Esami di Stato anche per i ragazzi della terza media, con aggiunta
di una quarta prova a carattere nazionale i cui esiti dovranno
essere spediti all’Istituto di valutazione per capire se c’è
uniformità di preparazione in tutta la nazione. Il giudizio
complessivo tuttavia sull’alunno spetta sempre ai docenti che
potranno o no tenere conto di questa ulteriore prova basata su
test oggettivi di italiano e di matematica.
L’ex ministro Fioroni ha lasciato un’altra eredità importante
e sarebbe bene, come avviene nella secondaria superiore,
che le scuole si attrezzassero per attivare simulazioni in modo
che gli alunni sappiano almeno orientarsi, come sarebbe altrettanto
corretto che i docenti della media venissero pagati
come i colleghi interni delle superiori.
Ma anche questa problematica spetterà al nuovo ministro
dipanarla insieme a quell’altra di uniformare le qualifiche a un
quadro unico di riferimento a carattere europeo così come succede
con le competenze in lingua straniera. Un datore di lavoro
potrà essere così in grado di identificare conoscenze, abilità
e competenze di ogni singolo cittadino della comunità e potrà
quindi assumerlo sulla base delle proprie necessità, dichiarate
dalla certificazione medesima.
Per attivare ciò tuttavia occorre che il nuovo ministro adegui
i programmi nazionali a quelli in fase di preparazione a livello
comunitario, almeno nelle parti che li riguardano, consentendo
così che il quadro comune di riferimento abbia una
sua validità strategica in termini di impiego e di maggiore consapevole
di cittadinanza. Diritto di cittadinanza che ancora non
è stato del tutto offerto all’apprendimento della musica nella
nazione patria del “bel canto” dove solo nella media e nelle ex
magistrali si insegna.
Il progetto potrebbe essere quello di poterla praticare, oltre
che nei suoi indirizzi storico-teorici, anche in quelli pratici come
l’esecuzione e l’ascolto a scuola. Se si considera inoltre che
in Germania perfino città di media grandezza dispongono di
una orchestra in piena regola senza aiuti di Stato, si ha la dimensione
di come in Italia si è colpevoli nei confronti di un’arte
che se per un verso ci fa amare da tutto il mondo, per l’altro
relega la nostra gioventù agli ultimi posti per la sua fruizione.
PASQUALE ALMIRANTE (da www.lasicilia.it)