ASASI - La Letterina n.152 - lun. 31 mar 2008
Data: Mercoledì, 02 aprile 2008 ore 20:21:14 CEST
Argomento: Comunicati


 

Sommario

MILANO UN CONVEGNO DI SVOLTA PER L’ASSOCIAZIONISMO SCOLASTICO
Quello di Milano del 28 marzo è certamente un convegno che ha prodotto risultati superiori alle più rosee aspettative.  
ASSISTENTI TECNICI: CHE FARE
Siamo stati a Roma al MPI a porre la questione dei nostri assistenti tecnici. Il D.G. Fiori non c’era perché si é pensionato.
CONTRASTI TRA DIRIGENZA E RSU
Un articolo del CCNL che spesso è al centro di conflitti é l'art. 6.
IL CONCORSO A DIRIGENTE TECNICO (prima_riflessione)
Direbbe Shakespeare, “Tanto Rumore per Nulla”. 17.600 domande per un posto di ispettore. Direbbe Gianni Morandi “Uno su 100 ce la fa”.
EDILIZIA SCOLASTICA A CATANIA
Le scuole dovrebbero essere al  centro della vita di una comunità cittadina e meritano investimenti e costante attenzione e manutenzione.
DIRITTO DI CRONACA E DIFFAMAZIONE
La nostra letterina on line si sta distinguendo nel panorama nazionale per la sua campagna contro il degrado della scuola, contro gli episodi di bullismo e contro tutte le forme di esasperato garantismo  per i fannulloni che danneggiano la scuola e i docenti seri e preparati.
RICHIESTA APERTURA SEZIONE SCUOLA MATERNA A PALERMO
Come è noto il patrimonio edilizio scolastico della regione ha numerose carenze in particolare nella provincia di Palermo.
LE SCUOLE DIVENTANO ESATTORI DELLE TASSE PER CONTO DELLO STATO
Sulla G.U. n.63 del 14/03/2008 è stato pubblicato il Decreto del Ministero dell'Economia che dà attuazione alla disposizione inserita nell'art. 48 bis del DPR n.602/1973 sui pagamenti di importo superiore a diecimila euro da parte delle Pubbliche Amministrazioni. 
I RAGAZZI DEL RAVE PARTY:VOGLIAMO SOLO DIVERTIRCI
Ancora una volta un ragazzo muore, aveva 19 anni. Muore per overdose in un capannone di Segrate dove si svolgeva il Rave party  con la partecipazione di centinaia di ragazzi provenenti da tutta Italia  con il solo intento di divertirsi.
LA SCUOLA  ASSENTE NELLA CAMPAGNA ELETTORALE
Un milione e centomila dipendenti, 50.000 scuole, più degli uffici postali e delle stazioni dei carabinieri, nove milioni di utenti  tra alunni e genitori . Sono queste le cifre dell’Azienda-scuola , la più grande del Paese e la più assente in questa campagna elettorale.  
ESAME RIGOROSO ALLE MEDIE
Fioroni. Immotivate le polemiche sulle prove comuni: chi non merita va fermato.
LE PROPOSTE DELL’ANQUAP PER LA XVI^ LEGISLATURA
ADEGUARE  LE RISORSE PER I DIRETTORI SGA E IL PERSONALE ATA La Centralità dell’Istruzione e la Valorizzazione delle Professionalità
SIRACUSA ARRESTATO DOCENTE PEDOFILO
Un insegnante di Educazione fisica è stato arrestato dagli agenti del Nucleo investigativo telematico per divulgazione di un filmino a contenuto pedopornografico.
PROF SU YOUTUBE: MINACCE ALLAUTORE DEL VIDEO
E' stato minacciato lo studente della III A dell' Istituto tecnico per il turismo Marco Polo che il 5 marzo scorso ha messo su YouTube il video, girato con un telefonino, del professore che fumava in classe su sollecitazione dei ragazzi.
MILANO: BIGLIETTO VOLGARE AD UNA PROFESSORESSA
si sta cercando di capire chi è l'autore di un biglietto volgare messo nella borsa di una insegnante e fargli capire che ha sbagliato".
ABUSI IN CLASSE, ARRESTATO INSEGNANTE
Choc a Reggio Emilia: le studentesse, di età inferiore a 14 anni, sarebbero state costrette ad atti sessuali in classe
RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO (lettera_firmata)
Indagato per un infortunio occorso a uno studente cinque mesi or sono. In assenza di docente, (non era stato possibile assegnare un supplente), un allievo ha colpito un compagno causandogli una lesione permanente.
SCUOLE CHE SI ASSOCIANO


redazionale

 MILANO UN CONVEGNO DI SVOLTA PER L’ASSOCIAZIONISMO SCOLASTICO
Quello di Milano del 28 marzo è certamente un convegno che ha prodotto risultati superiori alle più rosee aspettative.  

