11.03.2008. Primo giorno di scuola senza refezione per gli
studenti della scuola dell’obbligo. Lo sapevano,
le famiglie erano state avvertite, ma l’impatto
è stato, comunque, sgradevole per i disagi
causati da questo disservizio e, soprattutto,
per quello che significa: il disinteresse dell’amministrazione
per il diritto allo studio e
per i suoi cittadini più giovani, il suo futuro. E
questo nonostante il gran parlare di lotta alla
dispersione scolastica, d’impegno per la formazione
civica delle nuove generazioni.
Ieri anche chi si credeva al sicuro, come il
preside della Parini Giuseppe Adernò, è rimasto
spiazzato. Nell’annuncio della sospensione
del servizio data dalla
direzione comunale
della Pubblica istruzione
non era inclusa la ditta che
rifornisce la sua scuola e si
era illuso che i suoi ragazzi
fossero tra i pochi fortunati.
Di mattina, invece, ha
scoperto che si era sbagliato
e, poiché non aveva
avvertito le famiglie, ha
avuto un momento di panico.
Poi si è ricordato
dell’offerta
fatta dal collega
della Petrarca, dove
i pasti sono cucinati
in sede, e gli
ha chiesto aiuto.
Così, alle 13,15 in
punto, dalla scuola
di Trappeto Nord
è arrivato un furgoncino
con i pasti
per 80 allievi della
Parini. Il preside
Santo Gagliano lo
aveva detto sulle
pagine del nostro giornale: la sua scuola può
provvedere ai pasti per altri 500 allievi, se avvertita
per tempo, entro le 10 del mattino.
Nelle altre scuole ci si è dovuti arrangiare.
Alla Pestalozzi, a Librino, il preside, come tutti,
ha avvertito le famiglie venerdì scorso, non
appena avuta al comunicazione dal Comune.
Ai genitori è stata data una doppia possibilità:
dare la colazione a sacco ai figli o farli pranzare
a casa dalle 12,30 alle 13,30. Gli utenti sono
tutti del quartiere e questo lasso di tempo è ritenuto
sufficiente. Chi non tornasse a scuola,
però, avrà segnata un’assenza. Il preside Santo
Molino non vuole drammatizzare. Spera
che il servizio riprenda a breve, che si sia trattato
soltanto di una disfunzione. E lo vuole
sperare perché altrimenti sarebbe un disastro,
per gli allievi, per i docenti, per il personale
Ata e per l’indotto. La sua è l’unica scuola
elementare in cui tutte le classi sono a tempo
pieno e questo significa che ha personale
doppio, personale che, in questo periodo di tagli,
potrebbe rischiare di saltare. Se poi la
mensa fosse sospesa, oltre alle ditte interessate,
ne avrebbero danno anche i trasportatori e
i fornitori.
Situazione analoga nella maggior parte delle
scuole, come alla Doria, a San Cristoforo, dove
il preside Santonocito ricorda che da settembre
erano stati messi in preallarme per la
possibile sospensione del servizio per il quale
le famiglie con un certo reddito hanno pagato
una sorta di quota d’ingresso di 20 euro e
poi una quota per i vari pasti. E i problemi più
gravi sono alle materna e alle elementari dove
si fa tempo pieno 5 giorni su 5. Non gli piace
che i genitori facciano a gara per chi porta
il pasto migliore e che i bambini si agitino perché
desiderano ognuno il cibo dell’altro.
E gravi disagi si trovano
ad affrontare anche le
scuole, come la Manzoni,
dove si fanno laboratori
che prevedono il tempo
prolungato e il pasto in comune.
Le famiglie già si lamentano.
E anche le scuole
dove non è prevista la
mensa colgono l’occasione
per segnalare disfunzioni.
E’ il caso della media
Leopardi, da 15
giorni tagliata fuori
dalla posta ministeriale
e ostacolata
nella gestione
da un guasto ad
Internet che non si
sa se causato da
un danno tecnico
o dal mancato
pagamento del
servizio.
Finora i presidi,
e il loro coordinamento,
non si sono
rivolti alla prefettura.
Lo avevano fatto l’anno scorso, il 9
gennaio 2007, quando il servizio mensa fu
sospeso, e non avevano avuto risposta. Sperano
che il nuovo prefetto si occupi della vicenda,
comunque, così come il commissario Vincenzo
Emanuele che si è insediato proprio ieri
in questo disastrato Comune. E il commissario
ha già fatto sapere che venerdì mattina incontrerà
le parti - cioè le ditte, che non vengono
pagate da mesi, e la direzione della Pubblica
istruzione - per tentare di trovare una possibile
soluzione.
Intanto anche l’Ugl esprime, «in merito alla
decisione di sospendere il servizio di mensa
nelle scuole comunali, un forte dissenso e
preoccupazione in quanto è inammissibile
che il comune di una città come Catania non
riesca più ad essere presente laddove occorre
invece il massimo sostegno sociale ed assistenziale». Anche l’Ugl chiede «urgentemente
un incontro con il commissario dottor Emanuele
per scongiurare tale grave ed incredibile
evenienza».
PINELLA LEOCATA (da www.lasicilia.it)