CONTRO I BULLI A SCUOLA UNA ''TASK-FORCE''
Data: Marted́, 27 maggio 2008 ore 23:52:02 CEST
Argomento: Comunicati


L'INIZIATIVA DEL NEO-MINISTRO Gelmini: "Contro i bulli a scuola scenderà in campo una task-force" Immediate le reazioni positive del Moige, associazione di genitori: "Non bisogna abbassare la guardia davanti a un fenomeno che e' spia di una vera e propria emergenza educativa"
Mariastella Gelmini, ministro dell'istruzione  - Il fenomeno del bullismo nelle scuole "è un fatto spiacevole e ricorrente rispetto al quale al Ministero stiamo organizzando una piccola task force per dare risposte non banali ma che partano da un'analisi della realtà".
Così a Palermo il ministro dell'Istruzione, Maria Stella Gelmini, a margine delle commemorazioni per la strage di Capaci avvenuta 16 anni addietro.
MOIGE: COINVOLGERE SUBITO GENITORI
"Apprezziamo la volonta' del ministro Gelmini di istituire una task force ministeriale contro il bullismo: non bisogna abbassare la guardia davanti a un fenomeno che e' spia di una vera e propria emergenza educativa". Cosi' il Moige (Movimento italiano genitori) commenta le dichiarazioni rilasciate stamattina dal ministro del'Istruzione, Maria Stella Gelmini.

"Abbiamo appena concluso una campagna di prevenzione sul bullismo, che ha visto coinvolti oltre 6000 bambini nelle scuole di tutta Italia- spiega Bruno Iadaresta, responsabile scuola del Moige- e abbiamo avuto la conferma che il bullismo e' un fenomeno che si puo' combattere con l'informazione e la prevenzione, cercando di parlare ai ragazzi con un linguaggio a loro comprensibile".
Allo stesso tempo, pero', aggiunge l'associazione, "siamo consapevoli che la strada da fare e' ancora lunga, che la prevenzione va allargata a varie fasce d'eta', e che soprattutto c'e' bisogno di un coordinamento nazionale sul fenomeno, che coinvolga tutti gli attori sociali".(Da Quotidiano)M:Allo
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Da''L’Educatore'': Bullismo a scuola.La diffusione che il fenomeno del bullismo ha raggiunto anche nella scuola italiana, di ogni livello.Pubblichiamo un abstract sull'argomento



Le tesi sostenute dagli autori si allineano alla recente letteratura sul tema: il bullismo, che trova nella scuola un luogo in cui manifestarsi, non andrà più sottovalutato considerate le sue conseguenze imprevedibili tanto per chi lo pratica quanto per chi lo subisce.
"Il bullismo è un comportamento prepotente, non dovuto a precedenti provocazioni, che mira a colpire gli altri mediante comportamenti di aggressione verbale, relazionale (esclusione dal gruppo, diffusione di calunnie) e fisica. Ci sono distinzioni di sesso e di età fra chi pratica il bullismo: mentre i maschi adottano strategie di tipo diretto, soprattutto fisico, le ragazze utilizzano prepotenze relazionali indirette, che incidono sui rapporti di amicizia fra compagne. Le modalità vessatorie sono molto legate all’età: i più piccoli, abituati al contatto fisico del gioco, esercitano e subiscono prepotenze più dirette; i ragazzi, che sperimentano nuovi tipi di relazioni più centrate sui sentimenti, scelgono pratiche più indirette, relazionali, e quindi anche più nascoste.
Particolarità del bullismo è il suo carattere di gruppo: la forza del bullo è intensificata dall’attenzione e dal supporto dei sostenitori e da chi semplicemente non si oppone per paura o sottomissione. I motivi che portano un ragazzo a diventare bullo, possono derivare dal desiderio di essere approvati e considerati bravi e capaci, di compiacere le aspettative dei genitori o dei coetanei, dal desiderio di identificarsi con un gruppo per aumentare il livello di autostima. Il rendimento scolastico può quindi essere influenzato anche da aspetti emotivo-relazionali: il fatto di conseguire cattivi risultati scolastici, spinge il ragazzo a frequentare compagni con le stesse caratteristiche, che si sostengono reciprocamente nell’esprimere atteggiamenti sempre più negativi verso la scuola. Il bullo costituisce un modello positivo per i componenti del gruppo, che sono spinti a imitarlo. Ecco perché essere bravi a scuola può diventare causa di emancipazione dal gruppo.
Le statistiche riferiscono che un bambino su tre all’interno della scuola dell’obbligo subisce prepotenze, e se è vero che il numero dei bambini coinvolti diminuisce alla scuola secondaria di primo grado rispetto alla scuola primaria, è altrettanto vero che i ruoli, col passare del tempo tendono a fossilizzarsi con gravi conseguenze per lo sviluppo socio-affettivo.
Per questo motivo urge attivare adeguati programmi di prevenzione e intervento fin dai primi anni scolastici."








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