Grazie all’ottimo lavoro di Piero Maffeis  e di Paolo Mazzoli che sono riusciti a raggruppare un parterre di tutto rispetto all’interno del mondo sindacale e politico per trattare di questioni sensibili per  le ASA di tutt’Italia. 
Il convegno è stato promosso dalle sei maggiori e più impegnate Associazioni di Scuole Autonome del paese: L’ASAL del Lazio (Paolo Mazzoli), la FAISAL della Lombardia (Piero Maffeis), l’ASAPI del Piemonte ( Nunzia del Vento), l’ASASI Sicilia (Roberto Tripodi), l’ASAFVG del Friuli-Venezia Giulia (Stefano Stefanel), l’ASAER dell’Emilia Romagna. Da sole raggruppano più di duemila scuole associate secondo lo schema organizzativo che prevede la delibera del consiglio di istituto e il versamento di una quota associativa.
L’obiettivo del convegno è stato quello di rilanciare l’associazionismo secondo questa formula innovativa e il lancio di una costituente nazionale per costruire una associazione nazionale di tutte le ASA  che le rappresenti sul modello dell’ANCI per i Comuni.
E l’obiettivo è stato centrato, almeno a leggere il resoconto di tutti gli interventi.  Anche perché a moderare e guidare il convegno c’è stata la rivista RAS impegnata sul campo dell’autonomia con la sua direttrice Paola De Benedetti.
La RAS pubblicherà nel prossimo numero ampi stralci degli interventi e degli atti del convegno; in estrema sintesi riportiamo le parti salienti dell’interessantissima giornata che è stata aperta dagli interventi del direttore regionale della Lombardia Anna Maria Dominici, che si è dichiarata d’accordo nel dotare le ASA di strumenti giuridici di rappresentanza più solidi e ha dichiarato di aver promosso in Lombardia la presenza su tutti i tavoli di lavoro della FAISAL. Ha auspicato poi che la collaborazione possa crescere in futuro e che si possa passare in tempi brevi ad un riconoscimento formale delle ASA.E questo diciamo noi a differenza di quanto succede nelle altre regioni dove i direttori regionali tendono a misconoscere il ruolo delle ASA.
Dopo l’introduzione di Piero Maffeis e di Paolo Mazzoli che hanno posto l’esigenza di procedere sollecitamente alla costituzione di una associazione nazionale di tutte le ASA, ha preso la parola Valentina Aprea, personalità ampiamente nota nel mondo della scuola per  la sua competenza e per il ruolo ricoperto all’interno del PDL.
L’on. Aprea si è detta convinta del ruolo e dei compiti che le ASA si sono attribuiti ed ha incoraggiato le ASA a procedere secondo la strada di costruzione della loro identità dal basso senza che ci sia il bisogno di chiedere una legge formale di riconoscimento. Ciò infatti servirebbe solo ad accrescere la confusione ai tavoli già abbondantemente affollati.
La lotta deve essere quella di eliminare i vincoli e i lacci del centralismo e di valorizzare in profondità l’autonomia. Lo Stato da provider deve divenire commissioner e deve abbandonare la gestione e limitarsi al governo dei processi scolastici. Valorizzare la sussidiarietà orizzontale e il modello a rete.
Ha quindi illustrato la proposta di legge 2292 che tende ad introdurre nel nostro sistema il consiglio di amministrazione con presenza di realtà esterne territoriali e sociali per ancorare le scuole alla comunità di appartenenza. Trasformare poi le scuole superiori in fondazioni ove possibile con partnership esterne. Accrescere la valutazione interna e l’accountability e introdurre seri sistemi di carriera per i docenti.
La senatrice Magda Negri del PD ha posto l’accento sulla crisi della scuola e degli apprendimenti e si è chiesta se l’autonomia funzionale delle scuole può restare così com’è a distanza di dieci anni o non necessiti di un forte rilancio magari su solide basi normative. Ha illustrato quindi il suo disegno di legge che tende a riconoscere formalmente le ASA quali soggetti legittimati a rappresentare le scuole. Disegno di legge che noi nelle passate letterine abbiamo ampiamente enfatizzato.
Ha preso poi la parola la senatrice Giovanna Capelli dell’arcobaleno, ex dirigente scolastica milanese, la quale ha posto l’accento sulla didattica e sulla formazione dei docenti. Ha criticato inoltre alcune impostazioni originate dal titolo V della Costituzione.
Beniamino Brocca, dell’UDC,  ha lasciato un intervento scritto in quanto impossibilitato a partecipare all’ultimo momento e nel quale si riafferma l’impegno per il raggiungimento della piena autonomia.
Così come per l’ass. Barzaghi, ass. provinciale di Milano alla P.I. e coordinatore regionale degli assessori provinciali delle province lombarde, c’è stato il saluto della dirigente dell’assessorato che ha ripercorso l’interessantissima vicenda delle iniziative lombarde sul sistema istruzione, già ampiamente note a livello nazionale per la loro rilevanza e originalità.
Mario Guglietti della CISL ha posto con chiarezza e in senso positivo il riconoscimento delle ASA da parte del sindacato, dopo un iniziale periodo di fraintendimenti. Bisogna distinguere con chiarezza il ruolo dei sindacati da quello delle ASA ribadendo che l’associazionismo delle ASA è cosa diversa dall’associazionismo dei dirigenti scolastici, così come diverso è il senso di una rete e il senso di una ASA. Ha ribadito che l’autonomia scolastica va rispettata all’interno dell’art. 33 e 97 della costituzione e si è dichiarato d’accordo nel riconoscimento per via legislativa del ruolo delle ASA.
Massimo Spinelli, in rappresentanza dell’ANP, ha rivendicato  come intuizione dell’ANP nella fase pionieristica l’idea delle ASA. Prende atto con soddisfazione del recupero da parte della CISL e CGIL e si dichiara d’accordo nel riprendere il dialogo senza rinnegare il passato.Nella prospettiva l’ANP guarda con simpatia al disegno di legge di riconoscimento anche se ritiene che la spinta dal basso sia essenziale per la fase nuova.
E’ d’accordo in una nuova fase costituente da praticare con tutti, indipendentemente dalla passata esperienza della FNASA e con la produzione di un nuovo statuto.
Conclusa questa fase ritiene si possa passare al rinnovo delle cariche associative all’interno della nuova federazione.
Inoltre Spinelli ha chiesto il rilancio politico dell’autonomia, l’ulteriore trasferimento di competenze del titolo V, la riforma degli OO. CC.. A suo avviso occorre che l’identità delle ASA sia giuridica, sociale e nella mission, occorre separare la rappresentanza delle ASA dalle altre rappresentanze, un modello associativo funzionale all’autonomia volto alla mutualità e ai servizi, un equilibrio gestionale unitario. L’intervento di Spinelli ha registrato ampi consensi nella platea.
Achille Massenti  dello SNALS ha tenuto a precisare che lo SNALS è un convinto sostenitore dell’autonomia scolastica e riconosce nelle ASA uno strumento importante di rappresentanza.
La rappresentante dell’ANDIS ha ricordato come già in Piemonte l’ANDIS collabora con l’ASAPI e chiarisce che il dirigente scolastico è l’unico legittimato a rappresentare la scuola all’interno dell’ASA per il ruolo unitario che riveste.
Armando Catalano della CGIL  ha dichiarato che tutte le organizzazioni sindacali hanno dato la loro disponibilità a sostenere e supportare le ASA.
Va a merito delle sei ASA promotrici del convegno l’aver avviato questo processo. Le ASA possono abbattere le barriere create dalle burocrazie ministeriali e il tentativo di un nuovo centralismo che in assenza della politica l’apparato tende a riprodurre e possono quindi ribaltare il tentativo di soffocare l’autonomia scolastica. E’ favorevole alla proposta Negri di riconoscimento giuridico delle ASA e ritiene che le ASA debbano sorgere e affermarsi a livello regionale e propone una convenzione nazionale di tutte le associazioni regionali esistenti per allargare la rappresentanza al sociale; e in questo non ha difficoltà ad apprezzare la posizione di Spinelli dell’ANP dove a fronte di una forte autonomia rivendicata necessita da parte delle scuole un’ampia capacità di rendicontazione nel sociale.
Nelle conclusioni di Mazzoli e Maffeis sono state richiamate e apprezzate tutte le posizioni che certamente e forse anche in maniera sorprendente hanno registrato positivi avanzamenti e successi.
L’ASASI Sicilia è stata rappresentata al convegno dal preside Salvatore Indelicato.
Ora ci aspetta l’impegnativo compito di passare dalla fase pionieristica alla fase di consolidamento e di rilancio delle ASA, nell’interesse della scuola autonoma e del Paese.
Una stagione avvincente ci aspetta e l’ASA Sicilia sarà una coprotagonista assieme alle altre per dare visibilità alla Scuola Siciliana spesso marginalizzata e vilipesa. 

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Inchiesta 

ASSISTENTI TECNICI: CHE FARE?
Siamo stati a Roma al MPI a porre la questione dei nostri assistenti tecnici. Il D.G. Fiori non c’era perché si é pensionato.

Il nuovo direttore del personale Chiappetta era in viaggio e abbiamo parlato col n°2.  Sulla questione delle conciliazioni fasulle non voleva credere alle nostre parole.
Di fronte alle carte si è convinto.
Vi risparmiamo le valutazioni di questo dirigente su come vengono trattate le questioni in Sicilia: Cetto La Qualunque al confronto apparirebbe delicato.
Dobbiamo consigliare ai colleghi, che non vogliano essere chiamati dalla Corte dei Conti, di non considerare questi strani punteggi aggiunti sulla base di conciliazioni illegittime nelle nuove graduatorie di terza fascia. 
Lo stesso Direttore Generale dell’USRS ci chiarisce che neppure il solo riconoscimento giuridico dei due mesi estivi può essere concesso.

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CONTRASTI TRA DIRIGENZA E RSU
Un articolo del CCNL che spesso è al centro di conflitti é l'art. 6.

Questo articolo é stato ulteriormente complicato dall'ultimo contratto che vi ha inserito in maniera non chiara anche i compensi per i PON sia per la parte dell'informazione preventiva e successiva sia per la parte della contrattazione.
Mentre prima la questione era relegata solo all'informazione ora vi troviamo una formulazione incomprensibile nella parte legata alla contrattazione integrativa. Si dice testualmente che fanno parte della contrattazione anche i criteri per la ripartizione delle risorse del fondo d'istituto e per l'attribuzione dei compensi accessori, ai sensi dell’art. 45, comma 1, del d.lgs. n. 165/2001, al personale docente, educativo ed ATA,
compresi i compensi relativi ai progetti nazionali e comunitari;La RSU non dovrebbe intervenire su singoli atti quali la produzione della graduatoria da parte del dirigente, ma solo richiamare l'esigenza che nel contratto integrativo siano contenuti questi criteri.
I criteri non si contrattano di volta in volta e non ci si può attestare su singoli atti o determinazioni del dirigente per contestarli. La RSU interviene solo all'inizio d'anno e poi si dovrà contentare a fine d'anno di aspettare l'informazione successiva e la verifica del rispetto dei criteri.
La verifica dell'applicazione dei criteri non si fa in corso d'opera, ma solo in determinare scadenze dell'anno scolastico.
La RSU opera come organo collegiale e non come singolo docente; pertanto un componente RSU non può scrivere alla parte pubblica (DS), ma a esprimere una posizione o una volontà deve essere solo l’intera RSU o la maggioranza dei suoi componenti. Anche il dirigente deve riferirsi alla RSU nel suo complesso, richiamando le procedure e l’applicazione del contratto già avviato, che non possono essere bloccati per un dissenso sulla graduatoria; una cosa sono i criteri, altra cosa sono le graduatorie o gli atti di nomina conseguenti rispetto ai quali si procede con riunione finale per informare la RSU circa l'applicazione e il rispetto della materia contrattata.
Valuteremo la questione della duplicazione delle competenze sui criteri, nel senso che, se il consiglio d'istituto ha stabilito dei criteri cui il dirigente si deve attenere, é certo che lo stesso non può essere accusato di comportamento antisindacale se applica i criteri deliberati, almeno per quanto riguarda gli incarichi agli esperti esterni, essendo i criteri per il personale interno di competenze del negoziato tra RSU e DS.
Gli organi collegiali non possono essere accusati di profilo antisindacale o considerati subalterni alla RSU.

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IL CONCORSO A DIRIGENTE TECNICO (prima riflessione)
Direbbe Shakespeare, “Tanto Rumore per Nulla”. 17.600 domande per un posto di ispettore. Direbbe Gianni Morandi “Uno su 100 ce la fa”.

