Bene ha fatto Rossella Jannello,
su La Sicilia di domenica, a definire
“intelligente” la proposta,
condivisa dal collegio dei docenti,
del preside del Marconi
di Catania di attuare la pausa
didattica per il recupero e il sostegno
delle insufficienze degli
alunni registrate a fine primo
quadrimestre. Intelligente perché
coinvolge l’intero Istituto e
non già solo i singoli consigli di
classe, come con più semplicistico
scrollo di responsabilità altri
dirigenti propongono.
Coinvolgere l’intera scuola non
significa dichiarane la scarsa capacità
didattica istituzionale,
ma prendere atto che, di fronte a
diffusi malesseri, interrompere
la continuità del programma risolve
il grosso problema di come
rafforzare i contenuti dei ragazzi
in difficoltà e nello stesso
tempo conferma le basi culturali
dei migliori. E non solo, ma di
fronte all’ordinanza del ministero
che pretende la bocciatura
a settembre, anche per una sola
materia, significa pure togliere
ogni alibi alle famiglie, troppo
spesso attenti solo ai voti e non
ai contenuti. E significa pure
conservare i pochi soldi a disposizione
per gli effettivi e più severi
recuperi di fine agosto, determinanti
per la carriera scolastica
dei ragazzi, e per i quali è
preteso un numero di ore non
inferiore a 15 (comunque insufficienti)
pagate a 50 euro lordi
l’ora.
Se infatti i fondi per i recuperi e
il sostegno alla didattica fossero
stati molti di più, come sarebbe
stato doveroso da parte dello
Stato, allora la pausa sarebbe
stata poco opportuna, ma in
condizioni di ristrettezze economiche
è scelta non solo condivisibile
ma lungimirante e apprezzabile
senza condizione alcuna.
In alcune scuole invece,
con assoluto spirito burocratico
e formale e senza nessun attaccamento
al ruolo culturale e
morale della scuola, si preferisce
turare in qualche modo il buco
che la legge lascia aperto onde
evitare azioni legali o malumori
fra i docenti o proteste fra le
famiglie. In altre scuole addirittura
si sono perfino accorpate
classe non omogenee e in altre
ancora non si è comunicato alle
famiglie il non risolto recupero
del figlio e in altre ancora si
mandano a casa fasci di fotocopie
con gli obblighi di legge per
evitare la messa in mora della
scuola stessa.
Per questo la scelta del preside
Lombardo e dei docenti del Marconi risulta apprezzabile e
saggia, anche perché non crea
conflitti a scuola, protegge l’intero
Istituto da attacchi strumentali,
cura con sapienza la
preparazione dei ragazzi, risparmia
gli scarsi fondi per tempi
più rigidi, non appesantisce con
altre ore pomeridiane il già scarso
impegno dei neghittosi, toglie
qualunque alibi alle famiglie
strafottenti ma pretenziose. Resta
in sospeso il completamento
dell’intero programma. Ma piuttosto
che raffazzonare alla meglio
riprendere tutto daccapo dà
sempre più garanzie. Come si
vede non ci vuole molto per fare
le cose perbene ma per farle
occorrono pure dirigenti preparati
benché a tutti si voglia dare
la stelletta di sceriffi.
PASQUALE ALMIRANTE (da www.lasicilia.it)