Refezione, arriva la stangata: «Aumento illegittimo»
Il costo della refezione scolastica è stato raddoppiato,
un aumento del 100% in un sol
colpo, e ad anno ormai in dirittura d’arrivo.
Un costo aggiuntivo notevole per le famiglie
con redditi modesti e con più figli, un costo
che potrebbe essere insopportabile per chi
già fatica ad arrivare a fine mese. La decisione
è stata presa dalla Giunta Scapagnini il 12
novembre 2007, con la delibera numero
1784, ma alla direzione competente è pervenuta
solo il 29 marzo.
Una decisione cui il preside della Petrarca
Santo Gagliano non intende dare corso per
un motivo di diritto, innanzitutto. A suo avviso,
infatti, la delibera è illegittima. «La refezione
- spiega - è uno dei servizi a domanda
individuale per i quali il regolamento comunale
prevede che ogni decisione spetti esclusivamente
al Consiglio. In questo caso, invece,
a decidere è stata la Giunta con una delibera
che, dunque, è illegittima. E, dal momento
che sono un funzionario pubblico,
non posso farmi complice di un reato. Aprirò
un contenzioso, ne parlerò con il commissario
comunale, ma non intendo darvi attuazione
e mi auguro che facciano altrettanto
anche gli altri presidi che da uomini della legalità
non possono mettersi dalla parte di chi
la nega».
Ma la contestazione del raddoppio del costo
del servizio è anche di natura politica, di
giustizia sociale. «Aumentare il costo dei pasti,
soprattutto nelle periferie, è, di fatto, un
attacco alla scuola, è espressione della volontà
di non far crescere la coscienza critica
dei giovani e, con questa, la loro libertà di decidere
autonomamente, anche per chi voltare.
Alcuni dei miei allievi della quarta e della
quinta elementare di via Pantelleria il giorno
prima delle elezioni non sono venuti a
scuola, erano in strada a distribuire facsimili
elettorali. Un fatto grave che mi addolora».
A rendergli ancora più insopportabile questa
scelta la consapevolezza che non è certo
l’aumento del costo dei pasti della refezione
scolastica che risanerà i conti del Comune.
«L’ex assessore al Bilancio è stato forte con i
deboli, e penso anche alla mancata erogazione
dei buoni libro, e debole con i forti. Se si
accorpassero le direzioni e si riducesse il numero
dei funzionari, eliminando gli addetti al
controllo del numero dei pasti - un controllo
che non serve a niente - con il ricavato si
potrebbe pagare la refezione».
Ricordiamo che, esclusa la fascia esente
(famiglie con un reddito lordo inferiore a
6.197 euro, il costo per pasto per la 1° fascia
(fino a 12.000 euro con 3 o più figli) è passato
da 0,70 a 1,56 euro, quello per la 2° fascia
(fino a 12.911) da 1,04 a 2,08 (fino a 2 figli) e
da 0,78 a 1,56 (3 o più figli), e per la 3° fascia
(oltre 12.911) da 1,30 a 2,60 euro.
PINELLA LEOCATA (da
www.lasicilia.it)