Sono in via di espletamento i corsi previsti
dall’ordinanza ministeriale n. 92
del 5 novembre 2007. Corsi che stanno
frequentando gli studenti che nella valutazione
intermedia hanno riportato
voti di insufficienza in alcune discipline
al fine di un tempestivo recupero
delle carenze rilevate nello scrutinio. Vi
sono scuole in cui il collegio dei docenti
aveva deliberato la suddivisione dell’anno
in trimestre e non quadrimestrale,
per cui, in questi casi (vedi Iti
Cannizzaro), i corsi sono stati completati.
Gli istituti superiori, come prevede
la normativa, sono obbligati ad attivare
interventi di recupero una volta individuate,
tramite i consigli di classe, le
discipline o aree disciplinari dove gli
alunni non hanno raggiunto la sufficienza.
Al termine dei corsi verranno
effettuate delle verifiche per accertare
l’avvenuto recupero, che, in caso negativo,
non comporteranno sanzioni a carico
degli studenti; in altri termini, l’anno
scolastico non verrà compromesso;
però, dei risultati bisognerà dare
notizie ai genitori.
Ogni corso avrà la durata non inferiore
a 15 ore e viene tenuto da un docente
che guadagna 50 euro al lordo per
ogni ora di attività svolta, al netto circa
32-33 euro dal momento che la somma
è soggetta alle trattenute, che sono
maggiori per il docente con anzianità di
servizio avendo l’Irpef più elevata rispetto
a un giovane professore. Ovviamente,
stando all’art. 3 di detta circolare,
i consigli di classe, su indicazione dei
singoli docenti delle materie oggetto di
recupero, hanno la responsabilità didattica
nell’individuare la natura delle
carenze, nell’indicare gli obiettivi dell’azione
di recupero.
I corsi si stanno svolgendo nelle ore
pomeridiane, ma in qualche scuola lo
svolgimento del programma è stato sospeso
e i corsi si svolgono nelle ore antimeridiane.
Ritornando alla parte remunerativa,
ogni scuola, a seconda del
numero degli iscritti, ha ricevuto il primo
acconto che va da 20.000 a 35.000
euro. Ovviamente, tutti i dirigenti scolastici
sono in attesa del saldo definitivo
per completare il pagamento delle
spettanze al personale interessato ai
corsi. In media quindi un docente guadagnerà
al netto circa 500 euro. Ma sono
utili questi corsi svolti nel periodo
più impegnativo dell’anno scolastico?
Per il preside del Boggio Lera, Giovanni
Torrisi, bisognerà avere «la cultura del
recupero», cioè il docente deve calarsi
nella concreta situazione al fine di rendere
maggiormente proficuo l’intervento
di recupero programmato. Per il
dirigente scolastico del liceo pedagogico
di Acireale, Alfio Mazzaglia, un corso
svolto durante l’anno è pressoché
inutile. Prova ne sia, rileva il preside,
che circa il 10% degli alunni che avrebbero
dovuto frequentare il corso si sono
assentati, soprattutto i pendolari,
malgrado i genitori avessero assicurato
l’adesione alla partecipazione al corso
dei loro figli. Questo pare che sia emerso
anche durante un incontro con i dirigenti
scolastici programmato dall’ufficio
scolastico regionale a Catania.
A tal proposito, bisogna considerare
che se un alunno non ha recuperato
nei quattro mesi di inizio dell’anno scolastico,
come potrà superare una carenza
grave in qualche discipline in 15
ore di corso? Per Mazzaglia sarebbe
stato più proficuo il recupero al termine
delle lezioni. «Le indicazioni - dice -
di studio, le modalità e la metodologia
innovativa applicata dai professori potranno
dare molti più risultati e molta
efficacia di quanto non succede con
questi corsi che più delle volte lasciano
il tempo che trovano. Diverso discorso
per i corsi che saranno attivati a fine anno,
quando non vi è l’assillo dell’attività
didattica».
Si tratta senz’altro di un impegno intensivo
che richiede un difficile lavoro
per i docenti, le cui spettanze per una
superattività pomeridiana sono davvero
poche, soprattutto per i professori
pendolari che avranno delle spese
da affrontare. Non considerando, poi,
che la somma percepita subirà ulteriori
riduzione con la denuncia dei redditi.
MARIO CASTRO (da www.lasicilia.it)