ROMA. I «debiti» scolastici vanno recuperati entro il 31
agosto prima dell’inizio del nuovo anno. Il ministro Mariastella Gelmini ha spazzato via ogni residua speranza
degli studenti che speravano di farla franca attraverso
una sorta di «sanatoria». Nessun colpo di spugna, invece,
ma soltanto un intervento per ammorbidire le norme
varate dal suo predecessore per riportare nella scuola
italiana un po' di serietà. «Stiamo pensando - ha spiegato
il ministro in un’intervista tv - a una circolare che
vada a correggere alcune rigidità previste dal ministro
Fioroni, ma mantenendo il concetto della necessità di
colmare i debiti entro il nuovo anno scolastico».
Affermazioni che non escludono la possibilità che, al
di là di questa misura-tampone, il ministro, in un secondo
momento, possa metter mano, con maggiore incisività,
alla materia. «Oggi - ha infatti aggiunto Gelmini -
dobbiamo affermare la necessità del recupero dei debiti
scolastici, intervenire sulla normativa per puntare
sull’autonomia delle scuole e quindi favorire un’organizzazione
territoriale dello svolgimento del recupero, dopo
di che devo dire che non sono contraria anche al ritorno
degli esami di riparazione». Una strada che il ministro
non intende tuttavia percorrere in solitario: «Saranno
valutazioni che - ha assicurato
- faremo nelle sedi
opportune e quindi innanzitutto
nelle commissioni di
Camera e Senato e poi attraverso
un confronto con i protagonisti
della scuola, penso
innanzitutto agli insegnanti
ma anche alle famiglie e agli
studenti».
Un’indicazione di metodo
che Mariastella Gelmini non vuole limitare alla sola
questione dei «debiti». Tra una settimana illustrerà al
Parlamento le sue linee guida per la scuola, ma non si arroccherà
sulle sue posizioni, o almeno così promette.
«Mi auguro - ha detto - che un tema così delicato come
quello della scuola, come quelli dell’università e della ricerca
possano essere affrontati senza cadere in uno
scontro politico, ideologico che in realtà spesso è avvenuto
nel nostro paese e non ha aiutato a risolvere i problemi.
Valuteremo insieme ovviamente con tutta la
coalizione di centrodestra, ma anche in un confronto con
l’opposizione l’opportunità di una riforma. Forse oggi
però è più il caso di procedere per via amministrativa
perchè il rischio di riforme non condivise è quello poi di
non vederne mai l’applicazione».
Un’apertura che ha raccolto il plauso dell’opposizione.
«Sono segnali che apprezzo e che mi aspettavo perchè
- ha commentato il ministro ombra del Pd Mariapia
Garavaglia - ho incontrato, subito dopo la sua nomina, il
ministro Gelmini e insieme abbiamo convenuto che la
scuola ha bisogno di sicurezza e tranquillità».
Pollice verso, invece, da parte degli studenti, su un
possibile ripristino degli esami di riparazione. «Si tratterebbe
di un ritorno al passato - ha affermato la responsabile
della Rete degli studenti, Giulia Tosoni - che rischia
solo di essere un incentivo per le lezioni private. Ovviamente
gli studenti sono obbligati a recuperare i propri
debiti formativi, ma la scuola deve soprattutto garantire
i corsi di recupero gratuiti». Per il presidente nazionale
dell’associazione presidi, Giorgio Rembado «la vera
necessità è quella di dare alle scuole le risorse che occorrono
e liberarle dai vincoli organizzativi della precedente
ordinanza ministeriale del novembre 2007».
GIANCARLO COLOGGI (da www.lasicilia.it)
Così l'ordinanza Fioroni:
I punti principali della normativa sui corsi di recupero messa
a punto dall'ex ministro della Pubblica Istruzione
- Corsi di recupero
Devono essere obbligatoriamente attivati dalle scuole
Non possono avere una durata inferiore alle 15 ore ciascuno.
La frequenza è obbligatoria a meno che le famiglie
intendano non avvalersene
- Verifiche intermedie
Gli studenti, indipendentemente dalla frequenza dei corsi,
hanno l'obbligo di sottoporsi alle verifiche organizzate dal
Consiglio
- Sportello di consulenza
Previsto per chi vuole optare per lo studio individuale.
Ogni consiglio di classe individuerà gli insegnanti
a cui affidarne la gestione
- Scrutinio finale
In caso di insufficienze, il consiglio di classe può dare
la possibilita di un ultimo appello. Nell'albo dell'istituto
sarà riportata l'indicazione "sospensione del giudizio"
- Verifiche finali
Devono essere svolte entro l'inizio delle lezioni dell'anno
scolastico successivo
In base all'esito, che terrà conto anche dei risultati
conseguiti nel corso dell'anno, il consiglio di classe può
decidere per l'ammissione o non ammissione dello studente
alla classe successiva
ANSA-CENTIMETRI
(da www.lasicilia.it)
LA STORIA DEGLI ESAMI DI RIPARAZIONE
Gli esami di riparazione si sono affacciati sulla scena ai
primi del Novecento. Le norme per l’istruzione,
regolamentate dai regi decreti degli Anni 20,
prevedevano, infatti, gli esami di riparazione per gli
studenti che non conseguivano la sufficienza. Nel 1977,
con la Legge n. 517 del 4 agosto, vennero aboliti gli esami
di riparazione per le scuole elementari e medie e venne
introdotta una nuova forma di valutazione degli alunni.
Il
1995 è l’anno di nascita dei "debiti". Nelle scuole
secondarie superiori gli esami di riparazione vengono
aboliti in quell’anno. In sostituzione viene disposto
l’obbligo di frequentare appositi corsi di recupero
organizzati dalle scuole per gli studenti in debito formativo
che non hanno raggiunto i livelli di apprendimento previsti
in alcune discipline di studio. Obbligo che viene spesso
disatteso.
Il 2007 è l’anno del "ritorno": il ministro Fioroni,
per la verità, non ha mai amato l’espressione "esami di
riparazione". Gli esami di riparazione vecchio stile (con
commissione esaminatrice, prove prescritte e spese per le
ripetizioni a carico delle famiglie) sono stati abrogati nel
’95 e «avrebbero potuto essere ripristinati - ha spiegato
più volte - soltanto con una legge».
(da www.lasicilia.it)