Le canzoni che hanno narrato... la mamma
Data: Mercoledì, 07 maggio 2008 ore 06:57:53 CEST
Argomento: Rassegna stampa


'Mamma, son tanto felice
perché ritorno da te.
La mia canzone ti dice
ch'è il più bel sogno per me!
Mamma son tanto felice...
Viver lontano perché?’'

 (Mamma di A. Bixio e Cherubini, 1940)

'Son tutte belle le mamme del mondo,
ma soprattutto più bella tu sei,
tu che m'hai dato il bene profondo
e sei la mamma dei bimbi miei.'

(Tutte le mamme,  San Remo, 1954 di Bertini – Falcocchio)

'Viva la mamma
viva la favola degli anni cinquanta
cosi lontana eppure cosi moderna
e cosi magica
e cosi magica'

 (Viva la mamma di Edoardo Bennato, 1989)

'Mamma’, ‘Tutte le mamme, ‘Viva la Mamma’. Tre canzoni scritte in tre differenti periodi storico sociali della Nazione e della Storia della nostra canzone. Tre diversi periodi, tre diversi stili musicali e poetici, ma con un unico denominatore comune, l’amore verso la Mamma. Perché la ‘mamma è sempre la mamma’, e ‘di mamma ce n’è una sola.

‘Sembra l'immagine d'una Madonna, sembra l'immagine della bontà, cantavano Gino Latilla e Giorgio Consolini al Festival di San Remo, vincendolo, del 1954. Era sempre la stessa mamma che, a partire dal 1940 è stata cantata da grandi artisti, ed è la stessa mamma che, come dice la canzone, ‘fa sentire la mano tua stanca: che cerca i miei riccioli d'or.’

Ancor oggi, anche se la voce le manca, tutti sentiamo la sua ninna nanna d’allor. Tra la mamma all’antica di ieri, quella di ‘Mamma’ e di ‘Son tutte belle le mamme del mondo’ e quella più moderna di Luca Babarossa e di Edoardo Bennato, non c’è alcuna differenza. Nel 1992 Luca Barbarrossa vinse il Festival di San Remo cantando alla mamma '

Portami a ballare/portami a ballare/ uno di quei balli antichi/che nessuno sa fare più/ sciogli i tuoi capelli lasciali volare/lasciali girare forte intorno a noi.’

La Rock star partenopea Edoardo Bennato aveva, alcuni anni prima, gridato e cantato:

'Viva la mamma affezionata a quella gonna un po' lunga indaffarata sempre sempre convinta/a volte un po' severa Viva la mamma viva la favola degli anni cinquantacosi lontana eppure cosi moderna e cosi magica.

'Mamma son tanto felice perché ritorno da te’ è un inno d’amore alla mamme e basta. È il figlio, non si sa se prodigo o costretto ad allontanarsi dagli eventi dalla vita, che ritorna, non si sa se, da un lungo viaggio o da un amore sfortunato. Perché le canta:

‘Sei tu la vita/ e per la vita non ti lascio mai più!Mamma... mai più!’ Alcuni grandi artisti canzone leggera e della lirica si sono cimentati nell’interpretazione di Mamma, a partire da Beniamino Gigli, che la lanciò nel 1940, seguito da Luciano Tajoli, Claudio Villa, Nunzio Gallo, fino a Luciano Pavarotti. Anche grandi artisti stranieri, come da Connie Francis, hanno cantato nella loro lingua l’inno mondiale delle mamme del mondo.

Ogni regola, però, ha le sue eccezioni. È del 1929, cioè degli anni trenta, gli anni delle lucciole e delle femmine perdute, la mamma di ‘Balocchi e profumi’, del solito E.A. Mario. In Balocchi e profumi la mamma che compra ‘solo cipria e colonia Coty’, mentre per la sua piccolina non compra mai balocchi.  La stessa mamma che

‘Nel salotto profumato/Ricco di cuscini di seta,/Porge il labbro tumido al peccato/Mentre la bambina indiscreta/Dischiude quel nido.’

Ma la mamma è sempre la mamma, anche la peggiore delle mamme. Nel finale si pente e mentre ‘Esile, agonizza la bambina, /Or la mamma non è più ingrata./Corre a vuotar tutta la vetrina/Per la sua figliola malata./"amore mio bello,/Ecco i balocchi per te"./"grazie" mormora la bambina,/Vuole toccare quei balocchi,/Ma il capo già reclina/E già socchiude gli occhi./Piange la mamma, pentita,/Stringendola al cuor!

‘E gli anni passano - cantava l’Italia nel 1954 -i bimbi crescono,
le mamme imbiancano, ma non sfiorirà la loro beltà, la loro beltà.’
Buona festa delle mamme a tutte le mamme del mondo.





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