Il concorso non è ancora iniziato e già si parla di rinviarlo.
L’ultimo concorso ad ispettore tecnico è stato bandito 19 anni fa nel 1989; nel frattempo sono intercorsi profondi e strutturali innovazioni legislative che hanno delineato la scomparsa della vecchia figura dell’ispettore scolastico ed hanno introdotto la figura del dirigente tecnico.
Gli ispettori scolastici di vecchia dizione sono nati con la legge istitutiva della scuola italiana, c.d. legge Casati del 13/11/1859, n. 3725, poi riordinati dalla legge Daneo-Credaro del 1911 su un assetto rimasto sostanzialmente immutato sino ai decreti delegati del 1974, quando è stata prefigurata una visione unitaria della funzione ispettiva pur nella distinzione tra ispettori centrali – attributari della qualifica dirigenziale e il cui corpo era quasi esclusivamente composto da ex funzionari amministrativi ministeriali – e ispettori tecnici periferici, provenienti dalla docenza e mantenuti nel loro status giuridico ed economico comune a tutto il personale della scuola.
Le premesse di questo concorso riaprono molte perplessità, perché  la stessa amministrazione  vede, in questo momento, nei dirigenti tecnici,  un riferimento improprio per arginare fenomeni di devianze giovanili e bullismo, e per “controllare le prestazioni dei docenti”; problematiche tutte che non hanno bisogno di figure che si sovrappongano ai dirigenti scolastici, a cui dovrebbe spettare tale competenza. Il contenzioso e le sanzioni disciplinari infatti sono in parte di pertinenza della dirigenza scolastica oltre che degli Uffici Scolastici Regionali.
Nel recentissimo regolamento per la riorganizzazione del Ministero della Pubblica Istruzione (DPR 21 dicembre 2007, n. 260, comma 5, art. 2),  si coglie sicuramente un’esigenza reale, ma con qualche rischio di duplicazione di competenze: quello di limitare la funzione tecnica ad un’azione di “controllo” enfatizzando gli aspetti negativi, pur esistenti, nella nostra scuola.
Quanti ispettori servono al nostro sistema d’istruzione e di formazione? L’organico ne prevede ora 407, ma erano quasi 700 nel 1974.
In servizio ce ne sono attualmente meno di 200, di cui una quota reclutata, negli ultimi anni, su base politica, nella percentuale massima consentita dalla legge (comma 5 bis, art. 19 della legge 165/2001).
Sono intervenute anche nomine per chiamata diretta anche se in realtà la normativa limitava il numero delle nomine politiche solo al 5 per cento dell’organico esistente, ma l’assenza prolungata dei concorsi pubblici, il mancato ricambio generazionale, con il conseguente aumento dell’età media, hanno contribuito a peggiorare non solo l’immagine degli ispettori, ma la sostanza stessa della funzione rendendola del tutto marginale nelle azioni di governo della scuola. 

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Servizio speciale
 
EDILIZIA SCOLASTICA A CATANIA
Le scuole dovrebbero essere al  centro della vita di una comunità cittadina e meritano investimenti e costante attenzione e manutenzione.

In riferimento all’intervento dell’avv. Giuseppe Arena sull’edilizia scolastica catanese, messa alla gogna dall’indagine dell’Ecosistema scuola, è opportuno segnalare che c’è molto da fare per un positivo “ecosistema scuola” per la salvaguardia dalle polveri sottili, per un corretto utilizzo dell’energia, per una positiva cultura del risparmio energetico, per l’educazione al riciclaggio e raccolta differenziata, anche nel rispetto delle norme europee sulla sicurezza, sugli arredi scolastici, banchi e sedie ergonomiche, per la qualità e l’efficienza dei laboratori didattici, degli impianti sportivi, dei giardini e zone verdi delle scuole a garanzia dello studente che a scuola diventa cittadino e fa esperienza di democrazia e di cittadinanza attiva.
Non essendo tutto ciò avvenuto negli anni passati e trovandosi gran parte delle scuole in uno stato di penoso abbandono e trascuratezza, anche per una mancata progettualità di investimento, di manutenzione e di prevenzione, le amministrazioni sono coinvolte ad operare degli interventi tampone che impegnano le poche risorse assegnate e non favoriscono il vero rilancio del “pianeta scuola”.
Occorre un’intera finanziaria comunale per far risollevare il problema scuola e riportarlo a dati di accettabilità I diversi assessori e per ultimo Giuseppe Arena a buon diritto  sottolineano i numerosi interventi realizzati nei diversi plessi scolastici e la molteplicità di azioni di miglioramento che sono state apportate in tanti istituti scolastici della Città. Ad onore del vero abbiamo delle scuole belle e ben tenute e basterebbe veramente poco per renderle d’alta qualità, per presentarle come modello d’efficienza organizzativa e di progettualità formativa.        
Se tutto ciò che è stato realizzato in questi anni per il miglioramento dell’edilizia scolastica catanese non fosse stato fatto, avemmo ben diritto ad assegnare la”maglia nera” dell’inefficienza, ma nello stesso tempo è necessario sottolineare che quel che è stato fatto, per lo più all’insegna dell’emergenza e della priorità non risulta sufficiente ed adeguato anche in riferimento alla complessità delle 58 istituzioni scolastiche  e 175 plessi a carico del Comune. Il patrimonio dell’edilizia scolastica, come afferma Giuseppe Arena corrisponde al 70% del patrimonio immobiliare del Comune e quindi un adeguato investimento per l’edilizia scolastica è a vantaggio del patrimonio comunale che merita ancora tante e costanti attenzioni e cure.         
Come risolvere il problema della manutenzione ordinaria ?        
Una soluzione immediata sarebbe quella di assegnare alle scuole un congruo contributo per rispondere in maniera diretta e preventiva di ulteriori danni aggravanti      
Purtroppo ciò non è avvenuto da tre anni e quindi la situazione  va sempre più a peggiorare.
Lo sappiano i futuri nuovi amministratori che si accingeranno a governare la città di Catania.

Giuseppe Adernò

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 DIRITTO DI CRONACA E DIFFAMAZIONE
La nostra letterina on line si sta distinguendo nel panorama nazionale per la sua campagna contro il degrado della scuola, contro gli episodi di bullismo e contro tutte le forme di esasperato garantismo  per i fannulloni che danneggiano la scuola e i docenti seri e preparati.

Ebbene assistiamo ai tentativi dei fannulloni inchiodati alle loro responsabilità di reagire con tutti i mezzi messi a loro disposizione dall’ordinamento  ipergarantista, visto che neanche  più i sindacati scuola ormai sono disposti a occhi chiusi a perorare la causa degli incapaci e dei disfattisti.
E si ricorre artatamente allo spauracchio  della diffamazione pensando che l’ASASI si lasci intimidire magari da avvocati intraprendenti che poi cercano di mediare e di mettere al riparo i loro clienti dall’attenzione dell’opinione pubblica scolastica molto attenta di questi tempi a ciò che succede a scuola.
Il gruppo dirigente dell’associazione ASASI ha sostenuto nei cinque anni della sua esistenza dieci cause, e le ha vinte tutte. Anzi i procedimenti  in aula sono per noi l’occasione di portare le prove e di rendere pubblici tutti i documenti e le testimonianze per smascherare tali comportamenti che magari in sede giornalistica per precauzione manteniamo riservate. Tutte le nostre informazioni e tutti i nostri servizi sono rigorosamente verificati prima di essere resi pubblici.
Di recente avevamo informato che un lavoratore di una scuola, sulla base di una ispezione negativa, era stato trasferito d’ufficio in un’altra scuola, dove era stato accolto con preoccupazione. Inoltre avevamo sostenuto la tesi che non aveva senso che la direzione generale, accertato che un operatore scolastico non facesse bene il proprio mestiere, lo spostasse in un’altra sede.
Questo significa pilatescamente spostare il problema, ma non affrontarlo. Quando una persona mette in crisi un’ istituzione scolastica, non può passare a metterne in crisi un’altra. Abbiamo quindi riferito un fatto, senza fare nomi, né citare le scuole. Abbiamo espresso una posizione di cui siamo convinti e che difenderemo fino in fondo.
Le scuole debbo essere luoghi d’istruzione di qualità, e non sedi di conflitto permanente.
A questo punto riteniamo che sia opportuno passare al contrattacco e ribaltare il procedimento nei confronti di queste persone invocando la calunnia e chiedendo un risarcimento per danni morali arrecati all’ASASI.
Da una sentenza esemplare promulgata dal giudice Grazia Anna Caserta il 30-5-2007 del tribunale di Catania riportiamo la parte che dirime la questione della diffamazione in relazione al diritto di cronaca:“Il diritto di cronaca deve considerarsi legittimamente esercitato quando risulta contenuto entro i limiti rigorosi della verità oggettiva, della pertinenza e della continenza formale dei fatti narrati” In particolare è sufficiente che il giornalista si assuma l’onere di esaminare e controllare i fatti oggetto della narrazione, dare la prova della cura posta negli accertamenti espletati, valutare la correttezza in cui i fatti vengono esposti in modo da evitare gratuite aggressioni alla onorabilità altrui (principio della continenza) e la corrispondenza tra quanto narrato e quanto effettivamente avvenuto (principio della verità).
Inoltre, continua il giudice, “anche se i toni fossero obiettivamente aspri e anche polemici nella critica dello svolgimento delle attività professionali della persona interessata, è sufficiente che siano comunque lontani dalla volontà di aggressione della reputazione altrui; i giudizi espressi per quanto negativi o di vivace dissenso rientrano comunque nell’ambito della critica. Il linguaggio della polemica può assumere toni più pungenti e incisivi rispetto a quelli comunemente adoperati nei rapporti interpersonali tra privati e le espressioni sono tuttavia giustificabili in considerazione della naturale vivacità che caratterizza la polemica tra posizioni contrapposte all’interno dell’ambiente di lavoro.” 


