchina ma nel Campo dei miracoli. Le favole, si sa, servono per oppiare i bambini e far parlare i giornali perché la realtà è più cruda e veglia, nel caso della scuola, nel silenzio del rinnovo del primo biennio salariale del contratto scaduto già da sei mesi, nella insufficienza dei fondi per i corsi di recupero d’estate, nella non sistemazione dei precari, nella carenza di laboratori, nel taglio delle cattedre e così via. Tuttavia una delle prime dichiarazioni ufficiali della neo ministra è stata quella di portare lo stipendio dei professori nella media europea.

Ricordiamo, pacatamente, che se ne parla già da un decennio, che i sindacati sollevano da sempre e inutilmente la questione, che lo promise Berlusconi nel lontano 2001, che lo ventilò Prodi ma che per ottenere pochi euro d’aumento nel gennaio scorso furono annunciati e fatti scioperi, annunciati, disertati e ricomposti tavoli e concertazioni come se si chiedessero tesoretti e così via. Per questo vogliamo solo ricordare, pacatamente, che la differenza stipendiale media fra un docente europeo e uno nostrale è di circa 10 mila euro (per difetto) l’anno e siccome in Italia ci sono circa (per difetto) 700 mila docenti, lo Stato dovrebbe avere a disposizione 7 miliardi di euro (sempre per difetto) l’anno: dove li trova?

Da qui il fondato sospetto che quello di Gelmini sia solo una captatio benevolentiae, perché altrimenti avrebbe dovuto dire: quando (ma quando e per quale motivo?) riusciremo a ridurre le ore di insegnamento, falcidiando quindi discipline e docenti; quando riusciremo a formare classi con più di 30 alunni; quando riusciremo a togliere fondi alle scuole per incentivare i privati, risparmiando un bel po’, allora, forse, pensiamo di adeguare lo stipendio dei nostri professori alle media europea. Talvolta nei proclami si dimentica il punto di vista, la prospettiva, e il problema può essere a monte o a valle ma il macigno è sempre lo stesso.

PASQUALE ALMIRANTE (www.lasicilia.it)







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