Donna crocifissa sul muro della chiesa e le critiche di Sgarbi
Data: Marted́, 03 giugno 2008 ore 19:44:54 CEST
Argomento: Rassegna stampa


 

"Donna crocifissa", Cattelan a Sgarbi:
«Opera speciale per luogo che l'accoglie»
L'artista replica al critico che ha definito l'opera esposta sul muro di una chiesa a Stommeln «roba già vista»

 Maurizio Cattelan, il nostro artista più conosciuto nel mondo ha fatto di nuovo centro con la mostra che ha inaugurato domenica a Stommeln, un villaggio a nord ovest di Colonia, in Germania. Le foto dell’installazione di una ragazza a grandezza naturale fissata con legni e chiodi dentro una scatola di imballaggio e issata sul muro esterno di una chiesa cattolica, hanno conquistato subito le pagine Web. Nel giro di soli due giorni l’opera è diventata un’icona, come il papa Giovanni Paolo II colpito dal meteorite o l’Hitler bambino. 
 ''L'etica è una questione della letteratura e della cultura, non della realtà'', ha detto all'agenzia di stampa tedesca Dpa un portavoce dell'artista. ''Alla fine, non viviamo affatto in un mondo buono'', ha concluso.( da Quotidiano) M.Allo

Ma ecco  le critiche di Sgarbi ad un artista concettuale che sconvolge i passanti

I media la propongono come l’immagine choc della "donna crocifissa" anche se non si tratta affatto della tradizionale iconografia della crocifissione non foss’altro perché la donna non è inchiodata a due pali ed è girata contro il muro (e quindi non vediamo il volto come avviene per tutti i crocifissi, da Cristo a San Pietro a Santa Giulia ai due ladroni). Eppure l’immagine è così potente che passa per tale. Ma l’aspetto più curioso è che mentre nella stampa tedesca la mostra è stata recensita con un coro unanime di approvazione, in Italia, dove ci piace massacrare chi ha successo, Vittorio Sgarbi si è scagliato contro Cattelan sia dalle pagine de Il Giornale che, martedì mattina, dai microfoni di Radio 24 sostenendo che l’artista è un abile comunicatore che sfrutta gli scandali puntando sulla censura la quale «aiuta l’opera d’arte a vivere e anzi ne è la stessa ragione di vita». E già che c’era Sgarbi ne ha approfittato per dare una stoccata anche al sindaco Letizia Moratti rea di averlo licenziato: «Non si capisce perché l’opera di Cattelan debba creare turbamenti mentre la donna crocifissa dipinta da Adelchi Riccardo Mantovani da me voluta in mostra al Pac di Milano non susciti alcuno scalpore», ha detto. «Suor Letizia che vigila sul suo convento, una città che chiude presto la sera e che consente ai giovani soltanto di stare per strada a bere e a drogarsi all’aperto in prossimità di qualche caffè alla moda, si trova ad avere un’opera scandalosa di cui però non si parla. Quella di Cattelan è roba già vista e questo dimostra come la miglior censura sia il silenzio».

LUNGA TRADIZIONE - Certo di crocifissioni femminili c’è una lunga tradizione iconografica che parte dalle rappresentazioni medievali del martirio di Santa Giulia e arriva alle performance di Marina Abramovic, che ha crocifisso se stessa, e passa per i riti sacrificali dell’artista viennese Hermann Nitsch, il quale durante le sue azioni ispirate alla Passione ha crocifisso uomini, donne e animali, per arrivare fino al cinema con «Je vous salue, Marie» di Jean-Luc Godard o alla musica con Madonna che nel 2006 ha cantato issata su una croce di specchi indossando una corona di spine. Ma per vendere le opere a milioni di euro nel mercato internazionale dell’arte (a questi prezzi vengono contese quelle di Cattelan) lo scandalo da solo non basta e l’opera del 48enne artista padovano funziona anche perché, in realtà, non è affatto una crocifissione.

«NON HO MAI DETTO DI ESSERE IL PRIMO» - «Non ho mai detto di essere il primo o il terzo», replica a Sgarbi Maurizio Cattelan. «Non è la classifica d’arrivo, ma il luogo che l’accoglie a rendere speciale il mio lavoro rispetto alla crocifissione di Mantovani. Installare un’opera in una chiesa e metterla in relazione con la vecchia sinagoga di Stommeln, dà al lavoro tutto un altro significato e io ho accettato l’invito proprio perché si trattava di questo tipo di sfida». «Comunque a Stommeln tutto è tranquillo», ride al telefono Cattelan. «E posso assicurare che domenica il parroco e il sindaco erano a tavola assieme a brindare felici e contenti. Non solo, ma ho anche ricevuto una targa di riconoscimento dalla città che porterò nella mia casa di New York».

Chi è Maurizio Cattelan

Maurizio Cattelan (nella foto Grazia Neri), il più quotato sul mercato tra gli artisti italiani viventi, nasce a Padova nel 1960 e inizia a lavorare a Milano, realizzando oggetti non-funzionanti, in sintonia con le tendenze del concettuale. Il debutto espositivo è nel 1991, alla Galleria d'Arte Moderna di Bologna, dove presenta «Stadium 1991», lunghissimo tavolo da calcetto, con undici giocatori senegalesi e altrettanti scelti tra le riserve del Cesena. Già nel 1986 aveva lanciato una provocazione, con «Untitled», del 1986, una tela squarciata in tre pezzi alla maniera di Lucio Fontana, creando però la «Z» di Zorro, che sarà il suo «marchio» negli anni successivi. L'artista si guadagna un forte riscontro dal pubblico e dal mercato dell'arte. In una performance a Milano, Cattelan attacca al muro con lo scotch il suo gallerista Massimo De Carlo.

METEORITI SUL VATICANO - L'opera più nota più nota di Cattelan «La Nona Ora», scultura realizzata nel 1999 che raffigura Giovanni Paolo II abbattuto a terra sotto il peso di un enorme meteorite e circondato da vetri infranti. Al centro di molte polemiche, il lavoro è stato esposto alla Royal Academy di Londra e a Varsavia e battuto da Christiès nel 2001 per la cifra record di 886 mila dollari, all'epoca equivalenti a due miliardi di lire.

LA BIENNALE AI CARAIBI - Cattelan vive a New York, ma le sue provocazioni si trovano in mezzo mondo. Ai Caraibi l'artista ha organizzato la «sesta Biennale»: peccato che non ce ne fossero mai state prima e non ne siano seguite altre. L'«installazione» consisteva in due settimane di villeggiatura gratis per gli artisti invitati e nessuna opera esposta, lasciando a bocca aperta le delegazioni di critici accorsi inutilmente. Persino con la Biennale vera, quella di Venezia, Cattelan non ha scherzato. Nel '93 ha sconvolto la laguna mettendo in scena «Lavorare è un brutto mestiere», il cui obiettivo era quello di vendere a un'agenzia di pubblicità il suo spazio espositivo.

L'ASINO E I DOTTORI - A New York, sulla 20esima strada, Cattelan ha aperto una vetrina minimale, la «Wrong Gallery», dove di volta in volta viene esposto un artista. È sempre un evento e i newyorkesi ne vanno matti. Le quotazioni «stellari» delle sue opere generano spesso critiche e malumori, nel mondo dell'arte e non solo. Cattelan non si è risparmiato le sue uscite spiazzanti neanche nel giorno della laurea honoris causa conferitagli dalla facoltà di Sociologia dell'università di Trento. Identificandosi con un asino, ne ha regalato uno imbalsamato all'ateneo. Titolo dell'installazione «Un asino tra i dottori».







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