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RICHIESTA APERTURA SEZIONE SCUOLA MATERNA A PALERMO

Come è noto il patrimonio edilizio scolastico della regione ha numerose carenze in particolare nella provincia di Palermo.

Ma, nonostante ciò, la Scuola palermitana continua a funzionare a dispetto delle scarse risorse finanziarie rispetto a quelle che sarebbero necessarie per garantirne la completa funzionalità; un esempio per tutti è il rispetto delle norme di prevenzione incendi DM 26/08/92 (la cui applicazione è stata più volte rimandata) che molti plessi non possono rispettare, ma che trasferiscono al Dirigente Scolastico (identificato come Datore di Lavoro dal DM 292/96) la responsabilità di mantenere in esercizio un’attività sottoposta a vigilanza antincendio e non dotata di CPI.Lo sforzo che la scrivente, Dirigente Scolastico dell’Istituto Comprensivo “Arenella”,  ha dovuto sostenere e sostiene in un quartiere notoriamente “non facile” per riuscire a garantire il diritto allo studio, con un minimo di requisiti e con risorse sempre più esigue quando addirittura non esistenti, si è scontrata e continua a scontrarsi con l’atteggiamento talvolta non collaborativo degli organi a cui compete l’obbligo di garantire da un punto di vista strutturale igienico ed ambientale il diritto allo studio dei propri cittadini.
L’edificio scolastico (Plesso l. Rizzo) in cui si chiede l’apertura di una nuova sezione di scuola materna, di fatto è dotato di aule libere e non utilizzate ed il plesso scolastico è stato costruito con destinazione uso scuola; i servizi igienici in esso presenti hanno evidentemente consentito il rilascio per l’agibilità dell’edificio stesso che è altresì dotato di un’ampia area di pertinenza esterna.
Infine non è chiaro perché l’edificio scolastico ancorché non dotato di CPI, come sopra relazionato, debba tenersi in esercizio sotto la responsabilità del DS e non viene autorizzata, mediante atto formale, l’apertura di una nuova sezione peraltro in aule altrimenti non utilizzate motivando il diniego come segue; ”non ha i requisiti strutturali, né igienico sanitari per ospitare alcuna sezione aggiuntiva” senza specificare riferimenti e parametri tecnici che consentirebbero alla scrivente di verificare altresì la rispondenza agli stessi anche dei numerosi plessi presenti nell’Istituto Comprensivo.
Si precisa infine che l’apertura di tale sezione è determinata da una precisa domanda dell’utenza, che altrimenti sarebbe costretta a rivolgersi a strutture private.
Quanto sopra è aggravato dal fatto che, tale richiesta negata riguarda altre 14 Istituzioni scolastiche come si evince dall’elenco riportato dalla  nota del comune, che subiranno tutte la stessa sorte di deviare l’utenza verso altre strutture private.
Rosalia Gambino

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LE SCUOLE DIVENTANO ESATTORI DELLE TASSE PER CONTO DELLO STATO

Sulla G.U. n.63 del 14/03/2008 è stato pubblicato il Decreto del Ministero dell'Economia che dà attuazione alla disposizione inserita nell'art. 48 bis del DPR n.602/1973 sui pagamenti di importo superiore a diecimila euro da parte delle Pubbliche Amministrazioni. 

Tale norma, com'è noto, prevede che le amministrazioni pubbliche di cui all'art.l, co.2 del D.Lgs 165/2001 e le società a totale partecipazione pubblica, prima di effettuare i pagamenti per importi superiori a 10 mila euro, devono preliminarmente verificare se il beneficiario ha debiti verso l'agente della riscossione almeno pari a quella cifra.
Per amministrazioni pubbliche si intendono tutte le amministrazioni dello Stato, ivi compresi gli istituti e scuole di ogni ordine e grado e le istituzioni educative, le aziende ed amministrazioni dello Stato ad ordinamento autonomo, le Regioni, le Province, i Comuni, le Comunità montane e loro consorzi e associazioni, le istituzioni universitarie, gli Istituti autonomi case popolari, le Camere di commercio, industria, artigianato e agricoltura e loro associazioni, tutti gli enti pubblici non economici nazionali, regionali e locali, le amministrazioni, le aziende e gli enti del Servizio sanitario nazionale, l'Agenzia per la rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioni (ARAN) e le Agenzie di cui al decreto legislativo 30 luglio 1999, n. 300.
Il citato decreto, che entrerà in vigore il prossimo 29 marzo, in sostanza, stabilisce la procedura che gli enti pubblici devono seguire prima di disporre pagamenti per importi superiori a 10 mila euro.
Lo stato di morosità: Il decreto in esame conferma che la situazione di morosità si verifica in tutti i casi in cui il debitore non ha pagato una o più cartelle di pagamento entro sessanta giorni dalla notifica.
La procedura: L'ente pubblico che deve pagare somme superiori a 10 mila euro ha l'obbligo di:- interrogare Equitalia Spa (la società pubblica che cura la riscossione) per verificare la sussistenza di cause di morosità nei confronti del beneficiario;-attendere 5 giorni dall'invio dell'interrogazione.
Se entro tale termine Equitalia risponde negativamente o non risponde affatto, il soggetto pubblico deve provvedere al pagamento. Se invece, Equitalia comunica la morosità si procede come segue:-il pagamento deve essere sospeso per trenta giorni, sino a concorrenza dell'importo iscritto a ruolo.
-L'eventuale eccedenza deve quindi essere corrisposta al beneficiario;
-entro il citato termine di 30 giorni l'agente della riscossione potrà notificare l'atto di pignoramento presso terzi.
-E' previsto che se entro tale termine intervengono pagamenti o provvedimenti dell'ente creditore che riducano la somma a ruolo, l'agente della riscossione ne dà tempestiva segnalazione all'ente pubblico, al fine di sbloccare parte della somma da pagare;
-se entro trenta giorni l'agente della riscossione non notifica alcun atto di pignoramento, l'importo è libero da vincoli e può essere interamente pagato.
-Fin qui abbiamo descritto la procedura che gli enti pubblici devono seguire, a partire dal 29 marzo, prima di disporre pagamenti superiori a 10 mila euro.
-Da un esame di tale procedura si evince, quindi, che nessuna autocertificazione dovrà essere richiesta dall'ente pubblico al beneficiario dei pagamenti.


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I RAGAZZI DEL RAVE PARTY:VOGLIAMO SOLO DIVERTIRCI

        Ancora una volta un ragazzo muore, aveva 19 anni. Muore per overdose in un capannone di Segrate dove si svolgeva il Rave party  con la partecipazione di centinaia di ragazzi provenenti da tutta Italia  con il solo intento di divertirsi.

