Corsi di recupero, rush finale Ma alcuni professori sono scettici: «In 15 ore non si supera una carenza grave»
Data: Lunedì, 10 marzo 2008 ore 23:33:37 CET
Argomento: Rassegna stampa


Sono in via di espletamento i corsi previsti dall’ordinanza ministeriale n. 92 del 5 novembre 2007. Corsi che stanno frequentando gli studenti che nella valutazione intermedia hanno riportato voti di insufficienza in alcune discipline al fine di un tempestivo recupero delle carenze rilevate nello scrutinio. Vi sono scuole in cui il collegio dei docenti aveva deliberato la suddivisione dell’anno in trimestre e non quadrimestrale, per cui, in questi casi (vedi Iti Cannizzaro), i corsi sono stati completati.

Gli istituti superiori, come prevede la normativa, sono obbligati ad attivare interventi di recupero una volta individuate, tramite i consigli di classe, le discipline o aree disciplinari dove gli alunni non hanno raggiunto la sufficienza. Al termine dei corsi verranno effettuate delle verifiche per accertare l’avvenuto recupero, che, in caso negativo, non comporteranno sanzioni a carico degli studenti; in altri termini, l’anno scolastico non verrà compromesso; però, dei risultati bisognerà dare notizie ai genitori.

Ogni corso avrà la durata non inferiore a 15 ore e viene tenuto da un docente che guadagna 50 euro al lordo per ogni ora di attività svolta, al netto circa 32-33 euro dal momento che la somma è soggetta alle trattenute, che sono maggiori per il docente con anzianità di servizio avendo l’Irpef più elevata rispetto a un giovane professore. Ovviamente, stando all’art. 3 di detta circolare, i consigli di classe, su indicazione dei singoli docenti delle materie oggetto di recupero, hanno la responsabilità didattica nell’individuare la natura delle carenze, nell’indicare gli obiettivi dell’azione di recupero.

I corsi si stanno svolgendo nelle ore pomeridiane, ma in qualche scuola lo svolgimento del programma è stato sospeso e i corsi si svolgono nelle ore antimeridiane. Ritornando alla parte remunerativa, ogni scuola, a seconda del numero degli iscritti, ha ricevuto il primo acconto che va da 20.000 a 35.000 euro. Ovviamente, tutti i dirigenti scolastici sono in attesa del saldo definitivo per completare il pagamento delle spettanze al personale interessato ai corsi. In media quindi un docente guadagnerà al netto circa 500 euro. Ma sono utili questi corsi svolti nel periodo più impegnativo dell’anno scolastico?

Per il preside del Boggio Lera, Giovanni Torrisi, bisognerà avere «la cultura del recupero», cioè il docente deve calarsi nella concreta situazione al fine di rendere maggiormente proficuo l’intervento di recupero programmato. Per il dirigente scolastico del liceo pedagogico di Acireale, Alfio Mazzaglia, un corso svolto durante l’anno è pressoché inutile. Prova ne sia, rileva il preside, che circa il 10% degli alunni che avrebbero dovuto frequentare il corso si sono assentati, soprattutto i pendolari, malgrado i genitori avessero assicurato l’adesione alla partecipazione al corso dei loro figli. Questo pare che sia emerso anche durante un incontro con i dirigenti scolastici programmato dall’ufficio scolastico regionale a Catania.

A tal proposito, bisogna considerare che se un alunno non ha recuperato nei quattro mesi di inizio dell’anno scolastico, come potrà superare una carenza grave in qualche discipline in 15 ore di corso? Per Mazzaglia sarebbe stato più proficuo il recupero al termine delle lezioni. «Le indicazioni - dice - di studio, le modalità e la metodologia innovativa applicata dai professori potranno dare molti più risultati e molta efficacia di quanto non succede con questi corsi che più delle volte lasciano il tempo che trovano. Diverso discorso per i corsi che saranno attivati a fine anno, quando non vi è l’assillo dell’attività didattica».

Si tratta senz’altro di un impegno intensivo che richiede un difficile lavoro per i docenti, le cui spettanze per una superattività pomeridiana sono davvero poche, soprattutto per i professori pendolari che avranno delle spese da affrontare. Non considerando, poi, che la somma percepita subirà ulteriori riduzione con la denuncia dei redditi.

MARIO CASTRO (da www.lasicilia.it)







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