Perché si dice "andarsene all'inglese" per dire "andarsene alla chetichella"? E che cos'è la "chetichella"? Daria Corbi
Andarsene all'inglese è locuzione che ci ricorda quanto potente sia l'etnocentrismo come visione e interpretazione pregiudiziale della realtà. Si tratta di una delle non poche espressioni che dimostra l'intenzione di attribuire all'Altro, allo straniero, abitudini, comportamenti, azioni disdicevoli, senza peraltro alcun fondamento reale. Il fatto di andarsene via senza salutare, di nascosto, furtivamente, per sfuggire a situazioni ritenute noiose, sgradevoli, imbarazzanti da chi compie l'azione, non è certamente caratteristico di questa o quella identità nazionale o etnica. Il meccanismo psicologico che soggiace a questo tipo di formulazioni linguistiche è però chiaramente spiegabile secondo il principio dell'autodifesa che si trasforma in attacco: se l'atto in sé della fuga più o meno indecorosa può essere attribuibile a chiunque, il marchio linguistico ci assicura, rassicurandoci, che il modello comportamentale da cui il singolo e ripetibile atto discende non appartiene alla cultura e alla civiltà nostrane cui, in casi simili, ci vantiamo implicitamente di appartenere. Naturalmente, lo scambio di sfavori fa parte delle regole del gioco. Se in Italia sotto accusa sono gli inglesi, in Calabria, in particolare e diversamente, i maleducati sono gli spagnoli (andarsene alla spagnola); a Venezia sono i romani (andarsene alla romana). In Germania sich auch französich verabschieden vale "andarsene alla francese", mentre in Francia, di nuovo, sotto accusa sono gli inglesi, filer o aller à l'anglaise, i quali ribaltano l'accusa oltre la Manica con to take french leave.
Per quanto riguarda il secondo quesito, il termine chetichella, che si adopera soltanto nella locuzione citata da chi ci interroga, deriva da cheto, allotropo popolare di quieto. L'espressione alla chetichella subentra in tempi relativamente recenti (durante l'Ottocento), alla più antica alla cheta, con l'introduzione di una sorta di raddoppiamento allitterativo di umore scherzoso.