Il Ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini detta le linee guida per la scuola primaria e secondaria: «Più soldi ai docenti, niente sconti ai bull
Data: Giovedì, 12 giugno 2008 ore 00:42:28 CEST
Argomento: Rassegna stampa


ROMA. Aumento dello stipendio dei docenti, tolleranza zero contro il bullismo, parità scolastica. Il ministro dell’Istruzione, Gelmini, annuncia le linee guida per la scuola primaria e secondaria: non uno strappo con il passato, ma la ricerca di soluzioni condivise, con lo scontro politico lasciato fuori della porta. Un percorso tanto bipartisan che il ministro, nel suo discorso, cita Benedetto XVI sull’emergenza educativa e poi Gramsci quando spiega che «lo studio è un mestiere, e molto faticoso, con un suo speciale tirocinio: è un processo di adattamento, è un abito acquisito con lo sforzo, la noia e anche la sofferenza».

La situazione della scuola italiana sembra disastrosa. Ma, ammonisce il ministro, la realtà ha più facce: è vero che i nostri quindicenni nelle comparazioni internazionali sono tra i più impreparati d’Europa (33° posto in lettura, 36° in cultura scientifica, 38° in matematica). Vero è però che le elementari mantengono livelli di eccellenza: a 9 anni, i bambini italiani sono all’ottavo posto al mondo per capacità di lettura. Non c’è bisogno di colpi di spugna, ma di valorizzare anche il lavoro precedente.

Come la «circolare sui debiti» di Fioroni, con il quale Gelmini condivide l’opportunità di una scuola all’insegna del rigore e della serietà. Una scuola d’eccellenza. Tutta la superiore va portata in serie A e, per quanto riguarda la formazione professionale, si deve costruire un sistema «permeabile» tra mondo della scuola e mondo del lavoro.

Per una scuola d’eccellenza, vanno rivalutati i professori: «Questa legislatura deve vedere uno sforzo unanime nel far sì che gli stipendi degli insegnanti siano adeguati alla media Ocse. Non possiamo ignorare che lo stipendio medio di un professore di scuola superiore, dopo quindici anni d’insegnamento, è pari a 27.500 euro lordi annui. Fosse in Germania, ne guadagnerebbe ventimila in più». Adeguare gli stipendi, ma anche rivalutare il ruolo dei docenti. L’eventualità è quella di un contratto separato per la categoria, con previsione di una carriera.

La ricetta Gelmini passa attraverso il superamento della «vecchia e deleteria » logica centralistica, rafforzando l’autonomia scolastica delle Regioni; poi, bisogna creare un sistema di valutazione degli istituti e, allo stesso tempo, valorizzarne l’autonomia; considerare scuole dello Stato e scuole paritarie all’interno di un sistema pubblico, magari in concorrenza («faremo di tutto per arrivare a un sistema equo e condiviso»). Infine, tolleranza zero per il bullismo: «Non saranno tollerati - atti che non rispettino compagni di classe, insegnanti, strutture, patrimonio comune».

ANDREA GAGLIARDUCCI (da www.lasicilia.it)







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