Pubblicità ai redditi dal fisco: Questa volta Grillo ha fatto autogol perché gli elenchi sono pubblici
Data: Giovedì, 01 maggio 2008 ore 14:43:11 CEST
Argomento: Rassegna stampa


Caro Beppe Grillo

Le rivolgiamo un pressante invito a fare autocritica e a cambiare nettamente linea di condotta. Il diritto/dovere di pagare tutti il dovuto si realizza anche per questa via, rendendo tutti i cittadini consapevoli che non si possono nascondere dietro l'anonimato e dando a tutti i cittadini che non possono sfuggire al fisco perché lavoratori dipendenti la possibilità di cooperare e collaborare per realizzare una giustizia distributiva. Le sacche ancora ampie di evasione sono zone grigie e oscure che vanno sdradicate e non soltanto dalla guardia di finanza, bensì anche dal concorso dell'opinione pubblica.
Se Lei crede nella potenza dell'opinione pubblica, che Lei stesso sta contribuendo a far crescere, non può poi stoppare la voglia di giustizia e trasparenza.
E poi perché?
Perchè Lei si é infastidito, per i suoi 4 milioni di euro di reddito comunicato a tutti?  Anzi! Ne dovrebbe andare orgoglioso perché almeno Lei ha dimostrato di essere un cittadino corretto che dichiara il suo reddito per intero.
Non ha niente da temere sul piano personale; può anzi brandirlo come testimonianza di civile e corretta cittadinanza. Non solo nessuno di noi ha invidia o recriminazione per il suo reddito, ma addirittura siamo contenti della solidità della sua posizione che può garantire al suo movimento un leader forte e autorevole.
Ci ascolti!
Non ci deluda e rifletta; altrimenti la delusione di una parte consistente dei suoi attenti seguaci provocherà una cocente delusione. La parola d'ordine sua dovrà essere : tutto sul web, di tutti e di tutto (purché evidentemente non si trascenda nel penale)!
Fiduciosi
La salutiamo

Dal sito “ La Repubblica”

Il viceministro dell'Economia a disagio, ma difende la sua scelta "Un semplice atto amministrativo, niente liste di proscrizione" Visco non fa mea culpa "Per me è un fatto di civiltà" di MARCO RUFFOLO Vincenzo Visco ROMA - Vincenzo Visco esce dalla scena politica italiana con una mossa a sorpresa che lui definisce "un fatto normalissimo di trasparenza e di democrazia", "un semplice atto amministrativo per applicare la normativa vigente".
Eppure bastano poche ore perché quell'atto, all'apparenza così formale e innocuo, scateni una bufera politica devastante che investe il suo ministero costringendolo a una repentina marcia indietro.
E rafforzando tra i suoi avversari la rappresentazione caricaturale che gli hanno sempre cucito addosso: prima Dracula assetato di tasse, ora Grande Fratello orwelliano che squaderna salari, stipendi e pensioni di tutti gli italiani, nessuno escluso, come fossero panni stesi.
Poco prima che montasse la polemica, il viceministro uscente dell'Economia ci aveva anche scherzato su. "Abbiamo reso accessibili i redditi di tutti i contribuenti?
E allora? È la cosa più normale di questo mondo, c'è dappertutto, basta vedere qualsiasi telefilm americano per rendersene conto". Lo raggiungiamo al telefono quando l'Agenzia delle entrate, su sollecitazione del Garante della privacy, ha già chiuso precipitosamente i contatti sul web. Adesso non mi dica che non si aspettava questa bufera. "Senta, che vuole che le dica, non c'è molto da capire in questa storia.
L'Agenzia delle entrate ha semplicemente applicato con un atto amministrativo una legge esistente, che prevede il trasferimento dei dati sui redditi dall'Agenzia ai Comuni e permette l'accesso di chiunque agli elenchi comunali".
Già, ma una cosa è la possibilità di recarsi al proprio Comune, farsi identificare e consultare un elenco senza portarselo a casa, e un'altra è cliccare su una banca dati nazionale permanentemente disponibile sul sito dell'Agenzia delle Entrate. Non è una bella differenza?
"Francamente, il fatto che oggi con il progresso tecnico abbiamo sostituito gli elenchi cartacei con Internet non mi sembra sposti molto la questione, che è e rimane quella di garantire la massima trasparenza".
E tuttavia il Garante della privacy vi ha bloccato.