          “Siamo tutte brave persone alla ricerca di un po' di divertimento" con questa motivazioni ciascuno dei partecipanti giustifica la propria presenza in quel luogo infernale (dalle immagini presentate dalla TV)  e nessuno si sente coinvolto  nella tragedia.           Nell’indifferenza generale Nunzio Lo Castro di Castellanza, in provincia di Varese, a 19 anni ferma il cammino della sua vita spezzata e non provoca neanche un segno di pentimento e di ravvedimento negli altri compagni vuoti dentro, desiderosi solo di divertimenti artificiali, che durano il tempo di una notte,  satura di musica che male alla testa, offuscata da fumi e  nebbie che lasciano solo amarezza e delusione. I rave, spazi occasionali di anarchia e di illegalità sono le  moderne Sodoma e Gomorra , nelle quali, come si legge nei libri antichi, la fine non sarà mai di buon auspicio e l’orgoglio di sentirsi “fuori dal sistema” spesso si conclude con un triste funerale.       
Un giovane di Bologna rispondendo ai giornalisti dice: "Dovete finirla col dipingerci come dei pazzi, siamo venuti qui a divertici e non facciamo male a nessuno".      
Fanno certamente tanto male a se stessi, bruciando la loro giovinezza nel nulla e arrecano anche grave danno all’intera società che dovrà provvedere al loro mantenimento all’ospedale o in carcere. Da cittadini benpensanti ci si chiede: dove sono i loro genitori ? Forse  molti  non hanno neanche una vera famiglia , avendo genitori  separati o conviventi, i quali colmano e compensano con i soldi e con l’apparente benessere  il vuoto dei valori e di affetti che non  hanno e non sanno donare.     
I ragazzi di oggi hanno tutto e non sono contenti , vanno alla ricerca di nuove emozioni perché non trovano affetto e calore in famiglia, e spesso non hanno  la fortuna di incontrare un vero amico che li guidi verso il bene, non riuscendo a cogliere neanche  le sollecitazioni della scuola che nel suo insieme costituisce un’occasione di riflessione e di incontro con i valori dell’uomo, anche attraverso la cultura.     
E’ giusto, è legittimo divertirsi , godere del bene della vita e della giovinezza, ma  perché tanta ricerca di sfrenato divertimento, quando ci si potrebbe divertire anche  tra compagni nella semplicità di  quattro calci al pallone o di una partita a carte. Sono proprio necessari gli effetti speciali per divertirsi, per ridare equilibrio al proprio stato mentale e sensoriale?. Ancora una volta si resta condizionati dal consumismo pubblicitario  che  vuole rendere tutto luccicante ed effervescente.    
Tornando a casa, a scuola o al lavoro dopo tali esperienze cosa si riesce a comunicare agli altri? Un uomo che non comunica resta isolato ed emarginato , ma un uomo è vero quando sta con gli altri, e Aristotele lo chiamava “animal socialis “    
Come scuola e come adulti possiamo fare qualcosa per questa giovani  che, anche  senza volerlo, ci appartengono e, avendoli incontrati nel nostro cammino,  vorremmo che nessuno  di essi si perda nella disperazione  dell’angoscia e della droga.   
Dovremmo insegnare loro a vivere, vivendo noi stessi nell’onestà intellettuale dell’impegno professionale di educatori che si prendono cura di loro    Dovremmo trasmettere valori e messaggi, non con le parole, ma con la testimonianza  e la coerenza della vita..  
Il loro futuro sarà il nostro domani e tutti vorremmo un domani sempre migliore.  
Cadono le foglie da un albero ammalato, ma ancora prima di  sradicarlo, forse conviene intervenire  per curarlo ed aspettare le nuove foglie ed i nuovi frutti.  
Purtroppo “la scuola è quello strano ospedale che cura i sani e manda via gli ammalati”  e tutti insieme dovremmo trovare proposte e strategie per modificare tale consuetudine ritenuta a volte anche giusta e legittima. Ricercare altri sistemi e strategie educative alternative è il compito della scuola che ha il compito di formare l’uomo ed il cittadino.    
Da sola, però,la scuola resta impotente, e la sua azione risulta a volte inefficace.  Occorre una vera sinergia  di intervento con la famiglia innanzitutto e poi con l’intera società, la quale attraverso  norme di prevenzione e di garanzie  potrà contribuire a salvare tante  giovani vite, vittime della droga, del sesso, del fumo,dell’alcool e della strada.   Non possiamo restare soltanto a guardare e la notizia non svanisce al termine del telegiornale..
Giuseppe Adernò

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LA SCUOLA  ASSENTE  NELLA CAMPAGNA ELETTORALE
         Un milione e centomila dipendenti, 50.000 scuole, più degli uffici postali e delle stazioni dei carabinieri, nove milioni di utenti  tra alunni e genitori . Sono queste le cifre dell’Azienda-scuola , la più grande del Paese e la più assente in questa campagna elettorale.        

Sono molti gli interrogativi e le perplessità che sovrastano l’efficienza dell’Azienda che neanche la Confindustria  prende in considerazione, sulla quale l’alternanza  degli schieramenti partitici segna una direzione ogni volta  divergente.        
Da Berlinguer a Di Mauro, da Di Mauro alla Moratti, dalla Moratti a Fioroni ed ora…? Si avrà lo scongelamento della Moratti o la ripresa di una nuova politica scolastica  del gambero rosso, dal motto: “avanti adagio, quasi indietro”? Si avrà forse la riforma della controriforma?         
In una società italiana  segnata da una forte crisi economica, nella quale  gli unici stipendi intoccabili sono quelli dei parlamentari, il nuovo governo sarà in grado  di investire nella scuola e di progettare un futuro per l’istruzione e per la crescita culre.        
Nei dibattiti politici e nei comizi elettorali si sprecano le promesse di qualità, efficienza, progettualità, sviluppo, mentre la fotografia della scuola italiana  presenta diffuse sacche di inefficienza, di carenze strutturali e di servizi, di limitato sostegno alla progettualità degli operatori che vorrebbero fare tanto e spesso rimangono con le mani legate e con la bocca asciutta.        
Obbligo scolastico, diritto allo studio, sistema formativo, biennio obbligatorio, formazione del personale, innovazione metodologica e didattica  sono alcuni dei filoni che il nuovo governo dovrebbe attenzionare e segnalare nei programmi e nei dibattiti politici. Perché non se ne parla?  Nove milioni di docenti, studenti e genitori sono forse  cittadini di serie B ? I genitori che fanno “i sindacalisti” dei figli a scuola, perché non scendono in piazza a reclamare il diritto all’istruzione e alla formazione seria e continua, in ambienti sereni e funzionali ad un vero apprendimento?       
 Il pullman di Veltroni o l’elicottero di Berlusconi  non si sono mai fermati in una scuola, perché i ragazzi non votano, ma non sanno che  in ogni istituto con ottocento alunni ci sono 1.600 genitori elettori? Non sanno i politici  che investendo nella scuola garantiscono stabilità di governo e sicuro sviluppo per il Paese?  Non è forse vero che una buona scuola, una scuola di qualità è garanzia di un Paese migliore, di una società sana e onesta, di nuove energie  e preziose intelligenze?        
Un gruppo di scrittori ed intellettuali con a capo Ernesto Galli della Loggia  in una lettera aperta ai futuri amministratori della res publica hanno scritto che una scuola estranea alla meritocrazia non può funzionare  e che l’eccesso di indulgenza danneggia gli studenti e l’intera società. 
        
Se le scuole si riducono a diplomifici  e la preparazione generale degli studenti risulta inadeguata , qualcuno si dovrà assumersi le responsabilità di tutto ciò. Il sei politico di sessantottina memoria , il mito dell’egualitirismo  ha fatto il suo tempo. La scuola di oggi richiede impegno, serietà e perché no, anche  severità e giustizia nel premiare chi studia e aiutare chi non studia.        
Restituire ai docenti il prestigio e l’autorevolezza del ruolo  intervenendo con tempestività e rigore nei casi di palese negligenza o inadeguatezza, dovrebbe essere messo al primo posto di un progetto di ripresa dopo decenni di lassismo che hanno prodotto demotivazione sfiducia        
Il prossimo 1° aprile a Roma,  presso la Camera dei Deputati si terrà  un incontro, con collegamento internet, tra le due primedonne della Minerva, i viceministro Valentina Aprea  dell’era morattiana  e Mariangela Bastico del  governo Prodi-Fioroni.  Parleranno di progetti, risponderanno alle domande dei dirigenti e docenti delle scuole d’Italia, affronteranno temi concreti e anche scomodi: organico da incrementare e non ridurre;  personale da motivare e qualificare; nuovi criteri di assunzione e selezione del personale;  innovazioni didattiche e metodologiche per una scuola europea;  organi collegiali da rivitalizzare e rendere funzionali;  assestamento amministrativo ed organizzativo degli uffici centrali e periferici; autonomia  delle scuole anche in vista della verifica dei risultati che mettono in luce il merito e la responsabilità ed infine quale scuola per il secondo decennio del terzo millennio.  
Speriamo che tutto ciò non si riduca ad un pesce d’aprile !
Giuseppe Adernò

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ESAME RIGOROSO ALLE MEDIE
Fioroni. Immotivate le polemiche sulle prove comuni: chi non merita va fermato.

