SCECCU SPARU E’ NATO IN SICILIA
Data: Domenica, 11 maggio 2008 ore 09:14:40 CEST
Argomento: Rassegna stampa


SCECCU SPARU E’ NATO IN SICILIA


E’stato presentato martedì 8 aprile ad Acireale, in prima nazionale, in occasione degli Incontri culturali curati dalla prof.ssa Maria Rita Pennisi, dal poeta Alfonso Lisi e dal professore Giuseppe Condorelli;  e ha già suscitato intorno a sé parecchia curiosità. E’ il terzo romanzo, dopo Senza re né regno (2004) e Il cammello e la corda (2006 ), dello scrittore calatino Domenico Seminerio (Il manoscritto di Shakespeare, Sellerio, pp.368, € 13) che costruisce sapientemente la sua trama su un’ipotesi inquietante: William Shakespeare non era il figlio autodidatta del guantaio di Stratford on Avon, bensì nientemeno che uno scrittore italiano. Anzi non italiano, ma siciliano, siciliano doc, nobile messinese fuggiasco per motivi religiosi. E’ questo lo spunto da cui prende le mosse una trama che vede protagonisti un affermato scrittore di provincia e un vecchio maestro in pensione, che reca al primo una proposta ardita:  scrivere la storia dell’enigma di un vecchio manoscritto contenente la prova inconfondibile della vera identità di William Shakespeare.
Nel mondo siciliano di Seminerio si snoda così il dialogo serrato tra i due ed emerge la disgraziata ed infelice vita del maestro, vittima di una moglie ignorante che nulla capisce di letteratura. E infatti storpia comicamente perfino il nome del grande drammaturgo inglese, chiamandolo, nel suo linguaggio popolare, Sceccu Sparu. Sì, asino spaiato, un asino spaiato che dà, però, senza volerlo, filo da torcere ai protagonisti di questa intrigante narrazione, dove, pirandellianamente, la realtà diventa assurdo e l’inverosimile realtà, tra pettegolezzi paesani e avidi cacciatori del fatidico manoscritto, tutti alle prese con la grinta e la tenacia del vecchio maestro, eroe inattuale, moderno Don Chisciotte siciliano, che, sebbene ormai ottantaduenne, non esita a lottare per la sua nobile e disinteressata idea. Un altro degli indimenticabili personaggi abilmente creati dalla fertile fantasia dell’autore, che sembra avere promesso al suo pubblico nuovi e più seducenti figure, confessando che ha quasi ultimato il suo quarto romanzo, già ideato il quinto e messo in cantina uno spunto per il sesto. Non senza aver prima scoperto però la fine del manoscritto di Shakespeare, o Sceccu Sparu che dir si voglia… 


Silvana La Porta














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