Nell’ambito della RASSEGNA DEL CONTEMPORANEO,
progetto culturale promosso dal critico d’arte e giornalista
Marina Sorbello, si è tenuta presso la Sala conferenze
dell’Accademia degli Zelanti e dei Dafnici una giornata di
studio avente per tema i nuovi formati dell’arte contemporanea.
Si sono alternati al tavolo dei relatori numerosi
esperti provenienti da varie regioni italiane che hanno parlato
di nuove forme di espressione artistica. Tra questi il
milanese Andrea Masu, che ha illustrato il progetto
“Incompiuto siciliano”, il cui obiettivo è il cambiamento della
percezione riguardo le opere pubbliche incompiute. Ben
600 ne sono state censite in tutta Italia, delle quali 350 in
Sicilia. Dalla loro mappa esce la cartina d’Italia, di un’Italia
mai esistita, che però ha creato illusioni. Dalla loro analisi è
possibile riscontrare l’esistenza di uno stile, come se si
fosse avvertita la necessità, progettandole, della realizzazione
di nuove e sperimentali forme architettoniche. La vicina
Giarre è la capitale europea per numero di opere, nove,
su densità di popolazione, e diviene il luogo d’eccellenza
della fioritura di questo stile, tanto da proporre la realizzazione
di un Parco archeologico dell’incompiuto siciliano.
L’intervento di Laura Barreca, curatore al Palazzo delle Arti
di Napoli e consulente al Museo Nazionale delle Arti del
XXI secolo di Roma (MAXXI), è stato incentrato sulla conservazione
delle prime forme artistiche con video realizzate
con le vecchie tecniche risalenti al periodo compreso tra
il 1963 ed il 1986. La Barreca ha ricordato che nel 1972 la
Rassegna di Acireale fu incentrata sulla mostra circuito
chiuso-aperto con modalità video tape recording. Quello fu
un esempio di avanguardia siciliana che deve riprendere
identità. Amara la sua constatazione sulla mancanze di
sponde istituzionali e di network. La Barreca ha affermato
che una città che non registra il presente, il contemporaneo,
non ha nulla da consegnare al futuro, ribadendo,
peraltro, come il museo contemporaneo sia oggi un produttore
culturale. Cristiana Perrella, curatrice del progetto
SACS (Sportello per l’Arte Contemporanea in Sicilia), ha
messo in evidenza la serie di azioni e di connessioni di
quello che c’è nell’isola. Per lei bisogna partire dall’evidente
e riconoscere ciò che è stato realizzato. Emilio Leo, artdirector
del Lanificio Leo, la più antica fabbrica tessile della
Calabria, di Soveria Mannelli (CZ), ha parlato della sua
esperienza riguardo la riconfigurazione dell’attività industriale
del lanificio e del suo progetto, basato sugli errori.
Investendo in cultura ha fondato il festival di pensiero contemporaneo
Dinamismi Museali, che, insieme all’azienda,
ha conseguito nel 2001 la finale del V premio Guggenhaim
ed il premio Gestione di Cultura. Leo si è soffermato su
quello che chiama paesaggio mobile della creatività in Italia
ed ha sottolineato il curioso concetto che esiste nel nostro
Paese sulla gioventù, riferita ai 40enni, se non addirittura ai
50enni. Tema ricorrente nei tanti interventi, valga per tutti
quello di Luigi Ratcliff, presidente dell’Associazione internazionale
della Biennale dei Giovani Artisti dell’Europa e
del Mediterraneo di Bari (BJCEM) e segretario del Network
GAI (Giovani Artisti Italiani) di Torino, è stato la proposta di
costruire una rete, allacciata a quella esistente, e condivisa
anche da altri soggetti. Si è avvertita la necessità di dare
vita ad un sistema rete e di mettere in atto dei rapporti tra
la rete e la politica. Marina Sorbello ha puntato sui giovani,
anche se è veramente importante ciò che si può fare e dire
a prescindere dall’età anagrafica. Ha avvertito il bisogno di
creare un rapporto, che ha chiamato micropolitica, tra la
cultura contemporanea ed il suo prodotto indirizzato non
soltanto agli specialisti. Per la Sorbello lavorare con la cultura
e l’arte contemporanea vuol dire migliorare la qualità
della vita di una comunità; anche da questa considerazione
è nata la Rassegna del Contemporaneo. Al termine dei
lavori è intervenuta Antonella Morelli, consulente di Palazzo
Riso di Palermo, Museo Regionale di arte contemporanea,
la quale ha preso l’impegno per un finanziamento destinato
all’organizzazione di un evento ad Acireale per il prossimo
anno. Palazzo Riso già finanzia alcune località nelle
quali si è promozionato il contemporaneo, quali Siracusa,
Gibellina e Castel di Tusa. A conclusione della Rassegna
del Contemporaneo si è tenuta presso l’antisala consiliare
del Palazzo di Città la “Mostra di Mostre”, retrospettiva della
Rassegna Internazionale di Arte Contemporanea Acireale
Turistico Termale, che si svolse nella nostra città dal 1967
al 1989. Nel presentare la mostra, la Sorbello ha parlato di
essa come di un modo di trasformare il passato al futuro
pensando al presente. Visitandola, ed osservando anche
con la visuale storica i pannelli relativi alla varie edizioni, ci
si rende conto di come quella fu un’operazione culturale di
rottura dovuta esclusivamente alla sensibilità dell’ideatore,
il compianto avv. Francesco Grasso Leanza, in un ambiente
chiuso, in cui divamparono tante polemiche. Gli articoli
pubblicati sulla stampa locale, che è possibile intravedere
sui pannelli, parlarono senza giri di parole di scandalo ed
addirittura di profanazione degli ambienti in cui vennero
esposte le opere. Un'occasione comunque per ricordare e
riesaminare un importante capitolo della storia culturale
della Sicilia e della città di Acireale.
Rodolfo Pugliesi da AKIS