  Il ministro Giuseppe Fioroni nell’intervento conclusivo del convegno svoltosi a Roma presso l’università Pontificia lateranense ha esplicitamete dichiarato: «L’introduzione dell’ammissione agli esami terminali di terza media e di regole per un esame più rigoroso con delle prove comuni nazionali era indispensabile: al primo anno delle superiori vengono fermati il 33% degli studenti, una cifra altissima che andava in qualche modo contenuta tornando a bocciare chi non è preparato già alle medie inferiori».
L'accusa era di «meritocrazia». Secondo Fioroni sarebbero quindi immotivate le polemiche di questi giorni derivanti dalle due nuove prove comuni, affidate all’Invalsi (l’Istituto nazionale di valutazione), che gli alunni di terza media dovranno sostenere in contemporanea a livello nazionale per verificare le competenze acquisite in italiano e matematica: una modalità che ricorda, per se semplificata, le due prove scritte della maturità. «Sono provvedimenti indispensabili - ha spiegato il ministro - per evitare che gli alunni privi di conoscenze possano andare avanti.
Il caso dell’università Cà Foscari ci deve far riflettere: così tanti diplomati non ritenuti idonei a frequentare una facoltà letteraria per incapacità di comprendere e scrivere testi è una sconfitta del sistema scolastico. Per questo è fondamentale introdurre adeguate punizioni a chi non merita».Fioroni ha anche ribadito l’importanza di premiare l’eccellenza («così pure i meno meritevoli sono costretti ad alzare i livelli di apprendimento»), di introdurre un nuovo sistema di valutazione (organizzato dall’Invalsi) rivolto sia a docenti che studenti e di dare più spazio alle persone che operano positivamente nella scuola.
«È ora di finirla con gli incentivi a pioggia: i docenti che mettono a disposizione competenze e tempo vanno premiati attraverso risorse adeguate - ha spiegato il responsabile del dicastero dell’Istruzione - anche perché rappresentano dei maestri di vita per gli stessi studenti: e i giovani, con le famiglie in crisi, hanno bisogno di persone positive da emulare».
Nomi prestigiosi della cultura ora puntano it dito «contro il permissivismo» e chiedono che la «scuola si ispiri a criteri di merito e di responsabilità» per raggiungere livelli alti, «tornando al voto e allo studio dei contenuti». Abbandonando le «mode» e affermando con coraggio che «l'era del sei politico deve finire» altrimenti i danni saranno irreparabili.
Giulio Ferroni, docente di letteratura italiana alla Sapienza, dice che c'e anche il problema degli insegnanti «avviliti»: «Non hanno nemmeno più il potere di decidere l'interrogazione, che va concordata».
Il Sessantotto aveva fatto credere che meritare poteva essere una colpa e un sopruso degli uni sugli altri. Tempi archiviati. 

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LE PROPOSTE DELL’ANQUAP PER LA XVI^  LEGISLATURA
ADEGUARE  LE RISORSE PER I DIRETTORI SGA E IL PERSONALE ATA La Centralità dell’Istruzione e la Valorizzazione delle Professionalità 

Ancora pochi giorni di campagna elettorale per il rinnovo del Parlamento della Repubblica e l’Anquap (Associazione professionale e sindacale che raccoglie e rappresenta a Catania e Provincia oltre  il cinquanta  per cento dei Direttori dei Servizi Generali ed Amministrativi delle Istituzioni Scolastiche ed Educative ed anche  parecchi Assistenti Amministrativi), - in perfetta  linea con le direttive nazionali – in vista dell’imminente seminario regionale “Progetto Scuola” che si terrà il pomeriggio del prossimo 2 aprile nei locali dell’auditorium “L. don Milani” in Paternò, su iniziativa del dirigente scolastico dell’omonimo istituto comprensivo, rappresenta ,   ai “futuri reggitori della cosa pubblica”,  un ventaglio di proposte  concrete per la  nascente XVI^ Legislatura.
 Il titolo del documento è chiaro, l’occhiello è ben definito e il catenaccio ancor di più che  racchiude le vere  problematiche che accomunano il personale Ata. In ogni modo, siamo convinti della funzione strategica dell’istruzione e rammaricati che ciò sia formalmente affermato, ma praticamente ignorato, o quasi. Infatti, i problemi e le difficoltà delle scuole italiane ( e del sistema scolastico nel suo insieme ) sono gravi, strutturali e palesemente evidenti.
Per affrontarli e risolverli c’è bisogno ineludibile di un dialogo costruttivo fra le Forze Politiche e fra queste e le diverse Formazioni Sociali. C’è bisogno che la politica compia le scelte fondamentali di contenuto, di assetto istituzionale e organizzativo, lasciando poi il campo agli esperti, a coloro che per scienza ed esperienza sono in grado di attuare concretamente le scelte compiute.
Le sorti dell’istruzione riguardano l’intero Paese e non si prestano a scontri di carattere ideologico né ad atti di forza tra gli opposti schieramenti. La storia degli ultimi due lustri  è lì a dimostrare come le riforme approvate a colpi di maggioranza siano finite nel nulla. Fa eccezione il tema dell’autonomia scolastica, che ha rappresentato una vera e grande riforma condivisa, che purtroppo stenta ad esprimere tutte le sue potenzialità per limiti normativi e inadeguatezza di risorse ( professionali, finanziarie e strumentali ).
Nel bilancio della Pubblica Istruzione il 95 % delle risorse finanziarie è destinato alle spese di personale.
È nostra opinione che sia valido per la politica scolastica ciò che dovrebbe valere per le riforme istituzionali: non più proposte di schieramento chiuse e immodificabili ma soluzioni condivise, sulla base delle elaborazioni degli esperti e delle più avanzate esperienze internazionali; non più veti di stampo ideologico ma interventi concreti da sperimentare sul campo; non più la prevalenza degli interessi categoriali e corporativi in danno di quelli generali. Nella speranza e con l’augurio che nella XVI a Legislatura si apra nel Parlamento e nel Paese un dialogo vero e costruttivo, pur nel rispetto della diversità di posizioni e responsabilità, presentiamo le seguenti specifiche proposte:
-        rivedere gli ordinamenti delle scuole di ogni ordine e grado, con poche discipline fondamentali e quadri orari essenziali;
-        rilanciare come valore strategico per lo sviluppo economico del paese il ruolo dell’istruzione tecnica e professionale, che deve rimanere nell’ambito delle competenze statali;
-        riscrivere il quadro delle competenze istituzionali ed organizzative tra Stato, Regioni, Enti Locali e Scuole Autonome, applicando rigorosamente il principio di sussidiarietà ed eliminando le sovrapposizioni e le indebite ingerenze ;
-        ridefinire la presenza sul territorio delle singole autonomie scolastiche attraverso un secondo tempo del percorso di dimensionamento ottimale. Ci sono ancora troppe scuole sottodimensionate anche nei Capoluoghi di provincia e nei centri urbani di media grandezza;
-        conferire autonomia normativa ( statutaria e regolamentare ), rafforzare l’autonomia didattica ( sui contenuti del curricolo ) e quella organizzativa ( almeno parziale scelta del personale ) delle istituzioni scolastiche, alle quali deve essere concessa anche una effettiva autonomia finanziaria sia in materia di entrate che di spese;
-        alleggerire la presenza e il peso dell’amministrazione scolastica centrale e periferica, riconducendo le competenze gestionali in modo prevalente, se non esclusivo, alle singole scuole autonome;
-        riformare la disciplina della “ governance “ delle scuole autonome riducendo e semplificando composizione, funzionamento e compiti degli organi collegiali e rendendo effettivo il principio che vuole separate le funzioni di governo da quelle di gestione;
-        riscrivere sostanzialmente le regole in materia di reclutamento, organici, formazione, funzioni, carriera, responsabilità e trattamento economico di tutto il personale della scuola, ma in particolare quelle che riguardano Dirigenti, Direttori e Docenti. È impellente la definizione di una carriera dei docenti ed altrettanto urgente l’esigenza di un moderno e adeguato ordinamento professionale del personale ATA ( un nuovo sistema di classificazione e nuovi profili professionali );
-        rivedere e semplificare il sistema delle relazioni sindacali, per rendere chiaro il confine tra legge e contratto, evitare la mortificazione delle professionalità e del merito , impedire invasioni di campo nelle competenze degli organi collegiali e individuali ed eliminare qualsiasi forma di automatismo nelle progressioni di carriera e nei miglioramenti economici.
Chi come il Dirigente e il Direttore appartiene al novero degli organi individuali ( ed ha funzioni e responsabilità gestionali di rilevante spessore ) deve avere una regolazione del rapporto di lavoro separata rispetto al restante personale.
Ciò è avvenuto doverosamente e giustamente per i Dirigenti, ma non per i Direttori la cui collocazione è innaturale e spesso motivo di mortificazioni professionali e retributive. 
Domenico Mazzeo