Dal sito La repubblica 
 

Il peer to peer "ruba" i redditi on line E i dati fiscali ormai restano in Rete . Malgrado lo stop, le dichiarazioni dei redditi pubblicate per alcune ore dal ministero rimarranno su internet: trovarli su e-Mule, o su altri siti, è facilissimo 
DI ALESSANDRO LONGO  
 

ROMA - Internet si è già appropriata, probabilmente per sempre, dei dati dei redditi 2005 degli italiani: c'è chi di buonora, ieri, ha copiato i file (in formato testo) e li ha messi su reti peer to peer raggiungibili con il programma eMule. Tutti potranno scaricarli da lì. Altri li hanno messi su siti come Rapidshare e poi hanno pubblicato i link sui propri blog.  
Adesso sarà molto difficile, se non impossibile, bloccare l'emorragia dei dati personali. 
Trovarli su eMule è facilissimo: basta digitare il codice fiscale della città, per esempio cper Roma. Oppure "p-2005" per avere numerose città. Quelle principali si trovano sparse tra diversi file. Qualcuno ha però già cominciato a renderli più comodi da consultare, mettendo per esempio Roma in un file unico, in formato tabella. Si scopre così che il più ricco di Roma (almeno secondo il fisco) è Giancarlo Giglio, classe 1941, 13,556 milioni di euro di reddito imponibile. Poi, Massimiliano Zucchi (13,044 milioni). Francesco Totti è al terzo posto, con "soli" 10,085 milioni di euro. Ed è anche il più ricco tra quelli con meno di 40 anni. C'è un calciatore di 29 anni che dichiara 4,725 milioni: Jonathan Jacques Guy Zebina. Più di Antonio Cassano, 4,550 milioni. Difficile trovare un giovane ricco non calciatore, a Roma: a 1,6 milioni c'è Alessia Marcuzzi (35 anni), per dire. E anche questo è un po' specchio dell'Italia. 
La dice lunga questo rapido proliferare delle dichiarazioni dei redditi, sul peer to peer. Avviene - ricordiamolo - grazie a comuni utenti che scelgono di condividere i file, contribuendo così a diffondere i dati dei redditi propri e altrui.
Sembra insomma che molti utenti abbiano apprezzato la mossa dell'Agenzia delle Entrate. A differenza di quanto avviene in altre platee, sono del resto tanti i blog che prendono le difese di Vincenzo Visco: "poche ore di trasparenza e civiltà, in un Paese di omertosi e mafiosi", dice per esempio Doxaliber.it La tesi di alcuni è infatti che, con i redditi resi pubblici, sarebbe stato più facile combattere l'evasione. 
Gli italiani che vivono nei Paesi scandinavi dicono che lì è normale, che in Finlandia basta un sms per conoscere il reddito del vicino. È nato anche un blog tutto dedicato al tema, Redditodelvicino.com: ci sono numerosi sondaggi e, su 385 votanti, il 60 per cento si dice d'accordo con l'Agenzia delle Entrate.
Beppe Grillo, com'è noto, ha usato invece il proprio blog per attaccare Visco e Padoa Schioppa, con un post dal titolo "La colonna infame". Molti dei commentatori di quel post però ora cominciano a chiedersi come giudicare il fatto che l'idolo dei precari guadagni 4 milioni di euro l'anno. 
(1 maggio 2008)


dal sito http://www.doxaliber.it/poche-ore-di-trasparenza-e-civilta-in-un-paese-di-omertosi-e-mafiosi/774#more-774

