LA FIGURA DI DANTE NELLA LETTERATURA CINESE MODERNA
Data: Giovedì, 05 giugno 2008 ore 00:05:00 CEST
Argomento: Rassegna stampa


La figura di Dante nella letteratura cinese moderna
 di Anna Bujatti*

 

Il drammaturgo e narratore Lao She (1899-1966) che nel 1936 aveva scritto il testo poetico Guiqu (Commedia dei demoni) ispirato all’Inferno dantesco, dichiarava, nel 1941, che “la Divina Commedia è l’unico libro al mondo che non si può imitare”.
 Il poeta He Qifang (1912-1977) nel 1975, un anno prima della morte di Mao Zedong e della fine del periodo detto della ‘Rivoluzione culturale’ (Wenhua dageming) (1966-1976) esprimeva nella sua poesia Yixi (Ricordanze) l’auspicio: “anche la Cina deve avere il suo Dante” manifestando così l’identificazione di Dante nel grande poeta nazionale per antonomasia a livello mondiale.


Ritratto del pittore ottocentesco Domenico Peterlin Dante in esilio, pubblicato nell’edizione  speciale della rivista «Xiaoshuo yuebao » («Mensile del romanzo») del 1921, che riporta la traduzione in cinese dei primi tre canti della Divina Commedia (Shen qu).

La presenza di Dante in Cina tra la caduta dell’impero e i primi decenni della repubblica
La presenza di Dante nella scena letteraria cinese risale alla fase storica detta del ‘Riformismo’ che portò alle riforme del 1898, premessa alla caduta dell’impero e all’instaurazione della repubblica (1912).
 Una componente importante del ‘Riformismo’, movimento insieme politico e culturale, era costituita da intellettuali che si erano formati in Giappone dove l’eco del Risorgimento italiano era giunta attraverso l’Inghilterra. Ricordiamo in particolare The prophecy of Dante scritto da Byron nel 1919 a Ravenna e il discorso di Thomas Carlyle del 1841 On Heroes, Hero worship and the heroic in History, testi nei quali Dante è presentato come poeta profeta, anima della nazione italiana.
 Lo studioso giapponese Ueda Bin pubblicava nel 1901 una serie di lezioni su Dante divino poeta (Shisei Dante ) e nel 1904 una parziale traduzione in giapponese della Vita nuova. Su questo sfondo si colloca il dramma dello scrittore cinese Liang Qichao (1873-1929) Xin Luoma (La nuova Roma ) pubblicato, incompiuto, nel 1902, dramma nel quale a Dante è affidato il prologo nel quale viene evocato il Risorgimento italiano come esempio di riconquista della antica dignità di un grande popolo, a lungo calpestata.
 Nel 1907. ispirandosi a Carlyle, il grande scrittore cinese Lu Xun (1881-1936) anch’egli studente in Giappone, scrive per una progettata rivista dal titolo «Xin sheng» («Vita nuova») il testo Il potere della poesia di M_r_ (o Il potere della poesia ribelle, poiché M_r_ è il demonio indiano) in cui evoca la figura di Dante come padre della nazione italiana.
 Il poeta Su Manshu (1884-1918) primo traduttore di Byron in cinese, accomuna Dante e Byron in una sua lirica del 1909 definendoli “i suoi maestri”.
 In un articolo per la rivista «Xin qingnian» («Gioventù nuova») del 1° gennaio 1917 l’autorevole intellettuale Hu Shi (1892-1962) esalta Dante come creatore di una lingua nuova, che da voce alle aspirazioni nazionali del suo paese.
 Nel 1921, sesto centenario della morte di Dante, poco più di un paio di anni dopo lo storico Movimento, politico e culturale insieme, definito “del 4 maggio” (1919), un numero speciale della rivista «Xiaoshuo yuebao » («Mensile del romanzo») pubblica la traduzione in cinese dei primi tre canti della Divina Commedia (Shen qu) e la riproduzione del dipinto ‘Dante in esilio’ del pittore ottocentesco Domenico Peterlin. In altre riviste si parla in particolare del De vulgari eloquentia,  stimolo al rinnovamento della lingua cinese scritta, ancora rigidamente legata alle forme tradizionali, lontana dalla moderna lingua parlata.

 Ci sono anche vie impensate che conducono a Dante. Il grande romanziere Ba Jin (1904-2005) ha sempre ricordato, come avvio alla sua lettura di Dante, la lettera ricevuta nel 1927, in risposta a un suo messaggio di solidarietà, dall’operaio italiano Bartolomeo Vanzetti, condannato negli Stati Uniti alla sedia elettrica (lettera esposta al Museo della Letteratura cinese moderna a Pechino).


