DEBITI: GLI STUDENTI LA FARANNO FRANCA…COME SEMPRE
Data: Sabato, 31 maggio 2008 ore 15:47:02 CEST
Argomento: Opinioni


DEBITI: GLI STUDENTI LA FARANNO FRANCA…COME SEMPRE

Sono giorni di attesa, di gaia trepidazione. Per gli alunni. E di ansia e quasi di paura. Per i docenti. Perché in questi giorni si gioca tutta la partita sul problema dei debiti scolastici e delle insufficienze a giugno; e delle eventuali sospensioni del giudizio, riparazione delle materie insufficienti e conseguente esame o a luglio o ad agosto (!) o addirittura a settembre, a nuovo anno scolastico già iniziato.
E’ attesa a momenti una circolare del Ministero che faccia chiarezza su cosa fare, come fare, quando fare, perché fare. Ma la circolare, statene certi, sarà molto, ma molto vaga. Naturalmente verrà lasciata piena autonomia alle scuole, della serie sbrigatevela da soli, cari docenti, vedetevela voi che siete gli unici veri responsabili dell’aspetto organizzativo e didattico dell’apprendimento.
Proviamo allora a leggere il problema in chiave molto schietta, senza infingimenti, togliendoci la maschera, sine ira ( se ci riesce) et studio. Innanzitutto i debiti degli anni precedenti. Per le classi quarte e quinte attuali…che fare? Sono stati fatti gli esami, ma per chi non ha superato il debito degli anni precedenti nenanche in quest’ultima tornata, ditemi voi, che fare?  Qualche preside ha trovato la soluzione, che forse, a fronte della non ammissione agli esami proprio per gli alunni di quinta, è l’unica praticabile, seppur indegna: abbuonarli. Sì, abbuonarli. Bravi, bravi, colpo di bacchetta magica: et voilà, debito scomparso. Volatilizzato. Difficoltà superata, Così va il mondo, e di riflesso la scuola, oggi.
Poi c’è il problemone degli alunni che stanno chiudendo l’anno con insufficienze. Con quante si boccia? E, se non si boccia, quante materie si lasciano? E come può un ragazzo recuperare in venti giorni di corsi, magari iniziati a ridosso della fine delle lezioni,  matematica, latino e inglese? Ma, che facciamo scherziamo? Materie che un tempo necessitavano di anni e anni di studio, diventano questa brodaglia qui, diluita in venti giorni e ingurgitata a grandi sorsi? E quando fare i corsi? Subito? Le famiglie degli alunni trepidano: e se si sfasciassero, per questo cavolo di insufficienze, le loro vacanze o quelle dei figli? E quando fare allora questi benedetti corsi? A luglio o nel bel mezzo del Ferragosto? Con gli insegnanti della classe, o, peggio, perché nessuno vuole dare la sua disponibilità, con quelli supplenti?  Così i ragazzi si trovano per misere 15 ore addirittura con un altro docente, con un’altra testa, un altro metodo, a sanare il loro menefreghismo di un anno intero. Per non parlare del fatto che l’imminente circolare ministeriale potrebbe, addirittura, diminuire il numero delle ore, portarle, che so, a dieci, otto per materia (!). E dopo? Esami, risultati naturalmente pressochè simili a quelli finali cioè quasi nulli…e promozione all’anno successivo!
Perchè questo perverso sistema di recupero dei debiti parte da un assunto sbagliato: che debba essere la scuola a recuperare e che, se i ragazzi non recuperano, la colpa è della scuola, dei docenti, di coloro che non hanno saputo far sì, per magia, che le lacune di un intero anno fossero colmate interamente in pochi giorni.
Infine, maligna e subdola, fa capolino l’ultima soluzione, l’extrema ratio per ovviare a questo desolante e inutile iter: promozione direttamente a giugno…per giunta stavolta meglio degli anni precedenti, cioè senza debiti! A meno che, deus ex machina, non giunga il 4 giugno, la sentenza del Consiglio di Stato, che potrebbe elegantemente cassare l’O.M.92 e…riportare tutto come prima, prima di questo guazzabuglio che succedeva al già farraginoso e mortificante guazzabuglio dei debiti.
In qualunque modo andrà, i ragazzi non recupereranno, statene certi,  un bel niente e la faranno franca come sempre, facendosi anche una bella risata.
E noi insegnanti capiremo. Siamo nel bel mezzo di una farsa. E ci dispiace tanto, ma proprio tanto, esserne le involontarie macchiette.

SILVANA LA PORTA









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