Succede che il vice Ministro dell’Economia Vincenzo Visco, uno dei pochi politici che tra l’altro ha scelto di non ricandidarsi, decida la pubblicazione online delle dichiarazioni dei redditi, relative all’anno fiscale 2005, di TUTTI gli italiani.
Naturalmente, in questo paese di evasori, omertosi e mafiosi, scoppia il putiferio.
Si inalberano i politici, si inalberano le associazioni dei consumatori, pare addirittura che alcuni cittadini italiani, appresa la notizia, si siano rintanati in casa impauriti manco avessero incontrato per strada un gruppo di Rom, che in questo periodo spaventano i nostri concittadini più del Babau.
Anche Beppe Grillo si unisce al coro degli incazzati, e sul suo blog scrive: Follia, questa è follia. Dopo l’indulto che ha liberato le carceri questo ex governo di imbelli, presuntuosi e deficienti fornisce ai criminali le informazioni sul reddito e l’indirizzo di casa dei contribuenti. Pagare le tasse così è troppo pericoloso, meglio una condanna per evasione fiscale che una coltellata o un rapimento.
Il rapporto fiscale è tra il privato cittadino e lo Stato e tale deve rimanere. Cittadini italiani preoccupati. Gli alieni potrebbero scoprire il loro reddito e rapirli per fare su di loro esperimenti scientifici Una marea di cazzate ovviamente.
I rapitori ed i rapinatori, ma anche i comuni cittadini, non hanno mai dovuto controllare i redditi online per sapere chi sono le persone ricche. Basta guardare le loro auto, le loro case, le persone di cui si circondano.
Tutti i cittadini sanno quali sono chi sono i ricchi e benestanti della propria città. Giustamente, come scrive Comandante Nebbia su Mentecritica: Io so solo che in questo paese si può parlare di tutto. Di droga, di fica, di calcio, di politica, ma di soldi no. Provate a chiedere a qualcuno se ha mai tradito la moglie, se ha trombato un travestito, se ha scopato una quindicenne. Probabilmente vi racconterà un sacco di storielle piccanti, ma se chiedete quanto guadagna lo vedrete distogliere gli occhi, nicchiare e cambiare discorso..
In Italia parlare di soldi è vietato, anche chi vince le lotterie rimane sempre completamente anonimo, in altri paesi vanno in televisione a festeggiare ed a vantarsi, qui in Italia si nascondono.
Negli altri paesi giornali come Forbes pubblicano le classifiche ed i redditi delle persone più ricche d’America e nessuno si scandalizza, anzi, magari c’è chi ci rimane male perché in quella classifica non compare in quanto non abbastanza ricco. Essere più ricchi degli altri è un vanto, è dimostrazione della propria bravura, essere un contribuente importante per il proprio paese è motivo d’orgoglio. Nel paese dei mafiosi e degli omertosi è praticamente impossibile riuscire a sapere quanto guadagna il tuo collega di lavoro.
Qualcuno ha tirato fuori la scusa della privacy. La privacy è ben altra cosa. Vortexmind sul suo blog segnala ad esempio che in Finlandia se vuoi sapere il reddito di un tuo cittadino ti basta mandare un sms.
In quel paese l’evasione fiscale è quasi prossima allo zero, in Italia l’evasione fiscale stimata è di circa 270 miliardi, e ricade interamente sulle spalle di chi le tasse le paga! Parlavamo di privacy, Grillo, che teme di poter essere rapito o rapinato, sappia che se io voglio scoprire quanti sono gli immobili posseduti dal comico genovese mi basta andare alle Conservatorie dei Registri Immobiliari o al Catasto, fare una visura a suo nome e scoprire così, non solo quanti immobili possiede, ma anche tutti gli atti di vendita, donazione, divisione, pignoramento, ipoteca fatti su tali immobili, compresi gli importi pagati, la tipologia di abitazione, la sua dimensione, l’indirizzo, i nomi, le date di nascita e gli indirizzi di residenza di tutti i contraenti.
Se voglio sapere dove una persona abita mi basta fare una visura della targa della sua auto, andare all’ACI, richiedere senza alcuna spiegazione una visura sull’auto, scoprendo così nome del proprietario ed indirizzo di residenza.
Se voglio sapere i debiti di una persona posso verificare alla Camera di Commercio se questa persona ha protesti cambiari o insolvenze.
Oppure posso rivolgermi ad agenzie specializzate. Su certe cose, che riguardano l’interazione tra uomo e società, la privacy semplicemente non esiste. Ma non preoccupiamoci, nel paese degli omertosi e dei mafiosi un provvedimento del genere non poteva durare, ed infatti l’elenco dei nominativi è già stato reso inaccessibile. Buona evasione a tutti. br /> Autore: Doxaliber

Cosa prevede la legge:/strong>

Dpr600 ART 69. Pubblicazione degli elenchi dei contribuenti.
1. Il Ministro delle finanze dispone annualmente la pubblicazione degli elenchi dei contribuenti il cui reddito imponibile è stato accertato dagli uffici delle imposte dirette e di quelli sottoposti a controlli globali a sorteggio a norma delle vigenti disposizioni nell'ambito dell'attività di programmazione svolta dagli uffici nell'anno precedente.
2. Negli elenchi deve essere specificato se gli accertamenti sono definitivi o in contestazione e devono essere indicati, in caso di rettifica, anche gli imponibili dichiarati dai contribuenti.
3. Negli elenchi sono compresi tutti i contribuenti che non hanno presentato la dichiarazione dei redditi, nonché i contribuenti nei cui confronti sia stato accertato un maggior reddito imponibile superiore a 10 milioni di lire e al 20 per cento del reddito dichiarato, o in ogni caso un maggior reddito imponibile superiore a 50 milioni di lire.
4. Il centro informativo delle imposte dirette, entro il 31 -12 dell'anno successivo a quello di presentazione delle dichiarazioni dei redditi, forma, per ciascun comune, i seguenti elenchi nominativi da distribuire agli uffici delle imposte territorialmente competenti: a) elenco nominativo dei contribuenti che hanno presentato la dichiarazione dei redditi; b) elenco nominativo dei soggetti che esercitano imprese commerciali, arti e professioni.
5. Con apposito decreto del Ministro delle finanze sono annualmente stabiliti i termini e le modalità per la formazione degli elenchi di cui al c. 4.

