IL '68 MANDATO IN PENSIONE
Data: Luned́, 19 maggio 2008 ore 09:48:02 CEST
Argomento: Rassegna stampa


Son passati quarant’anni. Ma sembra ieri. Cioè i suoi effetti sono ancora qui, sotto gli occhi di tutti. E’ questa la provocatoria proposta di rilettura del fatidico Sessantotto nell’ultimo saggio di Marcello Veneziani (Rovesciare il ’68, Mondadori, pp. 175 € 17), che indaga appassionatamente su un evento che, fallito come rivoluzione politica, è diventato canone di vita e causa di un alienante conformismo di massa.
Attraverso una carrellata sulle sacre istituzioni devastate dalla furia sessantottina, Veneziani ci offre un gustoso, anche se a tratti farraginoso, spaccato della società di oggi, dove i sessantottini sono diventati la classe dominante nel mondo della politica e dell’istruzione. Non a caso la scuola è il regno degli incapaci e la famiglia il luogo del permissivismo totale; mentre la donna con la sua liberazione sessuale ha decretato l’uso commerciale e consumistico del suo corpo.
Il ’68 viene così mandato in pensione dall’autore, non senza un qualche rimpianto per quegli atteggiamenti che oggi tanto ci mancano: lo spirito ribelle, l’inquietudine e il senso critico, che sono stati il sale di quel movimento che odiò tanto il latino e la cultura aristocratica. Oggi forse, visti i risultati, avrebbe preferito chiamarsi… Sexaginta octo.


SILVANA LA PORTA






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