A MILANO. Scuole in tilt le insegnanti allungano le ferie
Data: Venerdì, 28 marzo 2008 ore 21:18:22 CET
Argomento: Rassegna stampa


MILANO. Le insegnanti del Sud hanno «prolungato le ferie» e le scuole, soprattutto elementari e medie, del Nord sono rimaste a corto di personale. Al rientro dalla vacanze pasquali a lanciare il grido di dolore sono i capi d’istituto delle scuole milanesi che denunciano assenze fino al 25% del corpo insegnanti che, notoriamente, sono reclutati principalmente nel Meridione.

Tutta colpa del calendario, dicono in coro. A Milano con il rientro a scuola fissato ieri, con un giorno di ritardo rispetto alla maggior parte del Paese, bastava aggiungere due giorni per allungare le vacanze fino al prossimo lunedì. E se le insegnanti (oltre il 90% dei docenti precari e pendolari sono donne) più coscienziose hanno chiesto due giorni di ferie mettendo al riparo i capi d’istituto da problemi di sorta, la maggior parte delle supplenti hanno fatto ricorso ai certificati medici o a giustificazioni di carattere vario: motivi di salute, problemi di famiglia questioni urgentissime, le giustificazioni più utilizzate dagli «assenteisti». Le visite fiscali sono già partite. Ma i presidi le ritengono più che altro un atto dovuto. «I medici da Roma in giù – confessava il capo dell’istituto Cadorna – mi hanno fatto sapere di essere sotto organico e che non possono perdere tempo con le visite ai docenti».

E’ il gatto che si morde la coda, visto che l’assenteismo dilagante nella scuola è un mal comune. Così qualcuno è corso preventivamente ai ripari. Alcune scuole hanno rimandato l’apertura a lunedì. Nelle altre si è cercato di mettere una pezza. Nella media Buzzati, ieri, le insegnanti correvano da una classe all’altra mettendo a disposizione le ore libere per coprire i buchi lasciati dai «malati dell’ultima ora».

Che, per la cronaca, annoveravano anche tanti assistenti scolastici e qualche insegnante locale. «E’ un malcostume da sconfiggere – ammette Donata Andreotti, capo d’istituto della Buzzati – ma le armi a nostra disposizione sono poche». Soprattutto in una città come Milano che è considerata un ripiego sicuro per quelle insegnanti precarie o in attesa di una cattedra vicino casa e che con una supplenza annuale fanno lievitare il loro punteggio.

Tra le voci contro ci sono anche quelle un po’ più moderate. C’è chi fa osservare che comunque tra affitto e viaggi da un capo all’altro d’Italia a queste insegnanti resta solo il punteggio e poco altro e chi, come il dirigente del Csa milanese, che bonariamente dà la colpa delle tante improvvise malattie al cattivo tempo che ha imperversato in quel Sud che, comunque vada, resta un serbatoio privilegiato cui attingere.

MARIELLA CARUSO (da www.lasicilia.it)







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