6. Gli elenchi sono depositati per la durata di 1 ANNO, ai fini della consultazione da parte di chiunque, sia presso lo stesso ufficio delle imposte sia presso i comuni interessati.
Per la consultazione non sono dovuti i tributi speciali di cui al D.P.R. 26 ottobre 1972, n. 648 (34). 7. Ai comuni che dispongono di apparecchiature informatiche, i dati potranno essere trasmessi su supporto magnetico ovvero mediante sistemi telematici.

Redditi 2005, la lista su E-mule

di Alessandro D'Amato (Gregorj)

Le dichiarazioni al fisco degli italiani sono ancora consultabili attraverso internet: basta utilizzare i programmi di scaricamento files in peer-to-peer per accedervi tranquillamente e trovare quelli della propria città.

Contrariamente a quanto avevamo affermato stamattina, i file che contenevano i redditi degli italiani messi in consultazione l’altroieri dall’Agenzia delle entrate sono tornati disponibili per tutti..
Non però sul sito dell’Agenzia, ma sui programmi di scaricamento in peer to peer.
Basta aprire E-mule /strong>ee digitare nella barra di ricerca la parola “redditi” per trovarsi di fronte a una miriade di file: solo che ieri sera le estensioni e i nomi stessi facevano già blandamente capire che erano dei falsi, mentre da stamattina ne sono disponibili molti altri in formato .txt.
I file presentano tutti o quasi la dicitura “Dichiarazione Redditi Agenzia Entrate/strong>“, seguita dal nome della città e dal codice (ad esempio, “Roma H-501““), e, infine, l’anno 2005.
Altri file sono taggati come F-205, e sembrano provenire solo da Milano. In più, sono già comparse le prime “liste files” che permettono uno scaricamento più agevole. A una prima e sommaria verifica, i dati risultano essere in tutta probabilità veritieri: alcuni nomi, cognomi e date di nascita - tra quelli che abbiamo potuto verificare - sono veritieri. Ovviamente, riguardano solo le persone fisiche e non quelle giuridiche e le società.

I file in xt contengono tutti lo stesso titolo: “ELENCO DEI CONTRIBUENTI CHE HANNO PRESENTATO LA DICHIARAZIONE AI FINI DELL’IMPOSTA SUI REDDITI E DELL’IMPOSTA SUL VALORE AGGIUNTO RELATIVE ALL’ANNO D’IMPOSTA 2005 - PERSONE FISICHE (IMPORTI IN UNITA’ DI EURO)“, seguiti dall’indicazione del comune, e poi i seguenti dati: COGNOME E NOME, DATA DI NASCITA, CATEG. PREVAL. DI REDDITO, CODICE ATTIV., REDDITO IMPONIBILE, IMPOSTA NETTA, REDDITO D’IMPRESA O LAVORO AUTONOMO, VOLUME D’AFFARI, TIPO MODELLO”.

Uno dei file, invece, contiene la seguente richiesta d’aiuto “Ciao, se sei riuscito a scaricare dall’agenzia delle entrate le dichiarazioni di Milano e provincia (ed altre parti d’ Italia) mettile a disposizione della community.
il formato con cui vengono salvate è xxxx.yy-P-2005.zip dove : xxxx è il codice della città (es. Milano F205), yy è la zona della città (Milano, Roma ed altri grandi centri le hanno). condividiamo le informazioni !!!
bye bye”. Evidentemente, qualcuno - nelle poche ore in cui i file sono stati resi pubblici e messi a disposizione di tutti - si è scaricato l’intero archivio per metterlo in condivisione. Forse immaginando che di lì a poco sarebbe tutto scomparso. E permettendo così invece la comoda consultazione a tutti.

Edit: anche La RIpubblica è sulla notizia, anche se con qualche ora di ritardo. E aggiunge: “Altri li hanno messi su siti come Rapidshare e poi hanno pubblicato i link sui propri blog”, mettendo poi qualche nome di super ricco di Roma, cosa che a noi non è sembrato giusto fare. La RIpubblica ha anche pubblicato una foto di Emule con la lista dei file, esattamente come la nostra, che vedete qui sotto:

E, come è agevole notare, anche nella nostra immagine era selezionato il secondo file. Casualità./p>

 

 

 

 

 

 

 

 

 







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