SCUOLA, ARRIVA IL PARTITO DEL MERITO
Data: Venerdì, 28 marzo 2008 ore 21:20:40 CET
Argomento: Rassegna stampa


Merito e responsabilità: è troppo chiedere che questi due principi tornino ad essere i pilastri della formazione scolastica? A porre la domanda (retorica) sono quattro professori del "Gruppo di Firenze" che hanno scritto e presentato una lettera aperta alla classe politica per ottenere qualche risposta convincente prima delle elezioni.

Scrittori e intellettuali si sono affrettati a sottoscrivere l’iniziativa (da Ernesto Galli della Loggia a Mario Pirani, da Giorgio Israel a Sebastiano Vassalli e Giovanni Sartori, solo per citarne alcuni), condividendo su tutta la linea un concetto che dovrebbe essere acquisito e che invece sta scomparendo dall’esperienza formativa: cioè, che una scuola estranea alla meritocrazia non può funzionare. Che l’eccesso di indulgenza non paga, anzi danneggia gli studenti e l’intera società.

A parole sono tutti d’accordo. Ma nei fatti sono proprio gli amministratori, quelli che comandano le leve, a dimostrare scarsa applicazione, come direbbero certi insegnanti. Se le nostre scuole si sono ridotte in molti casi a "diplomifici", da cui escono ragazzi che hanno difficoltà a destreggiarsi perfino con la lingua italiana, (gli scritti dei concorsi pubblici aperti a giovani laureati abbondano di strafalcioni grammaticali e sintattici) qualcuno dovrà pur assumersi la responsabilità di invertire la tendenza.

I professori del «club di Firenze» la mettono così. "I partiti hanno il dovere di esporre con chiarezza ai cittadini-elettori il loro programma in materia di istruzione", scrivono, spiegando che "l’aggiornamento dei programmi, la riorganizzazione dell’istruzione superiore e l’autonomia delle scuole potranno dare risultati effettivi e duraturi solo recuperando e mettendo in pratica il merito e la responsabilità, che sono elementari principi dell’etica pubblica e privata". Il problema investe prima di tutto i dirigenti scolastici e il corpo docente, "spesso demotivato e reso scettico da troppe frustrazioni".

Da lì bisognerebbe ripartire, attraverso una più ferrea selezione, corsi di aggiornamento e, anche in questo caso, una sana meritocrazia che abbia riscontri pure economici. Occorre "restituire ai docenti il prestigio e l’autorevolezza del loro ruolo, intervenendo però con tempestività e rigore - si legge nella lettera - nei casi (pochi ma negativi per l’immagine della scuola) di palese negligenza o inadeguatezza". Con lo stesso metro andrebbero valutati gli studenti. La scuola deve essere più esigente "sul piano dei risultati e del comportamento" e imporre un po’ di rigore "dopo decenni di lassismo".

Altro che sei politico di sessantottina memoria. Il mito dell’egualitarismo ha fatto il suo tempo e sarebbe bene iniziare a impararlo sui banchi di scuola, valorizzando piuttosto il senso dell’equità, delle proporzioni tra chi studia e chi va bocciato. Una formazione di questo genere, secondo il Gruppo di Firenze, sarebbe anche un modo per contrastare disagio giovanile, i cui effetti finiscono spesso sulle cronaca nazionale.

GABRIELLA BELLUCCI (da www.lasicilia.it)







Questo Articolo proviene da AetnaNet
http://www.aetnanet.org

L'URL per questa storia è:
http://www.aetnanet.org/scuola-news-10390.html