Stuprata dai compagni di classe a scuola
Data: Venerdì, 25 aprile 2008 ore 23:47:19 CEST
Argomento: Rassegna stampa


BOLOGNA. In due contro una compagna di classe per l’offesa più tremenda che possa subire una donna, e violando un luogo familiare e apparentemente sicuro come è la scuola per chi la frequenta tutti i giorni. L’inchiesta aperta dalla procura di Bologna dovrà fare luce su un presunto stupro subito nei mesi scorsi da una studentessa maggiorenne di un istituto superiore durante l’orario di scuola.

Una storia tragica che ha coinvolto questa volta una ragazza che soffre di problemi psichici, e che poi avrebbe tentato il suicidio. È stato proprio allora che, nelle sale del pronto soccorso cittadino, si è saputo della violenza, compiuta da almeno due studenti, anche loro maggiorenni, che condividono gli stessi banchi, su cui indaga la polizia in un riserbo più che comprensibile.

A questo punto a interrogarsi per primo è il mondo della scuola, a cominciare dai professori, osservatori privilegiati dell’universo giovanile. Uno di questi è Otello Ciavatti, di ruolo dal 1971 e da dieci anni prof di italiano e storia alle Sirani, storico istituto professionale di Bologna (ma non coinvolto nella vicenda).

Convinto che la scuola non sia più percepita dai ragazzi come un luogo che bandisce l’affettività («Oggi non ci si nasconde più nei bagni per baciarsi o abbracciarsi»), Ciavatti non avverte nemmeno segnali di violenza e tensioni di natura sessuale fra corridoi e aule. «Ai miei studenti a volte, dopo fatti di cronaca particolarmente cruenti, ho chiesto di scrivere delle lettere immaginando di rivolgersi agli aggressori - racconta - e ogni volta, specie di fronte a casi di stupro, da parte dei ragazzi c’è stata una condanna nettissima».

Eppure, secondo il docente, sarebbe un errore negare la realtà, e cioè che «la scuola è una società complessa dove c’è di tutto, compresa la droga o le tensioni di chi vive in periferia». A maggior ragione se teatro dello stupro è la scuola stessa, e i suoi protagonisti dentro la classe.

In quel caso non ha nessuna responsabilità l’insegnante che non si accorge dell’assenza dall’aula di più studenti contemporaneamente? «In realtà i motivi per assentarsi sono tanti e a volte è possibile eludere la sorveglianza - ammette - Tuttavia credo che tocchi al professore valutare che comportamento tenere in base alla classe che ha di fronte. E se non ha compreso eventuali tensioni interne, vuol dire che è stato superficiale e un po’ la responsabilità è anche sua».

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(da www.lasicilia.it)







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