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           Scuola violenta

Dal sito scuola violenta http://scuolaviolenta.blogspot.com/ del prof. Gianluca Lovreglio. 21 marzo 2008
Droga e sesso a scuola : l'abbiamo voluto noi...
E' scioccante e impone una riflessione quanto scoperto dagli investigatori di Treviso riguardo al giro di sostenze stupefacenti e sesso fra minorenni in alcune scuole.  
L'inchiesta condotta per mesi dalla procura e dalla forze dell'ordine trevigiane ha infatti portato alla luce fatti di droga e sesso a scuola messi in atto da una trentina di studenti consumatori di stupefacenti e portato all'arresto di alcuni spacciatori. Increduli i genitori, dichiaratamente impotenti gli insegnanti. Oltre che un "segno dei tempi", quanto accaduto e' dovuto in parte anche alla forte delegittimazione che la scuola ha subito in questi anni ed al ridursi degli strumenti disciplinari e di controllo nelle mani degli insegnanti. E' palpabile, nelle scuole medie superiori e inferiori italiane la scarsa considerazione di cui godono gli insegnanti in generale.
Mentre cinquant'anni fa c'era il rispetto a prescindere da correttezza e bravura del docente, oggi c'e' la mancanza di rispetto a prescindere. Il continuo dipingere (caro professor Ichino!) il personale della scuola pubblica e i docenti in particolare come mangiapane a ufo, persone impreparate sotto il profilo didattico e nei contenuti , unitamente ad uno stipendio che - nelle stesse affermazioni dei ragazzi - fa considerare un povero fallito chi intraprenda questa professione, l'incremento del numero degli allievi per classe per motivi di tagli al bilancio e infine le difficolta' di comminare qualche sanzione quando si e' ancora "in tempo", non potevano che generare quanto sta accadendo non solo nelle scuole trevigliane, ma in molte scuole d'Italia.
I docenti devono essere dotati di particolari virtu' - non retribuite, naturalmente - per superare lo scoglio rappresentato dalla sfiducia e scarsa considerazione che i ragazzi nutrono nei loro confronti fin dal primo giorno di scuola. Devono poi misurarsi spesso con genitori arroganti che sostengono in figli anche oltre il lecito.
Emblematica in tal senso la dichiarazione di un docente sentito sul caso di cronaca di oggi, il quale ha detto (citaz. Tribuna di Treviso) "Se diciamo a un genitore che il figlio è drogato rischiamo anche di essere denunciati".
Infine c'e' il problema dei maggiorenni, che lo sono spesso solo anagraficamente e per i quali sarebbe possibile procedere solo con una denuncia, visto che chiamare i genitori costituisce una violazione della privacy del ragazzo. Maggiorenni che tuttavia possono danneggiare se' stessi e gli altri.
Non si nega qui che non vi siano docenti inadeguati o scorretti, che spesso gli insegnanti, "non sapendo che pesci prendere" mettano note di classe in cui si fa di tutte le erbe un fascio senza risolvere nulla, anzi non facendo comprendere ai giovani il valore costituzionalmente sancito della responsabilita' individuale.
Tuttavia va anche tenuto conto che per la maggior parte, gli insegnanti sono stati dati "in pasto ai leoni" senza averli dotati di strumenti pedagogici, di comunicazione e di psicologia dell'eta' evolutiva adeguati. Ne' appaiono adeguate le altre risorse professionali disponibili sul territorio. Quanti psicologi sarebbero in grado di fornire le ASL su richiesta dei docenti a fronte del crescente numero di casi difficili? I genitori agguerriti costituiscono poi, come si e' detto, l'altro ostacolo, che talora mette i dirigenti scolastici in posizione contrastante con i docenti, dato che i primi (non sempre, ma accade) vogliono evitare "grane" alla scuola e demandano ai consigli di classe soluzioni disciplinari sulle quali non e' sempre facile raggiungere l'accordo.
Per poche sanzioni esemplari comminate da alcune scuole che adottano il pugno di ferro, non si contano i casi di parabullismo trascinati per mesi e anni, nel senso d'impotenza e talora in danno degli stessi docenti, che il ragazzo bullo percepisce non avere l'autorita' necessaria a contrastarlo e che quindi prende anche a bersaglio delle proprie scorrettezze. 
I genitori fanno bene a tutelare i diritti dei propri figli, sempre che questi siano lesi, ma spesso la reazione aggressiva nasce dal fatto di sentirsi mettere sul banco degli accusati insieme ai loro ragazzi, dato che se un giovane si comporta male si sottende scarsa educazione o attenzione da parte della famiglia.
Si vede che questi genitori preferiscono essere chiamati in questura quando ormai e' troppo tardi, quando il figlio ha fatto e subito - come a Treviso - esperienze che lo avranno segnato a vita. A volte anche sulla fedina penale.

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SIRACUSA ARRESTATO DOCENTE PEDOFILO
Dal sito La Sicilia.it
Un insegnante di Educazione fisica è stato arrestato dagli agenti del Nucleo investigativo telematico per divulgazione di un filmino a contenuto pedopornografico.

Le manette sono scattate ai polsi del professore Raffaele Moscuzza, 50 anni, che insegna in un istituto superiore della città. Dopo l'arresto in flagranza di reato, il docente è stato posti ai domiciliari dai Pubblici Ministeri Andrea Palmieri e Antonino Nicastro che, assieme ad altri magistrati, fanno parte del pool antipedofilia della Procura della Repubblica, coordinato dal procuratore aggiunto Giuseppe Toscano.
L'arresto dell'insegnante di educazione fisica è avvenuto nella giornata del 26 marzo, ma è stato tenuto segreto dagli inquirenti per non compromettere le indagini su una nuova inchiesta contro la pedofilia.
La notizia dell'arresto dell'insegnante è venuta fuori a seguito dell'udienza di convalida tenutasi ieri mattina davanti al Giudice per le indagini preliminari Alessandra Gigli.
L'indagato, difeso dall'avvocato Bruno Leone, è stato sorpreso dagli agenti del Nit mentre dal computer della sua abitazione trasmetteva via internet un filmino riproducente immagini di bambini sottoposti a pratiche sessuali.
Le immagini sono state capitate dai cosiddetti «sceriffi» del Nit, che da anni sono impegnati a dare la caccia ai pedofili non solo della provincia di Siracusa ma su tutto il territorio nazionale, e una decina di minuti dopo gli agenti hanno bussato alla porta dell'abitazione del professore Moscuzza, sorprendendolo mentre era ancora impegnato davanti al computer a divulgare il filmino a contenuto pedopornografico.
Anche il Gip Gigli ha disposto gli arresti domiciliari per il docente.

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AGENZIA ANSA

PROF SU YOUTUBE: MINACCE ALL'AUTORE DEL VIDEO
 
FIRENZE - E' stato minacciato lo studente della III A dell' Istituto tecnico per il turismo Marco Polo che il 5 marzo scorso ha messo su YouTube il video, girato con un telefonino, del professore che fumava in classe su sollecitazione dei ragazzi.

Le minacce, secondo quanto appreso, avrebbero 'consigliato' il ragazzo a restare assente da scuola per qualche tempo e sarebbero state reiterate nei giorni seguenti l' accaduto.
La conferma arriva dalla presidenza della scuola che ha ricordato come sia stato deciso di adottare provvedimenti disciplinari "nei confronti di chi dovesse attuare ritorsioni o violenze anche psicologiche su quanti sono stati coinvolti nell' episodio".
Il preside Gianfranco Carloni ha poi confermato la notizia apparsa oggi su Qn e cioé che sono stati sospesi 16 dei 24 studenti della III A dell' Itt per complessivi 60 giorni. La decisione è stata adottata dal preside dell' Itt Gianfranco Carloni che già l' aveva annunciata il giorno dopo i fatti.
Il professore, Alberto Burchielli, era già stato sospeso, fino alla fine dell'anno, dalla direzione scolastica regionale.

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MILANO: BIGLIETTO VOLGARE AD UNA PROFESSORESSA

"Nessuno studente è stato sottoposto a un processo o a un test grafologico, non ne abbiamo né la volontà né le competenze. Semplicemente si sta cercando di capire chi è l'autore di un biglietto volgare messo nella borsa di una insegnante e fargli capire che ha sbagliato".
Replica così alle domande Innocente Pessina, il preside del Berchet, storico liceo classico milanese, dopo un servizio sulla vicenda apparso sul quotidiano Repubblica.
In sintesi, lo scorso 11 marzo una giovane docente supplente di italiano della terza G., l'ultimo anno, dopo una lezione in classe si è trovata nella borsetta un fogliettino con espliciti riferimenti sessuali maschili. Il capo d'istituto ha convocato sei ragazzi, gli unici presenti quel giorno perché gli altri erano all'Università Statale per una giornata di orientamento.
"Non ho nessuna competenza grafologica e non sono un giudice - ha sottolineato Pessina, 55 anni, da 19 anni preside, gli ultimi 5 al Berchet -. Ho semplicemente controllato i loro compiti in classe che però erano in corsivo mentre la scritta offensiva era in stampatello maiuscolo.
Allora ho chiesto agli studenti di scrivere in stampatello nome e cognome e un breve commento sull'accaduto ma con l'obiettivo che qualcuno capisse quello che aveva fatto e confessasse. Ma nessuno ha parlato e nessuno è stato punito. Quindi ho convocato un consiglio di classe consentendo a tutti di parlare". Proprio in questo incontro, prima di Pasqua, ci sono state "critiche e polemiche che mi hanno profondamente amareggiato - ha affermato il preside -, il taglio era 'come si e' permesso di...' invece di capire il ruolo educativo della scuola.
E' possibile che il biglietto sia stato messo da studenti di altre classi in cui l'insegnante aveva fatto lezione. La punizione che ho in mente sarà blanda ma avrà un significato importante ed educativo".