Dante e Beatrice, manoscritto del XV secolo. Immagine tratta dal volume Dante’s Divine Comedy commentato da Sergio Samek-Ludovici, testo di Nino Ravenna, edizione Crescent Books.

Il poeta fiorentino e la generazione ‘romantica’ dei poeti cinesi
Accanto alla esaltazione del ruolo civile di Dante, negli anni Venti si diffonde l’immagine del Dante cantore dell’amore angelicato, e vengono evocate le figure di Beatrice e di Francesca da Rimini (eroina della celebre parafrasi, opera di Byron, del V canto dell’Inferno). Il poeta Guo Moruo (1892-1979) scrive Il canto di Paolo (1923) e in Tre canti di vita alla deriva (1924) si paragona a Dante in esilio che invoca la sua Beatrice. Frequenti sono i riferimenti a Beatrice nelle poesie di Xu Zhimo (1896-1931), che nel 1925 si reca personalmente a Ravenna a rendere omaggio alla tomba di Dante.
 Il narratore e poeta Yu Dafu (1896-1945) nel 1927, nel corso di una lunga e tormentata storia d’amore, si rivolge costantemente alla sua amata come alla sua Beatrice. E anche il giovane poeta Yin Fu (che sarebbe stato ucciso a Shanghai nel 1931 come rivoluzionario) scrive alla sua amata “Tu sei la Beatrice dell’Oriente”.
 Nel 1934 il poeta Wang Duqing traduce in cinese (dalla traduzione inglese di Dante Gabriele Rossetti) la Vita nuova.


Una scena del dramma teatrale di Guo Moruo messo in scena nel 1942.
 Immagine tratta dal volume K’iu Yuan di Kouo Mojo, edizione Gallimard per la collana Connaissance de l’Orient.

Dante poeta-profeta e l’evocazione di Qu Yuan
Nella cultura cinese del Novecento, la figura di Dante poeta-profeta non ha soltanto una connotazione civile ‘moderna’, come padre della nazione italiana, ma anche una dimensione visionaria, extratemporale, che si apparenta alla figura dell’antico poeta cinese Qu Yuan (340-277 a.C. circa) autore del poema Lisao (I tormenti dell’esilio o Incontro al dolore ). Già lo scrittore Lu Xun aveva accennato a questo accostamento, ma è il romanziere Mao Dun (1896-1981) che, in apertura di un suo celebre saggio del 1935 sulla Divina Commedia, svolge più compiutamente il parallelo.
 Quando, nel 1942, nei cupi anni dell’invasione giapponese, Guo Moruo mette in scena a Chongqing (allora capitale, sede del governo nazionalista) il suo dramma Qu Yuan, con forte connotazione di orgoglio patrottico, lo studioso Guo Yintian ne trae stimolo ad approfondire il parallelo tra Dante e Qu Yuan, voci, entrambi, delle più alte aspirazioni dei loro popoli e interpreti delle grandi correnti spirituali che percorrono l’universo.
 È interessante notare che le figure di Dante e di Qu Yuan sono state avvicinate anche di recente nel discorso tenuto all’Accadema svedese nel 2000 dal premio Nobel per la letteratura Gao Xingjian.

Le traduzioni e gli studi delle opere di Dante
I primi tre canti dell’Inferno tradotti di Qian Daosun sono stati pubblicati sul «Xiaoshuo yuebao» («Mensile del romanzo») nel 1921 e altri cinque nel 1929, traduzione molto ammirata ma non portata a termine.
 Tra il 1935 e il 1948 Wang Weike ha tradotto tutta la Divina Commedia dal francese e nel 1954 Zhu Weiji ha pubblicato la sua traduzione dell’Inferno dall’inglese completando la traduzione delle tre Cantiche entro il 1990.
 Infine Tian Dewang ha tradotto la Divina Commedia (Shen qu) dall’italiano, pubblicandola nel 2000.
 Negli anni Novanta sono state pubblicate, oltre a una nuova traduzione della Vita nuova, anche le traduzioni del Convivio, a cura di Lü Tongliu (1966) e del De Monarchia a cura di Zhu Hong (1997).

 Dopo un lungo silenzio, a partire dalla fine degli anni Settanta, studi e ricerche su Dante si sono susseguiti in gran numero. Forse il primo saggio notevole è stato il saggio di Hua Yuqing pubblicato nel 1980 sulla rivista di studi letterari di letteratura straniera  «Waiguo wexue yanjiu» con il significativo titolo: Modernità della Divina Commedia.

 *Italianista e sinologa, allieva di Natalino Sapegno e di Paul Demiéville, ha tradotto e curato testi poetici, narrativi e saggistici della letteratura cinese classica e moderna e ha preso parte a ricerche a carattere internazionale sui rapporti letterari e di pensiero tra Europa e Cina.






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