FORMIGONI MINISTRO DELL'ISTRUZIONE?
Data: Luned́, 21 aprile 2008 ore 09:26:52 CEST
Argomento: Comunicati


Elezioni 2008/4.
 Totoministri.
 Se l'istruzione toccasse a Formigoni.

da  TuttoscuolaNEWS,  n. 340, 21 aprile 2008

 

Tra i nomi che compaiono sui giornali in questi giorni di trattative e accordi in vista della formazione del nuovo governo c'è anche quello di Roberto Formigoni, attuale presidente della regione Lombardia ed esponente di spicco di "Comunione e Liberazione", il movimento ecclesiale creato da don Luigi Giussani. Per quale incarico?

 Formigoni, giocando d'anticipo, ha fatto sapere di essere interessato alla presidenza del Senato o a un ministero "pesante", quello degli Esteri, incarichi per i quali però esistono altre candidature forti.

 In quel caso, l'ipotesi più probabile è che resti al Pirellone, alla guida della Regione italiana più importante. Non è però neanche da escludere che dal puzzle combinatorio da cui scaturirà la nuova squadra di governo esca alla fine per il ministero dell'istruzione proprio il nome del governatore lombardo. Forse non si tratterebbe per lui di una "prima scelta", ma va anche detto che con la riunificazione dei due ministeri (MPI e MUR), e in un governo con soli 12 ministri, l'incarico acquisterebbe notevole peso. E potrebbe interessare anche altri personaggi politici di prima grandezza come Sandro Bondi, uno dei più stretti collaboratori di Silvio Berlusconi in Forza Italia, un altro dei nomi che circolano sulla stampa in questi giorni.

 Certo, si tratta di un ministero difficile, con un budget imponente ma rigido (fatto quasi tutto di stipendi), segnato da una storia di riforme fallite e/o abrogate, con un elevato tasso di sindacalizzazione e con una assoluta esigenza di rilancio strategico.

 Ma proprio per questo bisognoso di una guida forte e autorevole, capace di far valere le ragioni di medio-lungo periodo degli investimenti in istruzione e ricerca sul tavolo spesso "congiunturalista" del Ministero dell'Economia. E di allargare il consenso politico alle riforme, come l'attuale governatore della Lombardia ha mostrato di saper fare nella sua regione, dove la legge regionale sull'istruzione è passata con l'astensione dei consiglieri DS e Margherita e il consenso dei sindacati, esclusa la sola CGIL.
 






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