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ABUSI IN CLASSE, ARRESTATO INSEGNANTE

Choc a Reggio Emilia: le studentesse, di età inferiore a 14 anni, sarebbero state costrette ad atti sessuali in classe  

Un insegnante reggiano di 33 anni è stato arrestato dai carabinieri per violenza sessuale nei confronti di alcune studentesse di età inferiore a 14 anni e per detenzione di materiale pedopornografico.
Secondo le indagini condotte dai militari di Correggio (Reggio Emilia) l’ uomo avrebbe costretto durante le lezioni alcune bambine a subire e compiere atti sessuali. Durante una perquisizione nella sua abitazione i carabinieri hanno poi sequestrato foto di bimbe, scaricate da internet, anch’esse ritratte durante atti di tipo sessuale.
Il giovane, hanno scoperto i militari, aveva inoltre un proprio blog su internet, per il quale è stato disposto l’oscuramento. L’uomo, celibe e incensurato, a quanto si è appreso aveva un contratto di prestazione d’opera nella scuola per svolgere un progetto di teatro. Le indagini hanno permesso di appurare che l’insegnante è amministratore di un’associazione culturale che opera nelle scuole del reggiano. Il provvedimento di custodia cautelare in carcere è stato emesso dal gip Cristina Beretti.
Le indagini condotte dai carabinieri di Correggio, guidati dal maresciallo Roberto Cesi, e coordinate dal pm Maria Rita Pantani hanno avuto un’ accelerazione negli ultimi giorni, quando i militari hanno raccolto le denunce sugli abusi di cui erano rimaste vittime cinque scolare fra gli 11 e i 13 anni di età.
Già a febbraio la Procura reggiana aveva ricevuto una segnalazione a carico del giovane su presunti abusi, sempre con ragazzine "under 14" al centro delle "attenzioni", in un’altra località della provincia. Le piccole vittime dell’insegnante sono state ascoltate dagli investigatori in forma protetta, con tutte le cautele del caso. I riscontri hanno portato il pm a chiedere al gip il provvedimento restrittivo, che è stato eseguito nella tarda serata di ieri. L’uomo è stato portato nel carcere reggiano.
Gli atti sarebbero stati commessi, secondo le accuse, dal novembre scorso fino a questo mese. Le scolare sarebbero state fatte appartare a turno dall’uomo sotto i banchi o la cattedra, al buio, con il pretesto di effettuare giochi, poi sarebbero state costrette a toccargli o palpeggiargli le parti intime.
Le indagini proseguono con l’esame di tutto il materiale sequestrato (tra cui computer, dvd, manoscritti di bambini), anche per verificare se altre bimbe sono state coinvolte. Nelle foto ritrovate dagli investigatori sul pc dell’uomo sono ritratte ragazzine intente a compiere o subire atti sessuali con persone adulte; gli accertamenti dovranno stabilire anche se si tratta unicamente di materiale scaricato dal web, o se il giovane ha avuto qualche ruolo legato alla realizzazione delle immagini.

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Lettere alla redazione
 
RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO (lettera firmata)
Nella qualità di dirigente scolastico sono risultato indagato per un infortunio occorso a uno studente cinque mesi or sono.
In assenza di docente, (non era stato possibile assegnare un supplente), un allievo ha colpito un compagno causandogli una lesione permanente.
Il genitore ha denunciato la scuola per mancata vigilanza non avendo sostituito in docente assente durante la quarta ora di lezione.
Ho dovuto redigere una corposa memoria con numerosi allegati e recarmi il 25 marzo presso la polizia giudiziaria di via Villareale in Palermo per dimostrare di aver agito senza colpa grave o dolo.
Ho dimostrato con atti di aver delegato il vicario alle supplenze, di aver pubblicato tre circolari per regolare il problema, di aver chiesto la disponibilità per supplenze a pagamento, che mi è impossibile chiamare un supplente per assenze inferiori a 15 giorni, che la vigilanza della classe era stata affidata al collaboratore scolastico del piano, che gli allievi erano stati regolarmente assicurati.
Ma il poliziotto delegato alle indagini non riusciva a comprendere come mai non avessimo mandato un supplente in classe.
Gli ho allora dimostrato che il giorno dell’infortunio erano assenti 19 docenti e che disponevo solo di sei supplenti: uno con ora a disposizione per completamento cattedra, cinque con disponibilità a pagamento.
Finalmente, visto che la matematica non è un’opinione, è stato accertato che per i miracoli non siamo attrezzati e che oggi non è possibile assicurare le ore di lezione agli studenti.
Non so come andrà a finire questo processo, ma so solo che Ministri e sindacati non possono continuare a esonerare imboscati di tutti i tipi, senza prevederne la sostituzione.
Discutere di bullismo, quando sappiamo che gli allievi, in mancanza di docente, si lasciano andare ai comportamenti indisciplinati, è pura demagogia e i dirigenti non possono essere capri espiatori per ogni necessità.

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SCUOLE CHE SI ASSOCIANO
Questa settimana hanno aderito all’ASASI la D.D. IV circolo di Bagheria, il V Magistrale di Palermo. Grazie a queste scuole che rafforzano l’associazione e ci rendono più rappresentativi.  


Roberto Tripodi, Giuseppe Adernò, Adriana Bongiorno, Gaetano Bonaccorso, Bianca Boemi, Irene Iannello, Pasquale Bova, Salvo Indelicato, Giusi Buccola  Mariolina Mendola, Giovanna Orlando. Lia Gambino.

 

Visita il sito delle Autonomie scolastiche http://www.nuovaautonomiascolastica.com/

Consulta il sito dei servizi alle scuole autonome www.italiascuola.it

Consulta il sito della normativa amministrativa delle scuolePAIS http://www.spaggiarispa.it/pais/

 

Per ulteriori informazioni è possibile consultare anche il sito scolastico siciliano  www.aetnanet.org 

 e i siti web delle Associazione Scuole Autonome
ASAPI-Associazione Scuole Autonome del Piemonte
FAISAL-Federazione delle Associazioni degli Istituti Scolastici Autonomi della Lombardia
ASAB-Associazione Scuole Autonome Bresciane
ASAV-Associazione Scuole Autonome del Veneto
ASAFVG-Associazione Scuole Autonome del Friuli-Venezia Giulia
ASAER-Associazione Scuole Autonome dell’Emilia-Romagna
ASABO-Associazione Scuole Autonome di Bologna
ASAM-Associazione Scuole Autonome delle Marche
ASAL-Associazione Scuole Autonome del Lazio
ASAC-Associazione Scuole Autonome della Campania
ASASI-Associazione Scuole Autonome della Sicilia
ASAS-Associazione Scuole Autonome della Sardegna
ASVA-Associazione Scuole Autonome di Varese
 

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ISCRIZIONE ASASI – Le coordinate per comunicare la delibera del Consiglio di Istituto di adesione e effettuare il versamento della quota associativa di 50 euro: Associazione delle Scuole Autonome della Sicilia, c/o ITIS Volta, Viale dei Picciotti 1, 90123 Palermo.

Banca Popolare di Lodi, Dip.383, via Buonriposo, 110, 90124 Palermo, numero conto 000000147624, dipendenza n. 00383, presso Palermo ag. N°3 (via Buonriposo). IBAN Paese IT, C.D.03, CIN B, COD. ABI 05164, CAB 04603

Lo Statuto può essere scaricato dal sito web dell’associazione.

            Il dirigente scolastico, nella qualità di presidente della Giunta Esecutiva, deve porre all’o.d.g. della Giunta l’adesione all’ASASI sia in relazione al pagamento della quota annuale di 50 euro, sia per l’adesione allo statuto e alle sue finalità. Il Consiglio d’Istituto, su proposta della Giunta, delibererà l’adesione. Le successive quote annuali non richiedono una nuova delibera da parte dell’organo collegiale che comunque può sempre deliberare la revoca di adesione all’ASASI.







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