IL CENTRO DESTRA GOVERNERA' IL PAESE: COME CAMBIERA' LA SCUOLA?
Data: Domenica, 20 aprile 2008 ore 00:05:00 CEST
Argomento: Opinioni


Qualcosa è cambiato. Ma  come?

 I risultati elettorali ormai definitivi dicono che qualcosa è cambiato nel governo del Paese. Non è cambiato poco, se alcuni partiti- tra i quali anche partiti storici lì presenti da cento anni-non hanno più rappresentanza in Parlamento e se altre aggregazioni più recenti hanno ottenuto indubbi successi significativi.

 Il Centro destra, con Silvio Berlusconi, governerà il Paese: per la Scuola cosa si potrà prevedere ?

 Senza anticipare nulla, pubblichiamo testi e documenti, che dovrebbero tracciare il quadro delle possibili impostazioni di politica scolastica del Centro destra, utili per cominciare a farsi un’ idea.
 

Il Programma del PDL sulla Scuola

Nel programma in  sette punti ("missioni") presentato dal PDL  la tematica "scuola, università, ricerca e cultura" è inserita al punto 4 (I servizi agli italiani) insieme a Sanità e Ambiente. Nella scheda in power point pubblicata sul sito di Forza Italia alla scuola sono dedicate 8 righe, un po' più che all'università (4 righe), alla ricerca (4 righe) e alla cultura (6 righe).

Per la scuola non siamo all'estrema sintesi delle "tre i" del 2001, ma anche in questo caso è chiara l'intenzione di rendere semplici e facilmente comunicabili le proposte. La prima delle quali è proprio "la ripresa delle 3 i" (inglese, impresa, informatica, in questo ordine) e non, come ci si sarebbe potuto aspettare, la ripresa della riforma Moratti. Un segno di disponibilità a ripartire dall'assetto ordinamentale attuale rafforzando, eventualmente, i "percorsi e progetti" previsti dalla Finanziaria 2007, o fondendoli con i percorsi triennali di istruzione e formazione già realizzati nel quadro delle riforma Moratti?

Il secondo punto è la "difesa del nostro patrimonio linguistico, delle nostre tradizioni e delle nostre culture anche per favorire l'integrazione degli stranieri". Un obiettivo individuato probabilmente per venire incontro alle posizioni della Lega e di AN, ma che potrebbe essere condiviso anche dal PD di Veltroni.

Il terzo è l'attuazione "per la prima volta in Italia", del disposto dell'art. 34 della Costituzione in favore degli studenti capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi. Quell'accenno alla "prima volta in Italia" potrebbe significare una revisione sostanziale del diritto allo studio, che attualmente finisce per danneggiare i lavoratori dipendenti anche con redditi bassi.

Il quarto e ultimo punto è la "commisurazione degli aumenti retributivi a criteri meritocratici con riconoscimenti agli insegnanti più preparati e più impegnati". ( da  www.tuttoscuola.com)

 

  Il Merito

  Per ora si tratta di un disegno di legge scritto da Mariastella Gelmini, uno dei volti emergenti di Forza Italia solitamente molto in sintonia con Berlusconi. Al punto che il testo è stato scritto in collaborazione con il professor Max Bruschi, che collabora con la segreteria di Arcore.

 Il disegno di legge mira a favorire «quel processo di valorizzazione del merito che costituisce il momento di partenza per una effettiva inversione di tendenza della crisi che attraversa il Paese», come si legge nell'introduzione.

 La parte maggiormente interessante è quella delle deleghe da dare al governo su vari settori. Si comincia da scuola, università e ricerca. «Uno dei limiti principali dell'attuale sistema - è scritto nel testo - concerne l'assenza di procedure di valutazione dei singoli docenti e degli istituti scolastici e universitari, che consentano ai genitori ed agli studenti di scegliere i contesti formativi più efficaci ed efficienti, e che facciano crescere gli insegnanti ed i professori effettivamente meritevoli». Quindi, il disegno prevede di dare maggiori poteri ai dirigenti scolastici, di «agevolare la concorrenza piena tra le autonomie scolastiche mediante meccanismi di ripartizione delle risorse pubbliche in proporzione ai risultati formativi rilevati da un organismo terzo,  il riconoscimento alle famiglie di voucher formativi da spendere nelle scuole pubbliche o private, la detraibilità delle eventuali donazioni alle autonomie scolastiche». Per i docenti si punta all'«eliminazione di ogni automatismo nelle progressioni retributive e di carriera degli insegnanti e la progressiva liberalizzazione della professione, e l'adozione di un sistema di reclutamento dei docenti universitari improntato alla valutazione dei risultati». ( da Il Tempo)








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