Ieri il nuovo ministro si č insediato, non ci saranno colpi di spugna al lavoro di Fioroni e Mussi La «ricetta Gelmini»: ampio dialogo
Data: Sabato, 10 maggio 2008 ore 20:30:18 CEST
Argomento: Rassegna stampa


ROMA. Nessuna decisione unilaterale, ampio spazio al dialogo. È sempre stato questo il metodo di lavoro di Mariastella Gelmini e non cambierà ora che è diventata ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, tre competenze che con il governo Berlusconi tornano sotto lo stesso tetto. Una rassicurazione che giunge quanto mai opportuna visto che il suo debutto a viale Trastevere - per il passaggio di consegne con il suo predecessore, Giuseppe Fioroni - è stato salutato da una vivace manifestazione dei Cobas che hanno già ampiamente criticato quanto da lei suggerito in una proposta di legge presentata ai primi di febbraio: contratti privatistici dirigenti-docenti, più poteri ai presidi, attribuzione dei fondi alle scuole in base ai risultati degli studenti, chiamata diretta dei docenti.

Non ci saranno colpi di spugna, quel che c’è stato di buono sotto le gestioni Mussi e Fioroni verrà recuperato - assicura chi la conosce bene. Certamente quel che è stato annunciato in campagna elettorale - dal ripristino delle «tre i» alla trasformazione delle università in fondazioni - non verrà disatteso ma neppure pedissequamente tradotto in pratica. Mariastella Gelmini ci metterà del suo. Anche le indiscrezioni su un ritorno del vecchio esame di riparazione e sulla cancellazione tout court delle nuove norme sui debiti vanno prese con cautela.

Il passaggio delle consegne con i ministri uscenti dell’Istruzione Fioroni e e dell’Università Mussi, dalle cui mani riceve un fardello non da poco, si è svolto ieri mattina in un clima di grande cordialità. Di circa tre quarti d’ora l’incontro con Mussi, più lungo - un’ora e mezzo - quello con Fioroni, con il quale forse le affinità sono maggiori visto che entrambi sono convinti cattolici.

Mussi, al termine del suo colloquio con la Gelmini, ha espresso, riferendosi ai finanziamenti per il settore, un auspicio, con una punta di rammarico: «Spero che il nuovo ministro abbia più fortuna di me». L’ex ministro ha quindi riferito che su almeno tre questioni - bloccare i processi di proliferazione e frammentazione nel sistema universitario, rendere operativa l’Agenzia di valutazione, liberare le nomine dalle ingerenze politiche - il giovane avvocato bresciano che gli succede alla guida del dicastero ha espresso apprezzamento per il lavoro da lui fatto condividendo i principi di fondo.

Mussi ha quindi messo sul tappeto le questioni che restano aperte, dal regolamento dei ricercatori alla riforma dei concorsi di prima e seconda fascia, al progetto di riforma della governance degli atenei. Cordiale e sereno il vis a vis con Fioroni. «Le ho fatto sinceri auguri di buon lavoro nell’interesse della scuola e nella convinzione che la scuola non è un campo di battaglia di opposte fazioni. Non c’è una scuola di destra o di sinistra, ma una buona scuola per i nostri figli e per il futuro del Paese».

Dal nuovo ministro, ieri mattina, nessuna dichiarazione. Gli incontri erano a porte chiuse. Off limits i giornalisti. «Il ministro per ora non parla. Ha incontrato i direttori generali del ministero e preso atto dei temi in agenda» dicono nel suo entourage e aggiungono pure che non ci sarà una sede prioritaria: il ministro farà la spola tra l’Eur e viale Trastevere.

A. A. (da www.lasicilia.it)







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