Aberrante ipotesi sequenza contrattuale personale ATA del comparto scuola.
Data: Sabato, 07 giugno 2008 ore 14:49:07 CEST
Argomento: Associazioni


Segnalo i seguenti punti di criticità, particolarmente negativi sia per il buon andamento delle istituzioni scolastiche ed educative che per il personale interessato:
-          art. 1 “compiti del personale ATA,  mobilità professionale, valorizzazione della professionalità” viene impiegata una somma rilevante di euro 95.514.526,00 per gli incarichi specifici, che in parte sarà destinata alla rivalutazione ed istituzione delle posizioni economiche. br /> Questa somma potrebbe essere utilizzata, più produttivamente, per introdurre i profili professionali di area C (Coordinatore Amministrativo e Coordinatore Tecnico) previsti dal sistema di classificazione - già dalla sequenza contrattuale dell’8 marzo 2002 - e per risolvere il problema delle anzianità dei Direttori s.g.a. che hanno conseguito il profilo professionale il 1° settembre 2000. Non si prevede la possibilità di un “passaggio straordinario di area” con procedure selettive per centinaia di assistenti amministrativi che da anni sostituiscono i Direttori s.g.a;
-          art. 2 “rivalutazione del valore economico delle posizioni economiche e assegnazione di nuove posizioni economiche nell’area B” –   si insiste, con costi aggiuntivi, sulle posizioni economiche non previste dal sistema di classificazione. Inoltre alle posizioni, che si raggiungono con il solito antiquato meccanismo delle anzianità e attraverso parvenze di corsi di formazione, non si attribuiscono più le ulteriori mansioni e non c’è più l’incompatibilità con gli incarichi specifici. Si tratta semplicemente di una regalia economica sul trattamento fondamentale senza controprestazione. Parrebbe perfino un arretramento rispetto al CCNL vigente attraverso l’ingiustificata eliminazione del comma 3 dell’art. 50.
 -          art.  3 “riesame delle modalità di applicazione dell’art. 55  ( 35 ore )” si   conferma, in modo peggiorativo,  l’assurda riduzione a 35 ore, retaggio di un ideologismo operaista ormai tramontato. Lo si fa attraverso l’ampliamento di condizioni oggettive (es. scuole con più di 3 plessi: la quasi totalità) che nulla hanno a che fare con l’aggravio dei carichi di lavoro individuali e attraverso l’allargamento ulteriore della contrattazione di istituto, a discapito del potere di organizzazione dell’amministrazione,  con la conseguente compressione del potere di indirizzo del dirigente e di coordinamento del personale ATA da parte del Direttore s.g.a.. Aumentare le condizioni per la riduzione a 35 ore, in presenza di organici ridotti e di carichi di lavoro crescenti, è paradossalmente contraddittorio: si è del tutto indifferenti rispetto al peggioramento del servizio per la perdita di milioni di ore lavorate, a meno che non si pensi ad una loro integrazione con altro personale, i cui costi certamente non risultano coperti né preventivati. Rappresenta solo un modesto “contentino” per il personale, che renderà però conflittuale e difficoltosa l’organizzazione dei servizi amministrativi, tecnici e ausiliari, di cui gli attuali sottoscrittori dell’ipotesi di accordo non si fanno certamente carico.
-          art. 4 “accesso al FIS del DSGA” si esclude il DSGA da qualsiasi possibilità di accesso al FIS con una rivalutazione dell’indennità di direzione, parte variabile, e per di più dimenticando le istituzioni educative. Questa soluzione crea un nuovo automatismo, che non va certo nella direzione di incentivare il merito e la produttività. Si continuano ad ignorare e a non remunerare prestazioni aggiuntive che i Direttori s.g.a. possono essere chiamati a svolgere (vedasi a mo’ di esempio le funzioni dirigenziali delegate e i compiti di responsabile della privacy).
La nostra proposta invece è quella di aumentare l’indennità di direzione nella quota base (da euro 1.750 a euro 3.000, considerando che i Direttori Amministrativi di Accademie e Conservatori sono ad una quota di indennità di direzione di 5.000 euro da anni), di mantenere la prevista maggiorazione della quota variabile (includendo una voce per i convitti nazionali pari a quella delle aziende agrarie) e di consentire l’accesso al FIS in misura corrispondente a quella del Collaboratore vicario del Dirigente. Il costo aggiuntivo della presente proposta, riguardante solo l’aumento della quota base dell’indennità di direzione, può essere coperto con parte della disponibilità finanziaria prevista nell’art. 1.
       La filosofia che ispira l’ipotesi di accordo è ancora una volta quella della mortificazione delle qualifiche a più alta professionalità, dell’appiattimento retributivo e della distribuzione a pioggia del salario accessorio, dello sconfinamento del contratto nelle materie di competenza della legge. Non vorremmo che, mentre si sta discutendo delle linee programmatiche di riforma delle pp.aa., in sedi settoriali si continuasse con le vecchie logiche di demotivazione del personale e di dequalificazione dei servizi.
&       Si chiede pertanto una attenta riconsiderazione dell’accordo con adeguati interventi correttivi che lo rendano coerente con i principi generali di ammodernamento e di qualificazione delle pp.aa.                                                                                                                
Il Presidente di Cida/FP                                                                                                                  Giorgio Rembado





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