Scuola, rubati 13 milioni di euro. Caccia alla talpa del ministero. Fondi bloccati al Cairo. Polemica su sicurezza banche on line
Data: Mercoledì, 12 marzo 2008 ore 20:34:11 CET
Argomento: Rassegna stampa


ROMA. Il furto di 13 milioni di euro sul conto del Ministero della Pubblica istruzione ripropone il tema della sicurezza on line. Per fortuna sono stati rintracciati dagli investigatori della polizia postale in una banca del Cairo, la National Bank of Egypt. Il denaro, stanziato per i «bonus alle famiglie», era stato depositato su un conto corrente on line delle Poste Italiane. Dietro il furto ci sarebbe la mano di un gruppo criminale che avrebbe anche legami con la ’ndrangheta.

Due indagini: della magistratura e della Corte dei Conti. La procura di Reggio Calabria ha aperto un’inchiesta per riciclaggio di denaro per conto delle cosche su alcune persone sospettate di aver partecipato al furto. Gli inquirenti sospettano poi che anche altre somme, di importi inferiori, siano state occultate con lo stesso meccanismo. Intanto cerca di scoprire chi sia stata la talpa, il colletto bianco, che ha girato alla banda indicazioni per accedere al conto.

Parallelamente all’indagine penale, la Corte dei Conti sta conducendo accertamenti per verificare l’entità del danno subito dall’Istruzione e stabilire gli eventuali addebiti a carico delle Poste Italiane. In attesa di recuperare il denaro dalla banca egiziana, il ministro Fioroni vuole rivalersi dell’ammanco sulle Poste alle quali ha chiesto di mettere a disposizione i 13 milioni di euro contestando le procedure di sicurezza del suo conto ondine. Per il momento le poste hanno dato risposta positiva. Per ora dalla banca egiziana il governo italiano ha ottenuto il congelamento del conto dal quale, nel frattempo, erano stati prelevati 50mila euro. Ma le procedure per far rientrare il denaro in Italia sono lunghe.

Per ottenere la restituzione è necessaria una rogatoria internazionale: l’Italia deve dimostrare che quei soldi sono stati rubati. Tutto è partito all’inizio del 2008 quando, nel corso di un controllo periodico, i funzionari si sono accorti del “buco” di 13 milioni e 100 mila euro stanziati dal ministero dell’Economia ad accantonati su un conto Banco Posta Impresa. Così, il 16 gennaio, è scattata la denuncia del ministro Giuseppe Fioroni. Il percorso seguito dal denaro, come hanno potuto scoprire gli agenti della polizia postale, è molto tortuoso: documenti falsi e indirizzo di un bar del centro della città. Ma lascia una traccia che consente di arrivare ad un’altra azienda, la Egyptians for Investment and Tourism del Cairo e quindi al conto aperto presso la National Bank.

A questo punto molti correntisti non si sentono più sicuri. «Il furto subito al ministero dell’Istruzione - dice Paolo Landi presidente dell’Adiconsum - deve indurre le banche a rendere più sicuri i conti correnti ondine. La login e la password da sole non bastano: i consumatori, il cui conto ondine è a rischio, pretendano l’adeguamento della propria banca a sistemi più sicuri o cambino banca».

Per il ministro Fioroni però c’è un altro problema sul tappeto. Assodato che gli studenti italiani dopo il primo quadrimestre zoppicano in parecchie materie con due milioni di studenti che hanno riportato 8 milioni di insufficienze, il ministero della Pubblica Istruzione ha già avviato una indagine per verificare se la «cura » individuata, e cioè i corsi di recupero, sono stati approntati, e come, dalle scuole.

GIANCARLO COLOGGI (da www.lasicilia.it)







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