LA SCUOLA SI TRASFORMA IN UNA GRANDE MAMMA RECUPERO
Data: Giovedì, 05 giugno 2008 ore 00:05:00 CEST
Argomento: Opinioni


LA SCUOLA SI TRASFORMA IN UNA GRANDE MAMMA RECUPERO



E’ stata dunque emanata la circolare tanto attesa sugli scrutini finali 2008. E’ vaga e tutto sommato lascia inalterato il quadro delineato dall’O.M 92: ma, giunti a questo punto dell’anno, non credo che per la Gelmini ci fosse molto altro da fare. Ormai quest’estate si recupera. Cioè i ragazzi per i quali viene sospesa la promozione, con una sospensione del giudizio di scettica memoria, iniziano un corsetto di massimo 15, se va bene 10, se va male 8 ore. E’ da prevedere, visto che viene lasciata piena autonomia alle scuole e sono arrivati nuovi fondi, che i corsi di recupero partiranno subito dopo la fine delle lezioni e si rivolgeranno ad alunni sfiniti, sfiancati da un intero anno scolastico (ci chiediamo chissà poi perché!). Insomma non sarebbe il momento più adatto. Ma tant’è. Bisogna fare in fretta e chiudere il tutto magari entro il 15 luglio, così da fare il recupero in concomitanza con gli esami di stato.
E’ inutile ripeterlo: non è una cosa seria. Non si recupera in 15 ore il programma di discipline impegnative come la matematica, la fisica, il latino, l’inglese. Non si recupera nemmeno facendo credere al ragazzo che è possibile questo senza un suo reale impegno. E sarà imbarazzante per i docenti esaminarlo e magari dovere affermare… che cosa? Che ha colmato le lacune? No, nemmeno per scherzo. Che non le ha colmate? E qui saranno cavoli: che cosa, infatti, ha fatto la scuola per sanare le sue mancanze? La grande processata è lei, non lo studente.
Comunque sia, lo sappiamo per esperienza, questa pagliacciata si chiuderà. Un tuffo al mare per tutti, docenti, alunni e genitori, calmerà gli animi e disseterà le menti.
Ma nella circolare c’è un altro punto da valutare e considerare. Perché, caro ministro, qui la capiamo, non si arriva dopo 13 anni di sfascio e con un colpo di bacchetta magica si sistema il problema dei debiti. Il ministero scrive: “E’ evidente, tuttavia, che prima dell’inizio del nuovo anno scolastico si dovrà procedere ad un’ampia riflessione sulle criticità emerse nel corrente anno e rilevate anche dal monitoraggio in atto.  L’analisi da promuovere dovrà, fra l’altro, riguardare la presenza delle condizioni per la piena realizzazione del principio secondo cui le attività di sostegno e di recupero costituiscono parte ordinaria e permanente del piano dell’offerta formativa.”
Cioè? Facciamo un discorso riferito ai licei. I licei, che dovrebbero essere scuole rivolte ad alunni che si iscrivono con l’intenzione di studiare, si trasformeranno in una grande mamma, che non fa altro che recuperare. Recupero già all’inizio dell’anno, a ottobre. Poi a gennaio. Poi a marzo. Infine di nuovo in estate. Si recupera, si recupera sempre. Perché buona parte dei ragazzi, tolta qualche sacrosanta eccezione, non ha voglia di fare niente o di fare poco. E noi, Stato compreso, gli stiamo tutti dietro. Rallentiamo i programmi, quasi li blocchiamo. Perché si devono recuperare ragazzi che si riposano. Il mondo gira intorno a loro. Loro sono al centro del mondo. Oziano. Ma sono importanti. Importantissimi. Poi, a un tratto, mentre loro oziano, e io rallento il programma e ripeto sempre la stessa cosa e insisto per recuperarli, da un angolino mi sento osservata. Qualcuno mi guarda. Anzi mi implora. Con gli occhi. Prof, non ripeta sempre lo stesso argomento, andiamo avanti. Sono quei ragazzi che hanno voglia di studiare, di apprendere, di migliorarsi, di progredire. Loro faticano perché allo studio ci credono. Saranno demodè, ma ci sono anche loro.
Ma per noi non esistono. O meglio li vediamo. Ma non possiamo farci niente. La grande mamma recupero continua la sua corsa. Sembra assistere tutti, e invece nega il diritto allo studio proprio a quelli giusti. E in fondo non garantisce una buona cultura di base a nessuno. Non sei una buona genitrice, cara scuola. E non vorremmo che, in questa follia, seguissimo la sorte della Madre Coraggio di Brecht, creatura ottusa e ostinata, che non comprende nulla di quanto accade a lei ed intorno a lei, e alla fine perde, senza volerlo, tutti i suoi figli.


Silvana La Porta






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